L'indisciplina della giovane Sabalenka: “Fui costretta a cacciarla”

CIRCUITO WTA

9 maggio 2021

Riccardo Bisti

Sin da piccola, Aryna Sabalenka ha mostrato un carattere forte e dominante. Ha avuto un rapporto tormentato con la sua prima maestra, Elena Vergeenko,costretta a cacciarla per la sua indisciplina. Oggi hanno ricucito il rapporto. “Sin da piccola, era lei a dare ordini ai suoi genitori”.

Vincendo il Mutua Madrid Open, Aryna Sabalenka salirà al numero 4 del ranking WTA. Tuttavia, volendo credere ai racconti della madre e della sua prima allenatrice, c'è da credere che non si fermerà qui. La bielorussa proviene da una famiglia di sportivi: papà Sergei è stato un giocatore di hockey fino ai 19 anni, poi un incidente d'auto lo ha costretto a limitarsi all'attività amatoriale. È scomparso a fine 2019 per per una meningite, e ancora oggi la figlia soffre per il distacco. Aryna è sempre stata una ragazza vivace, quasi irrequieta. Come scrive sua madre Yulia nel suo profilo Instagram, era impossibile metterla a letto.

Dormiva solo tra le mie braccia. Non appena la mettevo sul letto, iniziava a singhiozzare fino a diventare blu. Inoltre amava rosicchiare i lecca lecca, anche quando eravamo a tavola. Le chiedevo di non farlo, ma lei non mi prestava attenzione”. Fu il padre a farla iniziare a giocare a tennis: aveva sei anni e la sua prima allenatrice fu Elena Vergeenko, figlia dell'ex calciatore e CT della Bielorussia Mikhail Vergeenko. A suo dire, Aryna inizò a distinguersi sin da subito dagli altri. “Voleva essere sempre prima, anche quando facevamo un semplice riscaldamento – racconta – le dicevo che non c'erano problemi se arrivava quinta o decima, che non aveva alcuna importanza.

Una piccola Aryna Sabalenka in compagnia della madre

Lei rispose: 'Non voglio essere né quinta, né decima. Io voglio essere sempre prima'”. Il rapporto tra le due non è stato semplice, perché non era facile gestire un'aspirante primadonna. Il legame è durato sei anni, durante i quali le è capitato spesso di rimproverarla e – talvolta – cacciarla dall'allenamento. “Credo che fosse lei a influenzare i suoi genitori e non viceversa. Per esempio, durante le competizioni giovanili i genitori sono spesso in tribuna a sostenere i figli. Al contrario, Aryna proibì loro di assistere ai suoi match nel campionato nazionale. Credo di averli visti sugli spalti soltanto una volta. Amava dare ordini sin da bambina: è il suo carattere”.

Per questo, quando la Sabalenka aveva 11 anni, comunicò che avrebbe smesso di allenarla. “Andai dalla madre e le dissi che non potevamo andare avanti. Non faceva mai quello che le dicevo. L'hanno presa male, ma è stata l'unica allieva che ho cacciato in tutta la mia carriera”. Col tempo, il loro rapporto si è ricucito. Non si sono viste per cinque anni, poi un giorno la Sabalenka è andata a trovarla insieme a Vera Lapko. “Dopo una bella chiacchierata, è tornata indietro e mi ha detto: “Elena, quando avrò un figlio lo porterò ad allenarsi solo e soltanto da te”.

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