Australian Open: “Aprite i confini!”. ATP Cup a Melbourne?

ATTUALITÀ
16 ottobre 2020
Riccardo Bisti

A tre mesi dall'Australian Open, il direttore del torneo Craig Tiley informa che un regolare svolgimento dipenderà dalle scelte governative: se i confini saranno riaperti, l'estate australiana si svolgerà come previsto (e col 25% di pubblico). In caso contrario, spunta la possibilità di concentrare tutto a Melbourne Park.

Mancano tre mesi all'Australian Open 2021, ma le operazioni di avvicinamento sono già iniziate. Quest'anno le cose sono ben diverse, vista l'incognita dovuta al COVID-19. Il direttore del torneo Craig Tiley ha fatto sapere che potrebbero esserci grandi difficoltà se i giocatori saranno costretti a 14 giorni di quarantena estrema. Tuttavia, si è detto più che fiducioso sul fatto che si giocherà regolarmente dal 18 al 31 gennaio. Il boss di Tennis Australia fa affidamento sul fatto che il governo australiano allenti le restrizioni ai confini, e conceda un'esenzione speciale per le bolle già predisposte, in modo da consentire ai giocatori di allenarsi regolarmente. “Se un tennista dovrà essere bloccato in hotel per 14 giorni, il torneo non si giocherà – ha detto Tiley – non puoi chiedere a un professionista di fermarsi due settimane e poi essere pronto a giocare uno Slam”.

L'Australian Open 2021 dovrebbe segnare il ritorno alle gare di Roger Federer dopo la doppia operazione al ginocchio. Presente anche Serena Williams, a caccia dello Slam numero 24. Tiley ha detto che, in caso di restrizioni troppo severe, i giocatori non si presenteranno. “Attualmente i confini sono chiusi, e il nostro programma parte dal presupposto che siano aperti – prosegue Tiley – stiamo lavorando con i vari organi di governo. Ci sta benissimo che chiunque provenga dall'estero debba sottoporsi a 14 giorni di quarantena, ma stiamo cercando di trovare un accordo sul lasciarli in un ambiente in cui possano allenarsi e muoversi tra hotel e campi di gioco. È simile a quanto è stato fatto per il football australiano, con la differenza che gli atleti arrivano dall'estero e la posta in palio è più alta”.

Nel 2021, il fantastico impianto di Melbourne Park potrebbe apparire molto diverso dal solito

Us Open e Roland Garros, sia pure tra mille fatiche, si sono regolarmente svolti. Tuttavia, non c'è stata nessuna quarantena per i giocatori, ma soltanto l'obbligo di non uscire dalla bolla (quella americana era ben più rigorosa) e sottoporsi regolarmente a test e tamponi. Tiley sostiene che l'obiettivo sia garantire almeno il 25% del pubblico, e che i tennisti potranno portarsi un team di tre persone. “A New York c'è stato solo un positivo su 10.000 test, e questo mi da fiducia – prosegue – spero che il programma dei tornei estivi si possa svolgere regolarmente, ma tutto è subordinato alla riapertura dei confini. Abbiamo bisogno di risposte certe nelle prossime settimane, al massimo un mese. In quel caso, potremo organizzare un evento su più città come l'ATP Cup. In caso contrario, dovremmo riconsiderare tutto”.

L'idea è chiara: qualora non ci fosse la necessaria libertà negli spostamenti interni (ovvero tra uno stato e l'altro), l'ATP Cup e i tornei di Brisbane, Adelaide e Hobart potrebbero svolgersi direttamente a Melbourne, proprio come il torneo di Cincinnati si è tenuto a New York, nella stessa sede dello Us Open. Il vantaggio è che in Australia sarà piena estate e le temperature più calde danno una mano a ridurre il numero di casi, proprio come è accaduto in Europa. Per questo, c'è da credere che la situazione a gennaio non sarà troppo pesante. Insomma: attenzione e cautela, ma l'ottimismo rimane.