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INDIAN WELLS

Il doppio miracolo di Taylor Fritz

Nonostante una caviglia malandata, Taylor Fritz vince il BNP Paribas Open interrompendo la striscia vincente di Nadal. È stato in dubbio fino all'ultimo se giocare, ma la sua testardaggine lo ha premiato. Non è la prima volta che gli riesce un miracolo a Indian Wells, poiché nel 2015...

Riccardo Bisti
21 marzo 2022

Per fortuna qualcuno aveva imprigionato su carta le parole di Woody Blocher, primo maestro di Taylor Fritz. Lo ha seguito per quasi dieci anni sugli otto campi in cemento del Rancho Arbolitos Swim & Tennis Club, piccolo club sito a Poway, non troppo distante da Rancho Santa Fe. “Taylor è fortissimo quando deve giocare sotto pressione – disse in tempi non sospetti – non ha paura di niente e di nessuno. Non vedo ragioni per cui non possa entrare tra i top-10”. Aveva maledettamente ragione. Si trovava a un paio d'ore d'auto dall'Indian Wells Tennis Garden, laddove l'americano ha vinto il secondo titolo della sua carriera, il più importante, il più bello. Quello che non dimenticherà mai. Perché Fritz nutre un legame speciale con il torneo di Indian Wells. È casa sua, papà Guy e mamma Kathy ce lo portavano da ragazzino anche se lui preferiva gironzolare per il Tennis Paradise insieme agli amici, anziché abbrustolire in tribuna. Ma i ricordi si infilano nel cuore e tornano in mente al momento di sviluppare i sentimenti: per questo, Indian Wells sarà sempre un posto speciale per Fritz. Lo è almeno dal 2015, quando vinse l'Easter Bowl in modo incredibile.

Al secondo o terzo turno, si trovò in svantaggio 5-0 nel secondo set dopo aver perso il primo. Fece un recupero prodigioso, ma quello che gli è riuscito nella finale contro Nadal ha del miracoloso. Fritz si era infortunato a una caviglia durante la semifinale contro Andrey Rublev, e il problema si è acuito durante il pre-riscaldamento di domenica mattina. “Non posso descrivere quanto sia folle che io sia riuscito a giocare così” ha detto dopo il capolavoro contro Rafael Nadal, un 6-3 7-6 che fa la storia: Fritz è il primo americano a vincere Indian Wells dopo Andre Agassi nel 2001, e con questo successo è piombato al numero 8 ATP. “Non sono mai stato peggio prima di giocare una partita, le abbiamo provate tutte per mettere a posto la caviglia, ho vissuto sulle montagne russe – continua il californiano – pensavo di non poter giocare, ma poi abbiamo lavorato duro... e in campo, devo dire, l'infortunio non mi ha condizionato”. E pensare che, dopo il secondo riscaldamento, tutto il suo staff gli aveva consigliato di lasciar perdere. Linea di pensiero comune: coach Paul Annacone, il vice Michael Russell e il preparatore atletico Wolfgang Oswald.

«Durante il primo riscaldamento ho urlato dal dolore. Ho provato altre due volte e ho sentito un dolore inimmaginabile. Piangevo, pensavo che avrei dovuto dare forfait» 
Taylor Fritz
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La finale del BNP Paribas Open tra Taylor Fritz e Rafael Nadal

Non li ha ascoltati, perché Indian Wells non è un torneo come gli altri. È come il Foro Italico per un romano, Wimbledon per un britannico, il Roland Garros per un parigino. “Mi sono scusato con loro per la mia testardaggine” ha detto Fritz dopo aver giocato una partita straordinaria, sia pure aiutato da un Nadal che forse era messo peggio di lui. Anche Rafa aveva un problema fisico, un infortunio ai muscoli pettorali emerso durante la semifinale-maratona contro Alcaraz. “Per me era difficile respirare, non è il momento di parlarne, anche se non sono stato in grado di fare le solite cose – ha esalato Nadal, sconfitto dopo 20 vittorie di fila – era una finale, ci ho provato ma ho perso contro un grande giocatore”. In effetti non era il vero Nadal: poco reattivo, spento, quasi sdrucito. Nel primo set ha commesso 18 errori gratuiti ed è piombato rapidamente sullo 0-4. Ha provato a rimontare, ma si è arreso al nono game. Molta più qualità nel secondo, in cui ha avuto le sue chance. Per esempio, quattro palle break sul 2-2. Grida vendetta quella in cui ha tirato in bocca a Fritz un facile passante ravvicinato di rovescio.

