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COPPA DAVIS

Vogliono portare la Davis nel Golfo Persico!

Abu Dhabi sarebbe in pole position per ospitare le prossime 5 edizioni delle Davis Cup Finals: con un centrale (per ora) da 5.000 posti, sarebbe l'ulteriore prova di un impietoso declassamento. Quanti appassionati sarebbero disposti a viaggiare negli Emirati? Ma i soldi degli sceicchi potrebbero essere molto preziosi.

Riccardo Bisti
25 novembre 2021

Canada-Svezia a Madrid, Francia-Repubblica Ceca a Innsbruck, Croazia-Australia a Torino. È il menù dela prima giornata delle Davis Cup Finals, seconda edizione con il nuovo format. Undici giorni sui quali abbiamo già scritto molto, forse troppo. Difficile appassionarsi a una vicenda agonistica così complessa, fatta eccezione per i match dell'Italia, favorita numero 2 per i bookmakers alle spalle della Russia, pardon, Russian Tennis Federation. Nel giorno in cui iniziano le ostilità, tuttavia, emerge un'indiscrezione. Anche questa arriva dalla Gran Bretagna ed è molto simile a quella uscita due mesi fa: allora fu Mike Dickson a sostenere che la competizione potrebbe trasferirsi in Medio Oriente, ipotizzando una fusione con l'ATP Cup. Pochi giorni dopo la semi-ufficializzazione che quest'ultima si giocherà anche nel 2022, sempre in Australia, stavolta è Simon Briggs sul Telegraph ad affermare che il Medio Oriente sarebbe a un passo da uno storico accordo con Kosmos. Le Davis Cup Finals potrebbero spostarsi ad Abu Dhabi già dall'anno prossimo, per cinque anni.

Le notizie di due mesi fa riguardavano l'Arabia Saudita, non troppo gradita per ragioni politiche (ricordate le infinite polemiche per l'esibizione Nadal-Djokovic di qualche anno fa, che poi saltò per un infortunio dello spagnolo?). La soluzione individuata da Gerard Piqué sarebbero gli Emirati Arabi Uniti. Da qualche anno, Abu Dhabi ospita un'esibizione nella seconda metà di dicembre: saltata nel 2020, tornerà i prossimi 16-18 dicembre e vedrà in campo Andrey Rublev, Rafael Nadal, Dominic Thiem, Casper Ruud, Denis Shapovalov ed Andy Murray, senza dimenticare il match femminile tra Emma Raducanu e Belinda Bencic. Lo scorso gennaio, per non restare a secco di tennis, Abu Dhabi ha ospitato una tappa del circuito WTA. Le strutture ci sono, i soldi non sono certo un problema per gli emiri. L'ipotetico evento terminerebbe a inizio dicembre, poco prima dell'inizio dei mondiali di calcio nel vicino Qatar. E sembra che Kosmos sia orientata a lasciare l'Europa per volare fin laggiù. Nel suo articolo, Briggs sostiene che tale soluzione non si adatta allo spirito della Coppa Davis. Vero, ma questo spirito si è già perso nella celebre assemblea di Orlando, non si è visto a Madrid 2019 e si vedrà ancora meno quest'anno.

ASICS ROMA
"Le speculazioni sulla competizione in Medio Oriente non sono niente di nuovo. Il consiglio ITF sta valutando le sedi per il 2022 insieme a Kosmos, e spera di prendere una decisione entro la fine di questa edizione"
Portavoce ITF

Lo scorso gennaio, Abu Dhabi ha ospitato un torneo WTA vinto da Aryna Sabalenka. L'evento si è giocato a porte chiuse

“Nella sua forma più esaltante, l'evento è stato caratterizzato da pubblico rumoroso e grande tifo sugli spalti – scrive Briggs – ma il Medio Oriente non è certo un luogo dove proliferano i talenti (a proposito, anni fa fu annunciata una collaborazione tra la FIT e la federtennis degli Emirati Arabi Uniti, di cui non si è più saputo nulla) e c'è il rischio che si giochi in un clima desolante, senza nemmeno la presenza della squadra di casa, sola ragione che può accendere il pubblico con il format attuale. Nel 2019, gli unici sold-out arrivarono con i match della Spagna. Quest'anno le Furie Rosse giocheranno ancora a Madrid (ma senza Nadal), a Innsbruck gli austriaci saranno condannati alle porte chiuse, mentre sarà interessante vedere quanta gente andrà al Pala Alpitour a tifare gli azzurri dopo l'indigestione della scorsa settimana. Ad Abu Dhabi non ci sarebbe nulla di tutto questo.

