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INDIAN WELLS

Vita da sparring partner

Nei grandi tornei esiste un vero e proprio reclutamento per individuare gli sparring dei campioni. A Indian Wells, il giovane Eduardo Gonzalez si è improvvisato “maestro” della Kovinic e ha risposto ai servizi della Tsurenko. Lui vuole diventare professionista e magari emulare Taylor Fritz.

Riccardo Bisti
16 marzo 2023

Non sappiamo se Eduardo Gonzalez diventerà l'erede di Taylor Fritz, miglior tennista mai prodotto dalla fetta di California in cui sorge l'Indian Wells Tennis Garden. La storia del campione in carica del BNP Paribas Open (nonché avversario di Jannik Sinner nel quarto di stasera: diretta su Sky Sport non prima delle 23): quando era un ragazzino, i genitori Guy e Kathy lo portavano a seguire il torneo ed è proprio nel Tennis Paradise che ha giocato alcuni tornei giovanili, tra cui un avventuroso successo all'Easter Bowl. Gonzalez frequenta ancora le scuole superiori ed è il miglior tennista della Palm Desert High School. È presto per dire se diventerà un professionista, ma intanto si gode un vantaggio mica da ridere: abita a due minuti dal Tennis Garden ed è uno dei pochi sparring partner del torneo. Domenica scorsa si è goduto un'esperienza che – magari – tra qualche anno sarà pura aneddotica, mentre oggi rappresenta qualcosa di straordinario: ha svolto una sessione di allenamento con Danka Kovinic. La montenegrina (n. 62 WTA) era stata eliminata da Emma Raducanu, ma prima di recarsi a Miami ha scelto di restare a Indian Wells, laddove c'è tutto il necessario per allenarsi: campi, clima e strutture. Il problema è che le donne non si allenano troppo volentieri tra loro, dunque il mercato degli sparring partner è fiorente. E c'è anche chi si è reso conto che ci si poteva fare un business.

Non crediamo sia questo l'obiettivo del 17enne Gonzalez, che frequenta ancora la scuola e non si è messo totalmente al servizio del torneo. Ma di domenica non si va a scuola, così al mattino aveva palleggiato con alcuni doppisti. “Poi sono tornato a casa e mi hanno detto che qualcuno aveva bisogno di un partner alle 16. Mentre mi recavo al Garden, ho ricevuto un altro messaggio in cui mi si diceva che serviva qualcuno anche alle 18”. Alle quattro del pomeriggio era atteso dalla Kovinic, che gli ha dato un compito facile facile: tirare decine di palle verso il suo dritto, colpo sul quale sta effettuando un lavoro specifico. Lui si è adeguato: armato di un cesto, lanciava morbide palle alla destra della Kovinic, che sparava un dritto dopo l'altro. Più che uno sparring, sembrava un maestro di scuola SAT. Ma il loro compito è questo: mettersi a disposizione dei professionisti. Il ruolo di sparapalle umano, tuttavia, è abbastanza raro: solitamente effettua vere e proprie sedute di allenamento. “Danka aveva bisogno di ritrovare il suo ritmo e prepararsi per il prossimo torneo – ha raccontato al Desert Sun – ogni professionista ha le sue esigenze. È stata molto gentile, mi ha chiesto della mia attività e io ne ho approfittato per chiederle alcuni consigli. È stata un'ottima esperienza”.

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«Quando guardi qualcuno in TV, pensi che colpiscano molto forte. Ma quando condivido il campo con loro mi rendo conto che riesco a reggere il loro ritmo» 
Eduardo Gonzalez

Dopo la sconfitta contro Emma Raducanu, Danka Kovinic è rimasta qualche giorno a Indian Wells per allenarsi

Da parte sua, la montenegrina ha spiegato che non può chiedere un certo tipo di lavoro alle colleghe. “Se chiedo uno sparring partner, significa che voglio lavorare su alcune cose specifiche che non si possono fare con una professionista: oggi avevo bisogno di giocare tanti colpi incrociati e lui è stato molto gentile e darmi un numero indefinito di palle dal cesto, perché solitamente a uno sparring si chiede altro. Per questo ho apprezzato molto”. Per svolgere il ruolo di sparring partner non è sufficiente essere un tennista amatoriale. Nei tornei più piccoli, può capitare che siano i maestri e i migliori allievi del circolo ospitante a ricoprire l'incarico, mentre in un maxi-torneo come Indian Wells c'è una sorta di selezione. Gli aspiranti devono inviare il proprio curriculum, oltre a un filmato di se stessi in azione. Nel caso di Gonzalez è stato più facile essere reclutato, perché aveva la raccomandazione di alcuni giocatori e allenatori. Una volta ottenuto l'incarico, è finito in lista d'attesa. Quando un professionista ha bisogno di uno sparring chiede assistenza al torneo, che a sua volta verifica chi è disponibile in quel momento. Può anche capitare che il tennista chieda di uno specifico sparring con il quale aveva già lavorato, o sul quale aveva sentito buone opinioni.