L'americano ha vinto lo scontro ravvicinato a rete e si è esaltato, provando a tirare dalla sua parte un pubblico che era equamente diviso, nonostante fosse lui il giocatore di casa. È stato il punto-simbolo del match, al pari dell'incredibile errore di Nadal sul 5-4 nel tie-break. Scambio duro e spettacolare, chiuso da uno schiaffo al volo di dritto incredibilmente sparato in corridoio. Sul 5-5, Fritz non ha tremato e ha giocato da campione gli ultimi due punti, ricordando le parole del suo primo maestro. Fino a oggi, aveva sempre perso contro i Big Three. “Sembravano imbattibili, ma se vuoi vincere un grande torneo devi farcela anche contro di loro”. Sembra un film: non solo ha vinto un Masters 1000, non solo lo ha fatto battendo Rafal Nadal, ma addirittura ha rischiato di non giocare la finale. “Durante il primo riscaldamento ho urlato dal dolore. Ho provato altre due volte e ho sentito un dolore inimmaginabile. Piangevo, pensavo che avrei dovuto dare forfait”. L'allarme è stato reale: anziché godersi la finale femminile, il direttore del torneo Tommy Haas ha chiamato Jim Courier per chiedergli se avesse con me l'attrezzatura da tennis: voleva improvvisare un'esibizione tra vecchie glorie, un po' come fece nel 2019 dopo il forfait di Nadal prima della semifinale contro Federer.

Prima di Indian Wells, Taylor Fritz aveva vinto un solo titolo ATP: Eastbourne nel 2019

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Matchpoint, esultanza, premiazione e discorso celebrativo per Taylor Fritz

Invece Fritz non ha tradito, è sceso in campo ed è stato fantastico. Un successo che può cambiare il volto della sua carriera, che da predestinato lo aveva condannato a essere un rincalzo. Valido, non certo un bluff, ma pur sempre un rincalzo. Il problema di Fritz riguardava le sue (grandi) ambizioni. Non poteva essere altrimenti per chi era entrato tra i top-100 ATP a 18 anni e 4 mesi, e che per il diciottesimo compleanno si era visto portare una torta in mezzo al campo da Pete Sampras, uno dei suoi idoli d'infanzia. Uno che aveva vinto lo Us Open junior e vanta la genetica perfetta per diventare un campione: papà Guy è stato numero 301 ATP nel 1978 e poi, da coach, ha seguito a lungo Coco Vandeweghe. Con intelligenza, ha capito che non era il caso di mischiare il ruolo di padre a quello di allenatore, quindi lo ha lasciato in pace. Anzi, avrebbe preferito che il figlio facesse qualche annetto all'università anziché tuffarsi nel professionismo a 18 anni. Il problema è che Taylor ha un carattere molto forte: dopo aver preso il diploma presso la Torrey Pines High School di San Diego, aveva preferito la USC alla più blasonata UCLA.

Tuttavia fece una litigata epocale con il coach Peter Smith, così decise di abortire il progetto college. Mamma Kathy May è stata addirittura top-10 nell'epoca del duopolio Evert-Navratilova, e ha raggiunto per tre volte i quarti in uno Slam. Insomma, c'erano le premesse per restituire agli States un top-10 di prospettiva e non occasionale, o al culmine della carriera, come è stato John Isner. Il caratterino di Fritz non ha contribuito a uno sviluppo rapido: prese la decisione di sposarsi giovanissimo con la fidanzatina Raquel Pedraza e la coppia ha messo al mondo il primogenito Jordan, che oggi ha cinque anni. I due si sono separati a fine 2019 e oggi il baby-papà si accompagna alla vistosa Morgan Riddle, influencer che però non sembra... influire negativamente sulla carriera del fidanzato. La cui testardaggine gli ha regalato una fiaba e gli ha permesso di dare concretezza alla profezia di papà Guy: anni fa gli disse che prima o poi avrebbe vinto questo torneo. Ma nemmeno dopo esserci riuscito non ci credeva, al punto da decorare l'obiettivo della telecamera con tre punti interrogativi, come a domandarsi se fosse successo davvero. Ebbene, sì. È tutto vero.

MASTERS 1000 INDIAN WELLS – FINALE
Taylor Fritz (USA) b. Rafael Nadal (SPA) 6-3 7-6(5)