The Club: Bola Padel Roma
COMEBACK

Sarita Errani ruggisce ancora!

A oltre quindici anni dalla prima volta, Sara Errani ritrova un posto tra le top-100 WTA. Un risultato dall'immenso valore simbolico e morale, perché la romagnola ci era già andata vicina tre volte senza raggiungerlo. A quasi 36 anni, ha dimostrato a se stessa di essere ancora competitiva. E tra poco arriva la terra battuta...

Riccardo Bisti (Foto di Ronnie Shi)
7 marzo 2023

Sembrava una maledizione. Sara Errani non doveva dimostrare nulla, ma quel dettaglio le dava fastidio: una classifica WTA a tre cifre, come se il ritorno tra le top-100 fosse diventato una chimera. Sono trascorsi quattro anni da quando ha ripreso a giocare senza zavorre emotive dopo la dolorosa vicenda della positività al letrozolo: due anni bruciati tra ricorsi, raccomandate e aule dei tribunali. In mezzo c'è stato il Covid, ma nonostante quattro finali (due vinte e due perse) non aveva centrato l'obiettivo. A quasi 36 anni di età (e più di venti di carriera), c'era il rischio concreto che non ce la facesse. A maggior ragione dopo un inizio di stagione un po' zoppicante, con un bilancio di quattro vittorie e cinque sconfitte nei primi due mesi. Invece Sara ricorderà il 6 marzo 2023 come uno dei giorni più felici della sua carriera. Non certo all'altezza dei successi di qualche anno fa, quando stazionava tra le top-10 e frequentava abitualmente le seconde settimane degli Slam. Ma quel numero 97 accanto al suo nome è una bella soddsfazione, perché ha dimostrato a se stessa – ancora una volta – di potercela fare.

Approfittando del forfat di Arantxa Rus in finale, si è aggiudicata il torneo ITF di Arcadia, in California. Un sobborgo a nord-ovest dell'immensa Los Angeles, un circolo con dodici campi in cemento che da qualche anno si è avventurato nell'organizzazione di un torneo da 60.000 dollari. L'anno scorso vinse Rebecca Marino, un'altra che ha sofferto parecchio nella sua carriera. Un circolo a un quarto d'ora d'auto dal mitico Rose Bowl di Pasadena, sede della finale dei Mondiali di Calcio del 1994, quello del rigore sbagliato da Roberto Baggio. All'epoca Sara aveva sette anni e viveva ancora nella provincia romagnola, senza immaginare che l'ennesima rinascita sarebbe arrivata proprio da quelle parti. “So di essere verso la fine della mia carriera, ma ho ancora molta voglia di mettermi in gioco e lo farò!” diceva in un'intervista dello scorso anno, fedele a uno spirito battagliero che deve essere una caratteristica comune a quelli della sua età. Sara è nata poche settimane prima rispetto a Novak Djokovic ed Andy Murray, inossidabili come lei.

ASICS ROMA
«Con gli anni il tempo per gli allenamenti è calato, nel senso che ho più bisogno di fare mantenimento e recuperare. Devo lavorare anche sotto l’aspetto della prevenzione perché gli anni si fanno sentire» 
Sara Errani

Lungo il percorso ad Arcadia, la Errani ha battuto la croata Petra Marcinko, diciotto anni più giovane di lei

Le top-100 WTA, dicevamo: dopo aver scontato l'ultima parte della ben nota squalifica a rate, era arrivata tre volte a ridosso dell'obiettivo: numero 108 nell'aprile 2021, numero 104 nel luglio dello stesso anno, numero 102 lo scorso ottobre. Appena si trovava a un passo dal traguardo, i beffardi meccanismi del computer la respingevano. Come se si divertissero a tenerla sulle spine. Sarà pure retorica, ma è un dato di fatto che Sara ami le sfide. Perché lo scorso giugno era piombata addirittura fuori dalle prime 200, con tutte le noie del caso in termini di programmazione. Nessun problema: è ripartita daccapo e con un paio di finali (Gaiba e Contrexeville) è tornata sopra la linea di galleggiamento. Oggi è riuscita a fare quel passetto in più, riportando il ranking a due cifre. Una seconda prima volta dopo quella del 22 luglio 2007, quando la semifinale al torneo di Palermo l'aveva spinta al numero 91. All'epoca era una ragazzina di vent'anni sconosciuta ai più, al punto che non c'era nemmeno la sua foto sul sito della WTA.