“In effetti non è un ruolo aperto a tutti” dice Gonzalez, che fa parte della lunga lista dei volontari: non viene pagato per il suo lavoro, ma viene omaggiato con un prezioso pass e i buoni pasto. “Mi piace tantissimo: se potessi, lo farei ogni anno. Poi è divertente, perché quando palleggio con qualcuno finisco per farci il tifo”. Da parte sua, sa bene che il BNP Paribas Open mette in palio parecchi soldi e punti ATP-WTA, quindi non può permettersi di vivere l'esperienza come una vacanza. Sa che deve mettersi a disposizione degli occasionali datori di lavoro. Una volta esaurito il suo compito, prova a capire se è il caso fare due chiacchiere con i professionisti, e magari chiedere loro qualche curiosità e/o consiglio. Con la Kovinic gli è andata bene: ha trovato una persona affabile e ha potuto raccontare le sue aspirazioni: una volta che avrà preso il diploma si recherà al college, visto che è già stato opzionato dalla University of California, che si trova a Davis, nei pressi di Sacramento, e poi proverà a fare il professionista. Le ha fatto le domande tipiche di un'aspirante giocatore: quanto è dura stare sempre in viaggio, se la vita nel tour è faticosa e cose del genere.

Eduardo Gonzalez ha dato una mano alla Kovinic in una sessione di allenamento specifica per il dritto

Mettere i propri filmati su Youtube può essere un buon modo per farsi notare. Lo ha fatto anche Eduardo Gonzalez

Gonzalez ha un bel vantaggio: essendo americano è madrelingua inglese, ormai la lingua universale di ogni disciplina sportiva. Ma abitando a due passi dal confine col Messico, conosce anche lo spagnolo, altra lingua molto utilizzata nel tour. “Quest'anno mi è capitato di palleggiare con lo svedere Mikael Ymer: lui non parla inglese ma aveva con sé un traduttore, così lo abbiamo utilizzato come tramite ed è andato tutto bene”. Al contrario, ha sfruttato la sua conoscenza dello spagnolo per comunicare con Caroline Garcia e il suo coach. “Oggi è numero 5 del mondo e probabilmente è la giocatrice più famosa con cui ho giocato”. La domenica da sogno di Gonzalez non è finita qui, perché un'ora dopo si è spostato sul Campo 5 per palleggiare con Lesia Tsurenko. Stavolta aveva un compito ben diverso, perché da lì a poco l'ucraina avrebbe dovuto scendere in campo contro Aryna Sabalenka. Nella fattispecie, la Tsurenko voleva mettere a punto il servizio e ha chiesto al 17enne americano di rispondere alle sue messe in gioco. Lui si è diligentemente prestato, mettendo in campo quasi tutto. E c'è rimasto male quando ha sbagliato un paio di risposte.

Non è stato questo, tuttavia, il motivo che ha mandato nel panico l'ucraina e l'ha spinta a non scendere in campo. Sconvolta per i fatti in Ucraina, Lesia ha dato forfait e ha reso vano il preriscaldamento con Eduardo. “Quando guardi qualcuno in TV, pensi che colpiscano molto forte, ma quando condivido il campo con loro mi rendo conto che riesco a reggere il loro ritmo, questo mi dà fiducia e penso di poter arrivare al livello successivo” racconta Gonzalez, che per il sito-cult Tennis Recruiting è un giocatore che vale quattro stelle e si trova tra i migliori cento giocatori della nazione di una classifica in cui le giovani promesse possono mettersi in mostra, nella speranza di trovare un ingaggio nei migliori college americani e dare concretezza al sogno di trasformare il tennis in una professione. Quest'anno Gonzalez ha partecipato a un torneo a Newport Beach, il cui vincitore avrebbe ottenuto una wild card per un torneo ITF da 25.000 dollari che si sarebbe svolto nello stesso club. Ha giocato bene, ma si è arreso in semifinale. La strada è ancora lunga e non è detto che la percorra fino in fondo, ma intanto si sta giocando tutte le carte in suo possesso. Anche se si tratta di fare il cesto a una top-100 WTA.