Federico Coria: “Dovrebbero invitare Gaudenzi in Sudamerica. Capirebbe molto”

CIRCUITO ATP

19 aprile 2024

Riccardo Bisti

Deluso per la riduzione dei tornei ATP in Sudamerica, il fratello minore di Guillermo sostiene che il presidente ATP dovrebbe vedere di persona certi tornei: in questo modo, si renderebbe conto della passione della gente. Purtroppo per lui, i soldi girano altrove...

In attesa di sapere cosa succederà in futuro, tra proposte arabe e suggestioni di Premium Tour, il calendario ATP del 2025 ha creato un unico, grande, scontento: il Sudamerica. La cancellazione del torneo ATP di Cordoba (la cui licenza è stata spostata a Maiorca, per un torneo sull'erba) ha ridotto a tre gli eventi della Gira Sudamericana, rilanciata nel lontano 2001 e che era sempre stata composta da quattro eventi. Con Buenos Aires e Rio de Janeiro in discreta salute, Santiago che tiene duro, l'altra tappa argentina ha pagato un modesto campo di partecipazione infrastrutture non sempre all'avanguardia.

Il downgrade amareggia tanti giocatori sudamericani, che da quelle parti raccolgono denaro e punti preziosi. Tra loro c'è Federico Coria, che dopo tanti anni di carriera si è tolto l'ingombrante fardello dello status di “fratello di Guillermo”, numero 3 ATP una ventina d'anni fa. Specialista della terra battuta, ha giocato più del 90% delle partite in carriera sul mattone tritato (858 su 930), ma una certa continuità nel circuito Challenger gli ha permesso di fare una capatina tra i top-50 ATP. In un'interessante intervista con Clay, in cui ha ricordato anche la sua vecchia squalifica per “omessa denuncia”, ha detto la sua sulla situazione dei tornei sudamericani: la speranza era mantenere Cordoba e portare Buenos Aires all'upgrade, invece è successo l'esatto contrario.

Il torneo ATP di Buenos Aires accende tanto entusiasmo anche quando non ci sono argentini in campo

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Cordoba non si giocherà più, mentre nella capitale rimarrà un 250. “Secondo me bisognerebbe invitare Andrea Gaudenzi e mostrargli la passione del pubblico sudamericano. Credo che se avesse visto Jarry-Wawrinka a Buenos Aires avrebbe capito come vive il tennis un sudamericano: c'era un clima spettacolare per una sfida tra uno svizzero e un cileno, e uno come Stan - che ha vinto tutto - ha lasciato il campo in lacrime per aver perso al secondo turno in 250. Se ci pensi, è incomprensibile. L'amore che aveva ricevuto dal pubblico lo ha portato a reagire così. Spero che Gaudenzi possa venire in Sudamerica e rendersi conto di com'è”.

Coria ha poi aggiunto di non aver visto spesso in giro il presidente ATP: “Di tanto in tanto l'ho incontrato ai grandi tornei, ma suppongo che i giocatori più forti abbiano maggiori contatti”. Le speranze di Coria (che si allenò con Djokovic nei pochi giorni in cui il serbo poté allenarsi a Melbourne prima di essere espulso) sono legittime, ma si scontrano con un potere economico che raramente arriva in Sudamerica. Il circuito insegue le sedi più ricche, come insegnano gli ammiccamenti all'Arabia Saudita. E per quelli come lui ci sono sempre meno tornei, a meno di non impostare la programmazione quasi esclusivamente sui Challenger.