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NUOVO CALENDARIO

Il COVID fa saltare tutta l'Asia... e il torneo di Federer

Ufficializzato il calendario ATP di fine 2021: cancellati i tornei asiatici, ottobre sarà “salvato” da Indian Wells ma farà a meno di Basilea. Avremo una settimana vuota, un paio di eventi temporanei e qualche spostamento secondario. C'è già un pizzico di preoccupazione per l'Australian Open.

Riccardo Bisti
10 agosto 2021

È già capitato di avere settimane senza tornei ATP. Erano quelle in cui si giocava la cara, vecchia Coppa Davis. Invece, lunedì 13 settembre 2021 sarà un giorno particolarmente triste: per la prima volta, una settimana della stagione regolare non avrà neanche un torneo. Con tutto il rispetto, i match del World Group II della (fu) Davis non bilanciano neanche un po' la delusione per una scelta inevitabile: il tennis rimane ai confini dell'Asia per il secondo anno di fila. I danni sono maggiori per la WTA, che da tempo ha individuato nella Cina il suo polmone economico, ma anche l'ATP aveva irrobustito la sua fetta orientale, con tre settimane di tornei sublimate dal Masters 1000 di Shanghai. Ma le difficoltà legate ai viaggi in Cina hanno costretto a sospendere tutto per il secondo anno di fila. La fortuna arriva dal portafoglio di Larry Ellison e dalle norme statunitensi, decisamente più permissive. Nella settimana di Shanghai si giocherà una particolare edizione del BNP Paribas Open di Indian Wells, eccezionalmente spostato da marzo a ottobre.

È la novità più significativa del calendario varato in queste ore dall'ATP, che ci accompagnerà fino alle NITTO ATP Finals di Torino. Vediamo cosa ci attende. Dopo il vuoto della settimana dal 13 al 19 settembre, nella successiva si giocherà la quarta edizione della Laver Cup, l'esibizione fortemente voluta da Roger Federer che l'ATP ha deciso di inserire nel suo calendario, anche se continua a non distribuire punti. In contemporanea si giocheranno Metz (che si salva) e Nur-Sultan. La capitale del Kazakhstan aveva acquisito una licenza temporanea lo scorso anno e si è ripetuta nel 2021, approfittando della confusione generale (e di una notevole forza economica). I problemi iniziano nella settimana successiva (27 settembre-3 ottobre): spazzati via i tornei 250 di Chengdu e Zhuhai, arrivano Sofia e San Diego. L'evento bulgaro cambia collocazione per la quarta volta: lo scorso anno si è giocato a novembre, adesso torna in settembre dopo essersi tenuto anche in febbraio. Non sorprende l'arrivo di San Diego: siamo in California, a due passi da Indian Wells, così i giocatori avranno una tappa di avvicinamento per il maxi-torneo griffato BNP Paribas.

ASICS ROMA
"Abbiamo mantenuto un approccio flessibile a causa della costante evoluzione della pandemia: è estremamente deludente annunciare la cancellazione della stagione asiatica, ma non vediamo l'ora di tornarci nel 2022"
Andrea Gaudenzi

La finale del 2019 tra Medvedev e Zverev rimarrà l'ultimo match del torneo di Shanghai, almeno fino al 2022

A San Diego si giocherà presso il Barnes Tennis Center e sarà un vero e proprio prologo in vista di lunedì 4 ottobre, quando scatteranno le qualificazioni a Indian Wells (per il tabellone principale bisognerà attendere giovedì 7). L'evento occuperà due settimane e prenderà il posto dei tre principali tornei asiatici: gli ATP 500 di Tokyo e Pechino, nonché il Masters 1000 di Shanghai. Per il secondo anno di fila, salta completamente la stagione orientale. Il torneo di Shanghai informa di aver rispettato tutte le misure di sicurezza possibili, e afferma che in Cina il numero di contagi si è drasticamente ridotto. Tuttavia, “la situazione estera rimane a livelli molto alti. Le rigide restrizioni ai viaggi internazionali devono essere ancora revocate, dunque il torneo non è in grado di portare i giocatori nel Paese e consentire agli spettatori di godersi l'esperienza”.

