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DAVIS CUP FINALS

Un po' in Europa, un po' ad Abu Dhabi, in nome del denaro

Domenica saranno svelati i nuovi dettagli delle Davis Cup Finals: tutto fa pensare che i quattro gironi (norma stabilita da mesi) saranno in altrettante città europee, mentre dai quarti si andrà ad Abu Dhabi. L'azzardo logistico è evidente. Intanto gli emiratini stanno già adottando nuove strategie per vendere qualche biglietto...

Riccardo Bisti
1 dicembre 2021

Domenica 5 dicembre, alle 11 del mattino, Kosmos annuncerà i piani per le nuove Davis Cup Finals. Volevano maggiore riservatezza, ma le indiscrezioni filtrate tramite il Telegraph sono rimbalzate in tutto il mondo. Vista la serietà della testata, e le conoscenze della sua firma tennistica Simon Briggs, c'è da credere che le 217 once d'argento voleranno ad Abu Dhabi per un torneo che dovrebbe finire a dicembre inoltrato. Mentre l'Italia giocava il suo quarto di finale contro la Croazia, sono emerse ulteriori indiscrezioni che hanno sorpreso soltanto i meno attenti: oltre al cambio di sede, ci sarà una leggera modifica al format. Via le Finals a 18 squadre (divise in 6 gironi), arriva una formula più tradizionale con 16 squadre spalmate in quattro gruppi, con le prime due di ciascun girone qualificate per i quarti. Non è una novità: la modifica era già stata proposta lo scorso gennaio, insieme alle novità del 2021 (allargamento a tre città e undici giorni di gara). Non sono necessari stravolgimenti: basterà annullare le wild card assegnate nelle ultime due edizioni, a beneficio di squadre che non avrebbero avuto il diritto di esserci. Alle prossime Finals saranno ammesse di diritto le quattro semifinaliste del 2021 (già certe Croazia e Germania, a breve scopriremo le altre) più le dodici vincenti del turno di qualificazione, previsto nel primo weekend di marzo.

La reale novità anticipata dal Telegraph riguarda un'ulteriore spacchettamento del prodotto: non si giocherebbe più in tre città, ma addirittura in cinque. I quattro gironi sarebbero spalmati in quattro città europee, poi le otto quartofinaliste andrebbero ad Abu Dhabi per la fase a eliminazione diretta. Senza dirlo chiaramente, continuano ad ammettere il fallimento del nuovo format, che ha cancellato il concetto di casa-trasferta. Guarda caso, gli unici match con un'atmosfera accettabile sono stati quelli di Spagna e Italia, nazioni ospitanti. Se le anticipazioni saranno confermate, ben quattro squadre avranno il vantaggio di giocare in casa, con benefici per la vendibilità locale dell'evento, ma in spregio alla regolarità della manifestazione. Fino al 2018 c'era la regola della reciprocità (valida per i match giocati dal 1970 in poi), norma equa e trasparente. Adesso le sedi dei gironi – e i loro risvolti sportivi – saranno stabilite in base a criteri economici e commerciali, peraltro privilegiando un continente a discapito degli altri. Vi sembra normale che Argentina, Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone e gli altri Paesi extra-europei debbano rinunciare a prescindere a giocare in casa, soltanto perché la stagione ATP termina in Europa e dunque è più comodo restare nei paraggi? E vi sembra corretto che le fase a gironi si giochi sul cemento indoor (unica condizione possibile a fine novembre), mentre quella a eliminazione diretta sul cemento all'aperto del Golfo Persico?

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Continuano ad ammettere il fallimento del nuovo format, che ha cancellato il concetto di casa-trasferta. Guarda caso, gli unici match con un'atmosfera accettabile sono stati quelli di Spagna e Italia, nazioni ospitanti.

