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WIMBLEDON

Come Sampras, più di Sampras

Battendo Nick Kyrgios in quattro set, Novak Djokovic ha eguagliato il numero di titoli a Londra del suo primo idolo. Ma ha vinto molti più Slam di lui. In attesa delle decisioni dei governi americano e australiano, è ripartita la caccia a Nadal. Nel frattempo è scoppiata l'amicizia con l'australiano. 

Riccardo Bisti
10 luglio 2022

Dovrebbe rendere più precisa la narrazione. Anche dopo aver vinto Wimbledon per la settima volta, Novak Djokovic ha ricordato di essersi appassionato al tennis quando aveva “quattro anni e mezzo, cinque”, osservando il primo successo a Wimbledon di Pete Sampras. “È il mio primo ricordo, da una montagna in Serbia laddove i miei genitori gestivano un ristorante. E il giorno dopo ho chiesto loro di comprarmi una racchetta”. Intervistato da Sue Barker, ha detto che era il 1992. Non è proprio così, visto che era il 1993 e aveva già compiuto sei anni. Poco importa: la narrazione resta emozionante, al punto che una fan polacca, Zuzanna Szyszak, gli ha dedicato un emozionante cortometraggio.

Ogni Slam è speciale, ma Wimbledon 2022 è una torta con un po' di zucchero e qualche ciliegina in più: intanto si è preso uno Slam in un anno maledetto, iniziato con la torbida faccenda australiana. E poi è il suo settimo titolo sui prati londinesi, proprio come quel Pete Sampras che lo fece innamorare del tennis ed è stato il suo primo idolo. Aggancio effettuato, in attesa di continuare ad aggiornare i numeri. Non abbiamo visto il miglior Djokovic, ma probabilmente non lo rivedremo più. Ma Rafael Nadal ha dimostrato di poter vincere molto anche superati i 35 anni. “Perché non posso fare altrettanto?” deve aver pensato il serbo, che ha intascato lo Slam numero 21. Superato Federer, è di nuovo a una lunghezza dallo spagnolo. La sfida prosegue, anche se la partecipazione ai prossimi due Slam dipenderà dalle decisioni dei governi americano e australiano.

«Non avrei mai pensato di pronunciare parole così gentili su di te, vista la relazione... ok, è ufficialmente iniziata la nostra bromance» 
Novak Djokovic
ASICS ROMA

Il tradizionale bagno di folla dedicato al vincitore di Wimbledon

Ci sarà tempo per parlarne: oggi è giusto celebrare un immenso campione, capace di riprendersi per la terza volta di fila dopo una partenza ad handicap. Dopo Sinner e Norrie, si è arreso anche Nick Kyrgios. Tre ore e un minuto di partita, non indimenticabile, ma ben giocata da Djokovic. Ha fatto quello che era necessario per vincere, senza strafare né inventarsi nulla. E così ha infiocchettato il 4-6 6-3 6-4 7-6 finale, in cui non ha mai davvero rischiato di perdere. Applausi a Kyrgios, bravo a regalare una partita grazie a uno spettacolare rendimento al servizio. Ha tirato 30 ace e messo in campo un ottimo 73% di prime palle. È stata la sua scialuppa di salvataggio nei momenti difficili, altrimenti il punteggio sarebbe stato ben più netto. Djokovic gli è stato superiore in tutti gli altri settori, a partire da una maggiore solidità nello scambio da fondocampo. Kyrgios ha fatto il suo, ha vinto diversi punti spettacolari, ma la verità e che in campo c'era un tennista più forte dell'altro.

Certo, l'australiano può recriminare per il nono game del terzo set, in cui ha concesso il break che ha spinto avanti Djokovic. Si è trovato avanti 40-0 e lo ha perso, prendendosela con il suo clan perché – a suo dire – si erano rilassati quando il game sembrava in cassaforte. Alibi insensato, tipica (ma anche unica) scena alla Kyrgios di un caldo pomeriggio londinese, impreziosito dalla presenza di William, Kate e del principino George (quest'ultimo poco interessato al tennis). Ma Djokovic avrebbe vinto ugualmente, e anche lui ha di che recriminare: intanto per il primo set, in cui ha regalato il break con un'insensata seconda palla a 200 km/h sulla palla break (foriera di un doppio fallo). E anche in avvio di terzo aveva avuto un paio di chance, non sfruttando la seconda con una grave ingenuità: ha tirato addosso a Kyrgios un rovescio ravvicinato su una palla corta dell'australiano, quando aveva tutto il lungolinea libero.

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"Il volo", la nuova esultanza di Novak Djokovic

La divertente intervista post-premiazione di Djokovic

Numeri alla mano, è parso di tornare indietro di una ventina d'anni, con un match dominato dai servizi: abbiamo visto appena una decina di palle break (tre trasformate) e ben undici game terminati a zero. Quando Djokovic ha vinto il terzo set, si è spento ogni dubbio sull'esito finale. Rimaneva il dubbio sulle modalità: Kyrgios ha ritrovato il servizio e ha spinto il set al tie-break, ma nessuno – forse nemmeno lui – pensava che lo avrebbe vinto. Infatti è partito con un doppio fallo e si è trovato rapidamente sull'1-6. Pochi minuti dopo, Djokovic ha alzato le braccia al cielo, lo ha salutato cordialmente e poi si è prestato al rituale ormai consolidato: mangiare un ciuffo d'erba del prato più famoso del mondo, accompagnato da un altro gesto, ben più recente: la simulazione di un volo, inaugurato dopo il super-passante tirato martedì contro Sinner. Non è stato il suo Slam più emozionante, né quello giocato meglio, ma è denso di significati. Ci racconta che Djokovic può ancora inseguire i suoi sogni, a partire dalla caccia al GOAT che per lui è una dolce ossessione. I momenti più divertenti li abbiamo visti durante la premiazione, in cui si è ufficializzata la bromance tra lui è Kyrgios dopo le frecciate e i veleni del passato.

“È difficile trovare parole di consolazione, ma hai dimostrato perché puoi essere uno dei migliori – ha detto – ti rispetto molto, sei un tennista e atleta fantastico, in passato lo avevi già fatto vedere ma adesso le cose si sono sistemate. Non avrei mai pensato di dire parole così gentili su di te... Ok, è ufficiale l'inizio della nostra bromance”. La Barker ha poi fatto menzione agli scambi social dei giorni scorsi, quando i due si erano promessi un'uscita in compagnia dopo la finale, con spese a carico del vincitore. “Ha perso per questo!” ha esclamato Djokovic, salvo poi aggiungere. “Può esssere l'inizio di una grande relazione fuori dal campo. Iniziamo con un drink e una cena, poi vedremo... Non ho risposto sull'idea di andare in un night, perché c'era mia moglie accanto”. A proposito della moglie Jelena, gli è stato fatto presente che era proprio l'anniversario di matrimonio. “Dovrò comprarti un mazzo di fiori per ringraziarti per avermelo ricordato” ha detto a Sue Barker. Non poteva esserci modo migliore, per la storica intervistatrice di Wimbledon, di andare in pensione. “Buon anniversario, cara – ha detto Djokovic rivolgendosi alla moglie Jelena – questo è il mio regalo”. E ha indicato il trofeo di Wimbledon. Sipario.

WIMBLEDON – Finale Uomini
Novak Djokovic (SRB) b. Nick Kyrgios (AUS) 4-6 6-3 6-4 7-6(3)