In altre parole, il problema non sono i contagi (volendo credere ai numeri del governo cinese, da quelle parti il COVID sarebbe praticamente sconfitto), ma la difficoltà a entrare e uscire dal territorio cinese. L'altro grande assente del calendario (anche se la notizia era stata ufficializzata due mesi fa) è lo Swiss Indoors di Basilea. Il torneo di casa Federer non tollera una svolgimento basato su limiti e restrizioni, dunque già il 4 giugno il direttore Roger Brennwald aveva annunciato la cancellazione, dando appuntamento al 22 ottobre... 2022. I biglietti acquistati per l'edizione 2020 potranno essere rimborsati, altrimenti rimarranno validi addirittura per 24 mesi dopo. Ne approfitta il torneo di Vienna, che nella settimana dal 25 al 31 ottobre sarà l'unico ATP 500 in programma, anche se avrà la concorrenza di San Pietroburgo, che torna ad essere un “250” dopo un temporaneo upgrade. Nella settimana precedente si giocherà a Mosca e Anversa. Quest'ultimo resiste, mentre la Kremlin Cup torna dopo aver perso l'edizione 2020.

Costruito nel 1995 e costato 4,5 milioni di dollari, il Barnes Tennis Center di San Diego ospiterà un torneo ATP a cavallo tra settembre e ottobre

Lo storico torneo di Stoccolma torna in calendario dopo un anno di stop: l'ultimo vincitore è stato Denis Shapovalov

Il mese di novembre partirà con il Masters 1000 di Parigi Bercy, dopodiché le Next Gen Finals saranno accompagnate dall'ATP 250 di Stoccolma, storica tappa autunnale che quest'anno torna in una collocazione tutta nuova, a fare da cuscinetto tra l'ultimo Masters 1000 e le ATP Finals. Vedremo se i punti del torneo svedese saranno validi per le ATP Finals di Torino, oppure se saranno già valevoli per la Race 2022. Nel primo caso, qualche giocatore ancora in lizza per l'ottavo posto potrebbe tentare in extremis la trasferta svedese. Come era prevedibile, scompaiono i tornei che lo scorso anno avevano acquistato una licenza temporanea: Santa Margherita di Pula e Colonia (che aveva ospitato ben due tornei). “Abbiamo mantenuto un approccio flessibile a causa della costante evoluzione della pandemia – recita il virgolettato di Andrea Gaudenzi – è estremamente deludente annunciare la cancellazione della stagione asiatica, ma non vediamo l'ora di tornarci nel 2022. Vorrei ringraziare tutti gli operatori dei singoli tornei per aver accettato la sfida di organizzare i tornei in un ambiente come questo, compreso chi ha acquisito una licenza annuale”. Non si poteva fare molto meglio: forse si sarebbe potuto collocare un torneo nella settimana post-Us Open, ma sono dettagli.

Contro i muri di gomma politici è impossibile pensare di averla vinta. Il grosso colpo di fortuna si chiama Indian Wells: grazie al torneo americano sarà garantita una certa continuità, peraltro con uno dei pochissimi tornei ATP in grado di offrire più soldi rispetto a Shanghai. Per gli appassionati non cinesi cambierà pochissimo. Anche per i giocatori non cambia molto, anzi, c'è da credere che molti preferiscano la California alla Cina. Potrebbero rimetterci le casse dell'ATP, ma non si poteva fare altrimenti. Semmai, la speranza è che si possa tornare alla normalità già nel 2022, a partire da un Australian Open che è già in preda di qualche ansia. Al pari della Cina, l'Australia ha ancora in vigore norme molto strette e non è detto che saranno revocate entro l'anno. E sembra certo che i tennisti non vogliano ripetere la quarantena dello scorso gennaio. Lo stesso Craig Tiley ne è consapevole e spera di poter raggiungere un accordo con il governo del Victoria, in modo da evitare la cancellazione come invece è accaduto al Gran Premio di F1 e alla MotoGP. Quanto accaduto in Cina spaventa, ma l'Australian Open rappresenta qualcosa di troppo importante per la Regione e il Paese intero. C'è da credere che faranno l'impossibile per salvarlo.