The Club: Bola Padel Roma
L'INTERVISTA

Un baby coach con le idee (molto) chiare

Antonio Zucca ha 29 anni ed è già un nome di richiamo in virtù del lavoro con Laura Siegemund. Il sogno di vivere negli Stati Uniti, la passione per il tennis e qualche previsione per il futuro: "Sinner vincerà presto uno Slam, mi piace moltissimo Jasmine Paolini e occhio a Marta Kostyuk".

Da Porto Torres, Valentina Guido
6 febbraio 2022

Coach, fidanzato e anche un po’ chioccia, nel senso positivo di figura che sa proteggere. Antonio Zucca sembra proprio la persona adatta ad accompagnare l’esuberanza di Laura Siegemund, ferma ai box dall’estate scorsa per infortunio (l'ultimo match risale alle Olimpiadi di Tokyo, il 25 luglio). Superata la fase acuta della riabilitazione, i due sono tornati in campo ad allenarsi al Tennis Club Porto Torres. Vedere l’intensità con cui lavorano è un piacere. Il rientro in campo è previsto a febbraio: Laura Siegemund è iscritta a due tornei ITF da 25.000 dollari, in Portogallo. Li abbiamo incontrati durante una pausa: mentre la ex numero 27 della classifica WTA ci ha raccontato le sue aspettative per il 2022, e, in prospettiva, il suo futuro da mental coach, il 29enne di Porto Torres, fresco campione sardo di doppio e vicecampione in singolare, ha detto la sua sul presente e il futuro del tennis italiano. Più che un’intervista, sembra una dichiarazione d’amore per il tennis.

Laura in passato ha affermato di essere una giocatrice difficile da allenare. È vero?
È difficile nel senso che lei dà il massimo e vuole sempre il massimo, ma la parte positiva è che è sempre concentrata, vuole giocare sempre meglio, si allena sempre al 400%. Perciò non è semplice, ma è bello che lei sia fatta così. Diversamente non sarebbe mai arrivata al numero 27 del mondo.

Qual è la migliore qualità di Laura come fidanzata?
Pensa molto e parliamo tanto. Insieme troviamo una soluzione che fa al caso mio. Io la aiuto all’interno del campo, lei mi aiuta fuori dal campo. Se ho un problema, Laura mi ascolta ed è pronta ad aiutarmi in ogni momento.

Se doveste crescere dei figli, dove immaginereste il futuro della vostra famiglia? In Germania o in Sardegna?
Mi piacerebbe trasferirmi negli Stati Uniti.

Dove ti immagini tra un anno?
Sicuramente in Australia!

E dove ti vedi tra 5 anni?
Non ne ho idea. Spero con Laura, probabilmente non sul campo perché non so se vorrà giocare altri 5 anni, ma sicuramente mi vedo nel mondo del tennis.

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«Ogni volta io e Laura ci chiediamo perché Jasmine Paolini non sia più in alto nel ranking. Ha vinto un torneo, penso che vincerà ancora e salirà in classifica» 
Antonio Zucca
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Antonio Zucca e Laura Siegemund hanno trascorso le vacanze natalizie a Porto Torres

Sarai ancora al lavoro come coach?
Probabilmente sì. Non vedo altro adesso perché stare sul campo è la mia vita ed è ciò che amo fare. Non sarebbe male nemmeno lavorare in un circolo, ma è una cosa diversa: sarebbe meglio stare nel tour, è più difficile ma anche più stimolante. E vorrei lavorare con qualcuno come Laura, cioè con una persona che vuole migliorarsi e vivere di tennis.

Un giorno, quando smetterai di essere il coach di Laura, chi vorresti allenare?
Mi piace Marta Kostyuk. Gioca molto bene, è giovane, penso che potrebbe diventare presto una top 10.

Parliamo di tennis italiano. Chi sarà il prossimo a vincere un torneo dello Slam?
Probabilmente Sinner, per me ha più chance di Berrettini sul lungo termine. È nel tour solo da 3 anni ma è già top 10.

C’è secondo te un giocatore o una giocatrice italiana giovane o sottovalutata, che a tuo parere meriterebbe più considerazione?
Jasmine Paolini. Non è sottovalutata, ma andrebbe considerata di più. L’anno scorso è passata dalla posizione 80 fino alle prime 50. Si allena spesso con noi, sa giocare molto bene. Ogni volta io e Laura ci chiediamo perché non sia più in alto nel ranking. Ha vinto un torneo, penso che vincerà ancora e salirà in classifica.

Il documentario Untold su Mardy Fish e le dichiarazioni di Naomi Osaka hanno posto l’accento sulla salute mentale nel tennis. Secondo te se ne dovrebbe parlare di più?
Sì, ma vorrei aggiungere una cosa. Molti non lo sanno, ma la WTA ha degli psicologi e li manda in ogni torneo nel caso in cui le giocatrici ne abbiano bisogno, quindi non è corretto dire che non venga fatto nulla.

Cresciuto a Porto Torres, Antonio Zucca è ancora oggi uno dei migliori tennisti sardi

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Zucca e Siegemund hanno lavorato duramente per rimettere in sesto il fisico della tedesca in vista del rientro agonistico

È vero che le conferenze stampa post partita son molto stressanti?
Il problema principale è che bisogna andare subito in conferenza stampa. Se si potesse aspettare qualche ora sarebbe diverso.

Cosa suggeriresti ai giornalisti per migliorare il loro rapporto con i tennisti, sapendo che sono lì per fare il loro lavoro?
Non dovrebbero fare le stesse domande ogni volta. Inoltre capita che siano troppo aggressivi, vogliono lo scoop, quindi pressano e provocano il tennista per fare un titolone. Dovrebbero rispettare maggiormente i giocatori.

Un messaggio per Amelie Mauresmo, prima donna a dirigere il Roland Garros.
Sono contento per lei e mi fa piacere che ci siano più donne perché stanno lavorando bene ovunque si trovino. Per esempio a Stoccarda ha un ruolo di primo piano Anke Huber.

Antonio, per te il tennis è…?
Per me il tennis è un sogno. Venire da questa piccola città, andare negli Slam con Laura e altri nomi importanti è un sogno che non avrei mai immaginato si potesse realizzare. E anche entrare nella classifica ATP è stato bellissimo. Come dice Laura, ogni giorno si impara qualcosa, è una grande esperienza, non c’è niente come il tennis. La scuola non regge il paragone, nemmeno l’università. È veramente qualcosa di speciale.