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I Magnifici Otto: Daniil Medvedev

Non è certamente il più bello da vedere, eppure Daniil Medvedev ha un mantra: l'efficacia. Il suo gioco non rapisce, ma è indigesto per qualsiasi avversario. E si muove alla grande per essere alto quasi due metri. Ma se è costretto a giocare di tocco...

Fabio Colangelo (ASICS Tennis Academy)
12 novembre 2023

Tra i Magnifici Otto è quello con il gioco meno ortodosso. Difficile considerare Medvedev un esempio da seguire sul piano tecnico, però è interessante quanto dice il suo coach Gilles Cervara: non conta troppo la gestualità, semmai come si comporta la palla dopo che è stata colpita. In questo, Medvedev è capace di generare traiettorie velenose e complesse per i suoi avversari. Non troverete un singolo maestro in grado di impostare il suo tipo di gioco (servizio a parte, forse), però è interessante osservare un lungagnone capace di muoversi come un brevilineo, di diventare numero 1 e vincere il Masters (anche se c'è riuscito nell'edizione giocata a porte chiuse, Londra 2020). Dopo la delusione dell'anno scorso (tre sconfitte su tre al fotofinish) si propone di essere “da corsa” nel 2023.

IL PUNTO FORTE
Nonostante possieda un servizio molto potente, non è tra i primi posti nella percentuale stagionale di punti vinti, sia con la prima che con la seconda di servizio. La qualità principale del russo è la capacità di far giocare male il suo avversario. Nonostante un carattere fumantino che tende a nascondere il resto, è sempre molto lucido e tatticamente accorto. Trova a tempo di record i punti deboli altrui e picchia sulla ferita senza sconti né pietà. Per questo, le sue partite vanno osservate con attenzione: se c'è da picchiare, picchia. Se c'è da giocare piano, tira piano. Stessa cosa sulla traettorie dei colpi e del servizio. Insomma, è un ottimo scacchista.

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IL PUNTO DEBOLE
Quanto deve mettere i piedi dentro il campo va in difficoltà, soprattutto quando deve giocare al volo. Non essendo particolarmente creativo, preferisce che sia l'avversario a prendere l'iniziativa. Se è lui a dover inventrare può andare in confusione. Nel gioco di volo è ampiamente sotto la sufficienza, ma è difficile farlo uscire dalla zona di comfort. Ma vale la pena provarci: se ci si riesce, può andare in confusione.

COSA IMPARARE
Principalmente due cose: non vergognarsi se a volte è necessario utilizzare una tattca ultra-difensiva. Daniil è solito rispondere al servizio da lontanissimo, anche 3-4 metri dietro la linea. Sa che è funzionale al suo tennis e non gli interessa se l'estetica viene meno. Va detto che gli avversari hanno trovato le contromisure, dunque il serve and volley e qualche servizio lento a uscire l'hanno messo in difficoltà. Dovrà essere bravo a non farlo diventare un punto debole. E poi la personalità sul campo: Daniil sembra uscito da un capitolo qualsiasi di Winning Ugly, il libro-cult di Brad Gilbert. Senza cadere nella scorrettezza, spesso riesce a entrare nella testa dell'avversario con un attegiamento a volte arrogante, ma molto funzionale. Se in un torneo di quarta trovate un avversario del vostro livello, la differenza può essere fatta da questi dettagli.