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Un ibrido che non piace: si sono giù sollevate voci critiche, sia per i contenuti che per il modo con cui sarebbero state prese le decisioni (senza consultare le squadre). Ma Kosmos deve (provare a) far fruttare il maxi-investimento promesso, dunque va avanti per la sua strada. Secondo il Telegraph, il consiglio d'amministrazione ITF non avrebbe altre opzioni praticabili, dunque non avrebbe creato alcuna opposizione a Gerard Piquè, il quale avrebbe concluso personalmente l'accordo. Sul piano logistico, si tratta di un progetto molto ambizioso. Da Milano ad Abu Dhabi è un volo di quasi sei ore, con tre fusi orari di differenza. Da alcune città europeee, il viaggio sarebbe ancora più lungo. Cambiare condizioni tecniche a torneo in corso è un fatto senza precedenti: per carità, è capitato che tennisti vincessero tornei in settimane consecutive e in continenti diversi (guardate il record di Ivan Lendl nel 1981...), ma si trattava di scelte individuali, volontarie e mai imposte.

Non si è mai visto che la stessa competizione (perché le Davis Cup Finals sono ormai assimilabili a un torneo tradizionale) cambiasse condizioni a metà evento. A meno che non si vogliano considerare alcuni tornei ATP-WTA-Challenger, travolti dalla pioggia e con alcuni match spostati al coperto. Ai giocatori sarebbe richiesto uno sforzo importante: passare in pochi giorni dal freddo europeo al caldo di Abu Dhabi (a dicembre si respira, ma ci si può avvicinare ai 30 gradi). Inoltre ci sarebbe il problema dei sostenitori: quale tifoseria prenoterebbe in anticipo un viaggio negli Emirati (peraltro in una delle città più care del mondo) senza sapere se la propria nazionale si qualificherà? Il rischio è assistere alle fasi decisive in un clima spettrale (nella peggiore delle ipotesi) o neutrale (nella migliore). Come un torneo qualsiasi, a differenza dell'atmosfera che soltanto la Davis può creare. Ne avremo conferma tra qualche giorno a Madrid, quando si giocheranno l'Insalatiera due squadre diverse della Spagna.

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Non c'è alcuna possibilità che ci siano squadre della zona (gli Emirati Arabi non hanno neanche un giocatore in classifica ATP), senza contare alcune questioni sui diritti umani (da quelle parti devono ancora fare parecchia strada: l'omosessualità è illegale). Tuttavia, c'è un motore che sembra spingere forte verso Abu Dhabi: i soldi. Piquè avrebbe promesso un prize money di 16 milioni di dollari, quasi doppio rispetto a quello di quest'anno (9 milioni). Un ottimo incentivo per i giocatori e per qualche federazione, ma a condizioni ancora più irrispettose per la competizione. A breve conosceremo i dettagli: nel frattempo, Abu Dhabi si prepara per ospitare la sua maxi-esibizione di metà dicembre, il Mubadala World Tennis Championships. Sarà la tredicesima edizione di un evento con diversi top-players, ma che ancora oggi ha bisogno di strategie di marketing per attirare pubblico.

Proprio oggi scatta l'iniziativa 12 Days of Tennis, in cui tutti coloro che acquisteranno i biglietti per la manifestazione (prevista dal 16 al 18 dicembre) parteciperanno a un'extrazione per ottenere alcuni gadget. Chi procederà all'acquisto entro il 4 dicembre sarà in ballo per 50 cimeli autografati da alcuni dei migliori giocatori di sempre. Dopodiché, ogni giorno di prevendita avrà i suoi premi in palio. Chi acquisterà il 5 dicembre potrà aggiudicarsi i gadget del torneo autografati da Dominic Thiem, di nuovo in campo dopo sei mesi di assenza. Acquistare i biglietti il 6 dicembre significherà competere per i gadget di Emma Raducanu, poi nei giorni successivi sarà la volta di Andy Murray, Andrey Rublev, Casper Ruud, Belinda Bencic, Denis Shapovalov e Rafael Nadal. Vista la grande popolarità dello spagnolo, c'è da credere che la maggior parte dei biglietti sarà aquistata proprio nell'ultimo giorno di prevendita. Tuttavia, portare quel che resta della Davis in una località che deve adottare certe strategie per vendere i biglietti, e che metterà a disposizione un centrale con appena 5.000 posti a sedere, lascia davvero perplessi. Molto perplessi.