Test Racchette

Tecnifibre TF X-1 300

Classico telaio da 300 grammi e 100 pollici di ovale, la forma più tondeggiante e il sistema X-Damp migliorando sweet spot e comfort. Ideale per il giocatore moderno che ama picchiare da fondo e usare tanto il top spin.

di Staff Tennis Magazine Italia

29 dicembre 2021


Easy power, easy spin. Con una estrema dose di sintesi, potremmo sintetizzare in questo claim le principali caratteristiche di questa nuova line Tecnifibre, modello TF-X1 da 300 grammi di peso, bilanciamento spostato in testa, pur senza esagerazioni (33 cm), un dato di rigidità consistente (71RA) e uno swingweight interessante, che sfiora quota 300 (dati a telaio non incordato). La lunghezza è tradizionale (68,5 cm), l’ovale ormai tipico da 300 pollici, un profilo costante e abbastanza allargato (24 mm) e uno schema di incordatura aperto e divenuto ormai la norma (se Dio vuole): 16 x 19.

I dati tecnici devono essere sposati con la nuova forma più arrotondata del telaio e le sezioni rinforzate per una maggior potenza e stabilità. Questo concetto evolutivo delle sezioni, denominato Isoflex, lavora sul piatto corde perché rende più rigide le corde più corte (orizzontali) e più morbide quelle lunghe (verticali) per ottimizzare lo sweet spot e ottenere sostanzialmente una risposta simile sia nei colpi ben centrati sia in quelli decentrati. La tecnologia X-Damp invece, è il nuovo sistema di ammortizzazione inserito nell’impugnatura che, grazie a un supporto in elastomero, riduce del 36% (secondo i dati forniti dall’azienda) le vibrazioni dannose per un maggior comfort e minor fatica nella fase di impatto. Si parla di nuova tecnologia anche se i primi studi di questo sistema risalgono ancora a René Lacoste, che molti conoscono come fuoriclasse degli anni 20, altri come imprenditore di successo ma che avrebbe avuto piacere a essere ricordato come inventore (tra le sue creazioni anche la prima macchina lanciapalle).

Detto dei dati di laboratorio e tecnologie applicate, il responso del campo non ha tradito le attese. Come già per la progenitrice, la T-Flash, colpiscono tre elementi: la manovrabilità, la spinta e lo spin. Il telaio si manovra con grande agio e questo permette swing ampi e soprattutto di imprimere grande rotazione, ottenendo quell’ambo tanto amato di potenza e top spin, una corta di Graal per chi ama spingere da fondo. L’utente ideale è infatti il giocatore moderno, certamente completo nel suo bagaglio tecnico (ormai avere dei punti troppo deboli impedisce una crescita agonistica costante) ma che apprezza soprattutto il pestaggio da fondo. La palla esce facile e trovare profondità e velocità non è un problema. Il tutto, con un controllo sorprendente in proporzione alla spinta che offre.

Easy power, easy spin: potenza e rotazioni sono le caratteristiche principali. L’utente ideale è il giocatore moderno, completo nel suo bagaglio tecnico ma che apprezza soprattutto il pestaggio da fondo, soprattutto in top spin.

Meno apprezzata la fase difensiva, nel senso che la racchetta, per quanto abbia dei rinforzi sull’ovale, non è così stabile quando si è aggrediti e si rischia di perdere traiettoria nei colpi decentrati. Molto meglio quando ci si affida allo slice, mortifero per la semplicità col quale esce dalla racchetta: poca fatica e un taglio gillette che tiene la palla davvero bassa, senza apparente sforzo (se giocato con la dovuta sensibilità, altrimenti i miracoli non si compiono).

Il servizio è ottimo, sia nella botta piatta sia cercando le rotazioni, anche il kick per la seconda palla. A rete si manovra bene ma l’impatto non è così deciso, a conferma che si tratta di un telaio che ama soprattutto gli swing più accesi piuttosto che i movimenti corti. Bisogna colpire la volée con decisione (come avviene con quelle più semplici e definitive) mentre provando a lavorare la palla si avverte nuovamente un filo di instabilità. Non è tipica racchetta da volleatore puro (se ancora esistono).