Avevo sentito qualcosa del genere, ma si tratta di informazioni di seconda mano – ha detto Leon Smith, capitano della Gran Bretagna – se fosse vero, sarebbe bello poterne parlare prima che vengano prese delle decisioni. Se parli con qualsiasi giocatore o capitano che ha vissuto l'atmosfera della Coppa Davis, ti dirà che l'ambiente è molto importante. Che sia in casa o in trasferta, deve esserci tanta gente. Devono esserci le condizioni migliori per tutti”. Il problema è che l'ambiente invocato da Smith si è già perduto, e ad Abu Dhabi sarebbe ancora peggio. Quanti appassionati sarebbero disposti a un volo lungo e costoso per arrivare negli Emirati? Senza contare che le tifoserie organizzate della Davis si sono quasi interamente sciolte. La più calda, quella francese, avrebbe portato appena 40 persone a Innsbruck prima dell'annuncio degli incontri a porte chiuse. A proposito di Francia, Briggs ha poi ricordato le parole di Yannick Noah, vincitore (da capitano) dell'ultima edizione con il vecchio format. “Vergogna a tutti quelli, giocatori, dirigenti e media, che hanno appena venduto l'anima della Coppa Davis”.

Capitale degli Emirati Arabi Uniti, Abu Dhabi conta circa un milione e mezzo di abitanti

Gita virtuale all'interno dello Zayed Sports City International Tennis Centre, possibile sede delle Davis Cup Finals

C'è poi il problema dell'ATP Cup, il cui format è molto simile e ha avuto un impatto decisamente migliore. Proprio per questo, si era parlato di una fusione. Le due competizioni garantiscono un montepremi importante (anche se la pandemia l'ha sensibilmente ridotto), per questo i giocatori di media classifica le vedono con favore. Ma se l'ATP Cup è perfetta come preparazione per l'Australian Open, la collocazione delle Davis Cup Finals è tremenda: molti sono costretti a giocarle a stagione abbondantemente finita, nel cuore della preparazione, a volte anche un mese dopo aver giocato l'ultimo torneo. Nel 2019, la finale si è giocata il 24 novembre. Quest'anno sarà addirittura il 5 dicembre, poche settimane prima della partenza per l'Australia. Anche Briggs ha ricordato l'assemblea del 16 agosto 2018, quandil 71,57% dei delegati votò per la riforma. Nell'occasione, Gerard Piqué (accolto come una star, soprattutto dai delegati delle federazioni povere) mostrò una clip con un'esibizione di Shakira, accompagnata dallo slogan: “Il tennis come non l'avete mai visto”.

Se davvero Abu Dhabi sarà confermata come la nuova sede, quelle audaci promesse suoneranno più vuote che mai” termina l'articolo del Telegraph, anche se l'ITF ha frettolosamente smorzato i toni. Quella del portavoce della federazione internazionale non ha esattamente l'aria di una smentita: “Le speculazioni sulla competizione in Medio Oriente non sono niente di nuovo. Il consiglio ITF sta valutando le sedi per il 2022 insieme a Kosmos, e spera di prendere una decisione entro la fine di questa edizione”. Traduzione: “stiamo per decidere e Abu Dhabi è certamente tra le soluzioni favorite”. Se le speculazioni saranno confermate, la sede principale sarà lo Zayed Sports City, impressionante cittadella con impianti per diversi sport. L'International Tennis Centre ospita 9 campi in cemento all'aperto, con un centrale con poco più di 5.000 posti a sedere (5.089), due show-court da 500 spettatori ciascuno, uno spazio indoor di 600 metri quadri e due ristoranti. Siamo al limite per ospitare la Davis, anche perchè dall'anno prossimo ci saranno quattro gironi da quattro squadre. Di certo i soldi e l'eventuale ammoderamento degli impianti non sarebbero un problema per gli sceicchi. I problemi sarebbero ben altri.