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AUSTRALIAN OPEN

Un treno è passato, ma Fognini non l'ha preso

Un ottimo Nadal si impone 6-3 6-4 6-2, ma la partita poteva cambiare nel secondo set: Fognini era in vantaggio, poi ha perso un paio di game cruciali. Rafa è a tre partite dal 21esimo Slam, l'azzurro può sorridere per la ritrovata condizione.

Riccardo Bisti
15 febbraio 2021

Il modo in cui Fabio Fognini aveva superato Alex De Minaur aveva gonfiato l'attesa per il match contro Rafael Nadal. Ci poteva stare: il ricordo dello Us Open 2015, quando il miglior Fognini di sempre rimontò due set di svantaggio, rimane una delle gemme della sua carriera. A Melbourne si gioca su una superficie simile e le suggestioni c'erano. Ma sono passati oltre cinque anni, Fognini ha un paio di caviglie operate in più e – soprattutto – Nadal è un altro giocatore. Quello del 2015 stava vivendo un momento complicato, mentre il post-lockdown ci ha offerto un Rafa rinnovato, che sembra non avvertire lo scorrere del tempo. Soltanto l'aspetto tradisce i suoi 34 anni e mezzo, ma sul campo continua ad essere rapido ed esplosivo. E rimane un immenso agonista.

Non c'è dunque da sorprendersi per il 6-3 6-4 6-2 con cui ha battuto Fognini per la tredicesima volta (a fronte di quattro sconfitte). È stato il più bravo, ma soprattutto il più costante. Fognini ha dato segnali importanti, però è mancato nei momenti cruciali. La cronaca di questo match passa inevitabilmente da qui: dopo un inizio difficile, Fognini ha migliorato il suo rendimento e ha messo in atto il piano tattico studiato con Alberto Mancini: accettare il palleggio fino a un certo punto, poi prendere l'iniziativa con il lungolinea (sia dritto che rovescio) e cercare di prendersi il punto a rete, magari con una volèe non troppo difficile. Il piano ha funzionato nel sesto game, che gli ha permesso di salire 4-2.

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"C'è stato un momento della partita in cui Fabio è stato migliore di me" Rafael Nadal

Nadal era un po' nervoso, tanto da far pensare che potessero esserci le premesse per l'impresa. I due game successivi hanno deciso la partita. Sul 4-2, Fognini ha rimontato da 0-40 (notevoli due ace consecutivi su altrettante palle break), ma non è riuscito a ricucire il game. Nel successivo, si è trovato a sua volta 0-40 sul servizio di Nadal. Non ha sfruttato il momento e il match è finito lì, mentalmente ancor prima che tecnicamente. Nadal ha raccolto 13 degli ultimi 15 punti del set, ed è stato il primo ad ammettere che quei 2-3 game hanno definito l'esito di tutto il match. “Sul 3-2 non ho giocato un bel game ma sono stato fortunato a trovare l'immediato controbreak, poi nel successivo ho rimontato da 0-40. È stata una fortuna trovarsi 5-4. C'è stato un momento della partita in cui lui è stato migliore di me”.

Sarà pure il numero 2 del mondo, ma non perde mai l'umiltà. È una delle ragioni per cui è giunto per 43 volte nei quarti di uno Slam (13 all'Australian Open). A parte le difficoltà incontrate nel secondo set, Nadal può essere soddisfatto della sua prestazione: nel primo set, in particolare, ha strozzato le trame di Fognini con una condotta particolarmente aggressiva. Gli tornerà utile nei quarti contro Stefanos Tsitsipas, suo prossimo avversario in virtù del ritiro di Matteo Berrettini (stiramento addominale, ufficializzato a un paio d'ore dal match). E può sorridere anche per la sua condizione fisica: “La schiena va meglio, domani sarà un giorno di allenamento molto importante e spero di essere pronto per giocare un buon match”.

Rafael Nadal affronterà Stefanos Tsitsipas nel suo 13esimo quarto di finale all'Australian Open

Rafa ha poi confermato l'ovvio, ricordando che gli è piaciuto giocare di giorno, sotto il sole, con i rimbalzi più alti e le palle un po' più rapide. Purtroppo per lui, eventuali semifinale e finale si giocheranno di sera. “Devo adattarmi a ogni condizione, sono qui per questo e credo di avere un po' d'esperienza in questo senso”. Al di là della sconfitta, la trasferta australiana ha dato ottimi segnali a Fabio Fognini. Se c'era qualche dubbio sulle sue condizioni fisiche, sono scomparsi. Il recupero post-operazione è andato alla grande e Fognini è di nuovo in piena forma. Sul piano tecnico, si intravedono alcune somiglianze tra il modo di lavorare di Alberto Mancini e quello di Franco Davin, il tecnico con cui ha raggiunto i top-10. Grande attenzione all'ordine tattico durante il match, senza però soffocare l'estro.

Le sensazioni sono positive e l'età, tutto sommato, gli concede ancora spazio per raccogliere qualcosa d'importante. Rimane l'amarezza per il mancato exploit in un torneo de Grande Slam: se è vero che la già citata vittoria contro Nadal rimane un risultato straordinario, Fabio ha raggiunto un solo quarto di finale, peraltro risalente a dieci anni fa, al Roland Garros 2011. E non lo giocò per infortunio. Un po' poco, in 48 partecipazioni. Un po' poco, per uno con il suo talento. Il nuovo team rappresenta l'ennesimo tentativo per farcela, magari proprio a Parigi. Da parte sua, Nadal continua a giocare per la storia: qualora dovesse vincere il torneo, diventerebbe il primo nell'Era Open a vincere tutti gli Slam in almeno due occasioni. Ma, soprattutto, diventerebbe il più titolato di sempre, arrivando a 21 Slam contro i 20 di Roger Federer. Gli mancano tre partite: toste, difficili, complicate. Ma questo Rafa sembra pronto alla sfida.