L’utente ideale svaria dal giocatore intermedio che cerca manovrabilità e potenza (e potrebbe affidarsi anche allo stesso modello con peso inferiore, 285 grammi) all’agonista che cerca forza, profondità, facilità esecutiva e tanto, tanto spin.

TEST IN CAMPO

Lorenzo, 50 anni, classifica 3.1
Ok, parto avvantaggiato perché adoro questo tipo di racchette, come già accaduto con la T-Flash o con la madre dei telai 300x100, cioè la Pure Drive. Chiede solo controllo (e mi va bene) e restituisce tanta facilità in uscita di palla, un mare di potenza e soprattutto un spin che fa male perché si riesce a imprimerlo senza concedere troppo in profondità. Ne esce una palla pesante e la possibilità di trovare angoli steretti. Insomma, mi fa usare tutto il campo avversario e non è poca cosa.

Filippo, 30 anni, classifica 2.6
Picchio tanto, tanto forte. Ho dovuto lavorare un attimo su corde e tensioni per trovare il giusto mix, ora sento di poter forzare a tutto gas senza perdere controllo e precisione. Quando poi mi sposto sul dritto e inizio a spingere col top, allora son dolori anche per i 2.4.

Giacomo, 60 anni, classifica 4.2
Gioco tanto, troppo in back e quindi mi serve una racchetta di spinta, anche perché mi accorgo che ogni giorno gioco un centimetro più corto. Qui il back esce facile e finisce lungo, una bella rasoiata. A rete mi aiuta per manovrabilità e uscita di palla, meno nei tocchi e nel controllo.

Grazia, 25 anni, classifica 2.7
Wow! Gioco solo in spinta, a tirar comodini da fondo campo con un filo di spin quando non sono piazzata perfettamente o voglio cercare di aprirmi un angolo. La muovo con facilità e se la impatti con precisione, tiri davvero forte e con buona precisione. Ho montato un buon monofilo per migliorare il controllo e si deve avere solo l’accortezza di cambiarlo quando perde le sue caratteristiche. Con telai così potenti, il set-up con la corda è fondamentale. 

Paolo, 26 anni, classifica 3.1
Picchio forte, uso bene lo spin, quando serve cambio ritmo col back, servo una gran prima piatta e un notevole kick di seconda: tutto questo esce una meraviglia. Sensibilità sotto rete e stabilità quando devo difendermi dall’aggressione non sono allo stesso livello ma mi interessano poco perché la base del mio gioco è essere aggressivo e comandare.

Corrado, 53 anni, classifica 3.4
Fin quando ci palleggio è una meraviglia perché mi appoggio al colpo avversario, sbekketto che è un piacere, trovo la giusta profondità e sbaglio relativamente poco. In partita, quando il forcing aumenta, fatico in difesa, manco di precisione e il controllo va a farsi benedire. Vivo di piatti più ridotti, pesi più importanti, profili più stretti: sulla carta dovrei giocare meglio con questi telai più potenti, ma nella realtà...

CONSIGLIATA A...
Al giocatore di livello intermedio (se la versione da 285 grammi appare troppo leggera) fino all’agonista che cerca soprattutto potenza e spin (e possiede già sufficiente controllo) per assecondare la sua attitudine a spingere tanto da fondocampo. Ideale è appunto il moderno giocatore di pressing da fondocampo.

LA CORDA GIUSTA
Considerando che il telaio offre già molta spinta, meglio un monofilo che ne aumenti il controllo, cercando di valutare bene la tensione, provando anche un paio di chilogrammi in più se si proviene da racchette meno potenti. Il monofilo, soprattutto nelle prime ore e se in sezioni adeguate, può aiutare a rendere ancora più performanti le rotazioni.