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Djokovic cede: niente Us Open. “Ci vediamo presto”

A circa un'ora dal sorteggio, Novak Djokovic comunica che non potrà andare a New York. “Mi manterrò in buona forma e con uno spirito positivo”. Lo rivedremo in Davis, ma potrebbe non giocare match validi per la classifica ATP fino a fine ottobre. ATP Finals a rischio?

Riccardo Bisti
25 agosto 2022

Ha atteso fino all'ultimo, ma l'agognata fumata bianca non è arrivata: Novak Djokovic non parteciperà allo Us Open 2022. Alle 10.19 di New York, a circa un'ora e mezza dal sorteggio, è stato il diretto interessato a comunicare il forfait tramite. Un messaggio breve, in inglese e in serbo, in cui ha evitato polemiche e ha cercato di trasmettere positività, per quanto sia intuibile la sua delusione. “Purtroppo questa volta non potrò viaggiare a New York per lo Us Open. Grazie alla Nole Fam (suo principale gruppo di sostenitori, ndr) per i vostri messaggi di amore e sostegno. Buona fortuna ai tutti gli altri giocatori! Io mi manterrò in buona forma, con spirito positivo e attenderò una chance per competere ancora. Ci vediamo presto, mondo del tennis!”. Su questa storia è stato detto molto, e c'è poco d'aggiungere.

Il serbo ha rispettato le linee guida degli Stati Uniti: qualcuno sostiene che potrebbero cambiare a breve, magari a torneo in corso, dando la possibilità ai non vaccinati di entrare nel Paese. Ma lui non potrà più beneficiarne. Su un punto, tuttavia, non c'è spazio per discutere: si tratta di una norma anacronistica e anti-scientifica, poiché i non vaccinati di cittadinanza americana (o comunque residenti negli Stati Uniti) potranno giocare, mentre è vietato l'ingresso agli stranieri. Come ha detto Taylor Fritz durante il torneo di Cincinnati, gli Stati Uniti non sono da prendere ad esempio per la gestione del virus. “Le regole sono regole: se ci sono vanno rispettate” diceva Pete Sampras, primo idolo di Djokovic, quando gli chiesero perché giocasse i match di Davis a risultato acquisito. Questo boccone è ben più duro da digerire, ma Djokovic non poteva fare altrimenti. Non ha cercato scuse né scappatoie, è rimasto fedele alle sue idee e ne paga le conseguenze.

«Mi terrò in buona forma e con lo spirito positivo, in attesa di un'opportunità per competere di nuovo» 
Novak Djokovic
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I migliori dieci punti giocati da Novak Djokovic allo Us Open. Pe rivederlo a New York dovremo aspettare il 2023

Lo rivedremo a settembre: sarà a Valencia con il team serbo di Coppa Davis per provare a conquistare la fase a eliminazione diretta delle Davis Cup Finals. Non dovrebbero esserci problemi a superare la Corea e il disastrato Canada, quindi la qualificazione è più o meno in cassaforte. I serbi si giocheranno il primo posto nel girone contro la Spagna, priva di Nadal ma forte di Alcaraz. Poi si sposterà a Londra per la quinta edizione della Laver Cup, in cui farà squadra con Federer, Nadal, Murray, Tsitsipas e Ruud. Eventi importanti, o comunque di grande visibilità, ma che non danno punti per il ranking ATP. Non è un dettaglio da poco: con i suoi 1.970 punti, Nole è 13esimo nell'ATP Race e ha bisogno di restare tra i top-20 per giocare le ATP Finals a Torino.

Ha già fatto sapere che non giocherà tornei in più per qualificarsi al Masters, quindi la sua presenza potrebbe anche essere a rischio. Storicamente, il suo bottino attuale è sempre stato sufficiente per chiudere l'anno tra i primi 20 (condizione richiesta per chi ha vinto uno Slam), ma non è impossibile che otto giocatori riescano a superare la soglia da qui a novembre. In questo momento, il 21esimo è Denis Shapovalov con 1425 punti, 545 in meno del serbo. Con la cancellazione di Shanghai, è improbabile che giochi tornei validi per la classifica mondiale prima di fine ottobre, con la settimana degli ATP 500 di Vienna e Basilea. Dovrebbe essere in gara a Parigi Bercy, e dovrebbe bastare un torneo discreto per garantirgli la qualificazione. Ma non è scontato.

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L'ultimo successo di Novak Djokovic allo Us Open risale al 2018

Rimane il suo curioso rapporto con lo Us Open. Essendo uno specialista del cemento all'aperto (su cui ha giocato 755 dei 1.216 match nel circuito maggiore), è quasi paradossale che vi abbia vinto solo tre dei suoi 21 titoli Slam, cifra che stride con i nove incassati in Australia. A parte i successi nel 2011, 2015 e 2018, per lui New York è stata spesso fonte di delusioni. Su tutte, la squalifica di due anni fa e il mancato Grande Slam dello scorso anno, quando si fermò all'ultimo ostacolo.

Senza contare le sei finali perse, l'infortunio del 2019 e l'inopinata sconfitta con Nishikori nella semifinale del 2014. Conserva un bilancio di 81 vittorie e 13 sconfitte, tra il 2015 e il 2021 ha perso – sul campo – solo con Stan Wawrinka, ma a fine carriera ricorderà soprattutto le delusioni che i successi. Quella del 2022 forse non è la più atroce, perché era in qualche modo annunciata, ma rimane un colpo molto duro da digerire. Se la squalifica del 2020 era sacrosanta, questa mancata ammissione è discutibile.
Secondo molti, un'ingiustizia bella e buona.