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Supercoach!

Mentre Matteo Berrettini vince una partita dopo l'altra, Jannik Sinner prova a ripartire col botto: a Eastbourne e a Wimbledon, Simone Vagnozzi sarà affiancato da Darren Cahill, l'uomo che ha portato tre giocatori al numero 1 del mondo. Una scommessa molto affascinante. 

Riccardo Bisti
19 giugno 2022

Jannik Sinner possiede diverse qualità. La pensano così i suoi sponsor, pronti a coprirlo d'oro come è accaduto con Nike. Di sicuro è uno che non si accontenta. Una volta chiuso il legame con il team di Riccardo Piatti, si è affidato a Simone Vagnozzi ma ha perso una serie di riferimenti, soprattutto sul piano della preparazione fisica e atletica. Ed è un dato di fatto che negli ultimi tre mesi sia stato vittima di piccoli acciacchi, fino a doversi ritirare durante gli ottavi del Roland Garros. Quello che ha parlato con i giornalisti dopo il match contro Andrey Rublev era un Sinner spento, un po' smarrito, preoccupato per i problemi fisici. “Ma se dovessi saltare qualche torneo per investire su qualcosa a lungo termine, sarei pronto a farlo”.

Eccolo, il grande pregio di Jannik: è costantemente proteso alla crescita, al miglioramento. Preso atto che la parte atletica è il punto debole della sua struttura, si è subito attivato: prima ha assunto Jerome Bianchi (ex di Stefanos Tsitsipas, oltre ad aver lavorato con Sharapova e Wawrinka) nel ruolo di fisioterapista, poi ha inserito nel team una vecchia conoscenza di Simone Vagnozzi, quell'Umberto Ferrara che aveva fatto parte del team del Cecchinato dei miracoli. Professionisti di alto profilo, il cui compito sarà di mettere in sicurezza i suoi muscoli preziosi ma fragili. Alla vigilia del torneo ATP di Eastbourne (esordirà contro il vincente di Paul-Cerundolo, possibile quarto contro Sonego), arriva un'altra notizia: ad affiancare Vagnozzi ci sarà nientemeno che Darren Cahill, australiano, uno dei coach più in vista del circuito.

Darren Cahill è stato l'ultimo coach di Andre Agassi, raccogliendo la pesante eredità di Brad Gilbert. Sotto la sua guida, l'americano è diventato... il più anziano numero 1 di sempre.
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L'aiuto di Cahill è stato decisivo nel quarto titolo all'Australian Open di Andre Agassi

Classe 1965, è stato un buonissimo giocatore. Semifinalista allo Us Open 1988, numero 22 ATP l'anno dopo e ottimo doppista, ha lottato costantemente con problemi al ginocchio e si è sottoposto a una decina di operazioni, salvo poi ritirarsi definitivamente nel 1995. Ma è da allenatore che si è costruito una fama da vincente, quasi da guru. Perché il suo curriculum è impressionante: intanto è partito col botto, aiutando il connazionale Lleyton Hewitt (preso quando aveva 12 anni) a diventare il più giovane numero 1 ATP nella storia del tennis. Dopodiché è stato l'ultimo coach di Andre Agassi, raccogliendo la pesante eredità di Brad Gilbert. Sotto la sua guida, l'americano è diventato... il più anziano numero 1 di sempre (primato poi battuto da Roger Federer). Quando Agassi si è ritirato, Cahill è entrato a far parte dell'Adidas Player Development Program, il che gli ha consentito di lavorare con alcuni dei principali testimonial dell'azienda.

Tra loro Murray e Verdasco, poi diverse giocatrici: Ana Ivanovic, Daniela Hantuchova e Sorana Cirstea. La svolta che lo ha portato a lavorare costantemente nel circuito WTA è arrivata con Simona Halep. Lo ha assunto nel novembre 2015 e hanno lavorato insieme per tre anni, duranti i quali c'è stata una breve separazione dopo il litigio al torneo di Miami nel 2017. La Halep capì quel che stava perdendo, tornò sui suoi passi ed è diventata numero 1 del mondo. La partnership è terminata a fine 2018, quando il coach australiano scelse di prendersi un periodo sabbatico di dodici mesi per restare più vicino alla famiglia. I due hanno poi ripreso a lavorare insieme prima che la partnership terminasse definitivamente. Che l'australiano non ami accontentarsi è certificato da quanto accaduto nella breve collaborazione con Amanda Anisimova.

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Non solo coach: Darren Cahill è anche analista, commentatore e intervistatore per ESPN

L'atteggiamento di Simona Halep durante questo coaching spinse Darren Cahill a chiudere il loro legame professionale. Un mese dopo sarebbero tornati insieme e l'avrebbe condotta al numero 1 WTA

Dopo l'ottimo inizio di stagione (vittoria a Melbourne e quarto turno all'Australian Open), i due si sono separati alla vigilia di Indian Wells. Motivo? Cahill era ancora stressato dal periodo post-COVID, dunque non sentiva di poter dare tutta l'attenzione necessaria alla giocatrice. D'altra parte, a 56 anni e con un curriculum come il suo (inoltre dal 2007 fa l'analista per ESPN e lo si vede spesso in campo per le interviste post-match allo Us Open) non ha certo bisogno di strappare un ingaggio. Se ha accettato la proposta del clan Sinner significa due cose: da una parte si è ripreso dopo lo stress che lo aveva spinto ad allontanarsi, dall'altra che crede nelle potenzialità dell'azzurro. In virtù della sua ultima esperienza, è difficile pensare che possa impegnarsi a tempo pieno con un giocatore. Per questo, la figura di Vagnozzi rimarrà cruciale. Per adesso si tratta di un periodo di prova, poi si tireranno le somme.

Cahill è un grande sostenitore del coaching in campo e vorrebbe liberalizzarlo, mentre sul piano tecnico è uno che chiede molto ai suoi giocatori durante gli allenamenti. Lavoro, costanza e intensità. Ma è anche scrupoloso: è stato uno dei primi a utilizzare la videoanalisi, strumento che poi è diventato di uso comune. Papà John era un coach di football australiano, e da lui rubacchiò un sistema denominato Sports Code per analizzare i colpi. Ne ha fatto grande utilizzo durante il lavoro con Simona Halep, culminato nel trionfo a Wimbledon del 2019. C'è da credere che farà altrettando anche con Sinner. Nella speranza di centrare un poker di numeri 1. Dopo il ragazzo preso da bambino (Hewitt), il mito già leggenda (Agassi) e la donna-icona del popolo rumeno (Halep) adesso avrà una missione tutta nuova e altrettanto affascinante: portare all'Italia quel numero 1 che il nostro Paese non ha mai avuto. Che la scommessa abbia inizio.