Non era nemmeno troppo conosciuta in Italia, giacché da qualche anno si era spostata in Spagna perché da noi non aveva trovato un solo tecnico che avesse voglia di investire sul suo talento. Perché – è opportuno chiarirlo – Sara Errani è molto talentuosa. Oltre ad avere notevoli qualità atletiche, allenate alla scuola della fatica, possiede una capacità di toccare e accarezzare la palla superiore alla media, spesso trascurata perché nascosta dai quintali di topspin generati dai suoi fondamentali. Inutile ripercorrere la carriera di una giocatrice che per un paio d'anni ha orbitato tra le top-10 e aveva varcato i confini della narrativa mainstream, prendendosi persino qualche copertina sulla stampa patinata. Semmai è opportuno ricordare i fatti della positività al letrozolo del 2017, non tanto nel merito (su quello abbiamo ampiamente documentato i fatti), quanto nella sofferenza interiore provocata dai danni tecnici, economici e d'immagine.

Quello ottenuto ad Arcadia è il 16esimo titolo in singolare vinto da Sara Errani: nove WTA, cinque ITF e due WTA 125

La Lozano Altur Academy di Valencia ha accolto così il successo di Sara Errani ad Arcadia

Ognuno reagisce a modo suo e non è corretto comparare il grado di sofferenza dei vari tennisti risultati positivi a un test antidoping, ma è certo che Sara abbia vissuto malissimo il periodo tra il 18 aprile 2017 (giorno in cui ha appreso della positività) e il 9 febbraio 2019 (quando ha ripreso a giocare). Due anni di altalena emotiva che l'hanno provata oltre ogni limite, rendendo ancora più difficile il rientro alle competizioni. Qualche mese dopo era uscita addirittura dalle prime 350. Da allora, la missione più importante è stata la riconquista di una serenità interiore. Quella è arrivata, mentre sul campo ci sono stati i tipici alti e bassi di chi chiede molto al suo fisico ma non ha più la freschezza dei 20 anni. Osservando con attenzione le partite di Sara, al di là di un aspetto esteriore sorprendentemente identico rispetto agli anni d'oro, si nota qualche difficoltà in più negli spostamenti e nel recupero dopo uno sforzo. Lei stessa lo ha ammesso: “Con gli anni il tempo per gli allenamenti è calato, nel senso che ho più bisogno di fare mantenimento e recuperare; devo lavorare anche sotto l’aspetto della prevenzione perché gli anni si fanno sentire. Sono già a fine carriera e il recupero non è uguale a quando avevo vent’anni. Cerco comunque di allenarmi bene, ma in un tempo più ristretto che mi consenta di riposare e dedicarmi al mio benessere fisico e mentale”.

Per un'iperattiva come lei non deve essere facile, ma non esistono altre vie per prolungare la carriera e togliersi qualche altra bella soddisfazione. Mentre continua a fare affidamento all'Accademia Lozano-Valtur, gestita dal coach che le ha permesso di fare miracoli, adesso è in giro con il giovane fisioterapista Mattia Merlo, la persona giusta per tirare fuori il 100% dalle sue attuali potenzialità atletiche, oltre che per dare un boost di buonumore: dopo il successo in California, la stessa Sara lo ha definito coach, sparring, autista, psicologo, amuleto. Intanto si è tolta la soddisfazione di essere la seconda più anziana tra le top-100 (soltanto Kaia Kanepi è più grande di lei), e non si è presa neanche una pausa: ha iniziato con un successo le qualificazioni a Indian Wells, battendo 6-4 6-2 la svizzera Ylena In-Albon, dodici anni più giovane di lei, con cui aveva perso l'anno scorso a Grado. Un successo importante, perché la permanenza tra le top-100 passerà da un buon risultato nel deserto della California. Ma poi arriverà la terra amica, la superficie dove Sara è diventata grande. Quella dove – siamo certi – è convinta di poter ottenere l'ultimo grande exploit della sua carriera. Intanto oggi si giocherà l'accesso al main draw di Indian Wells contro Arantxa Rus, la stessa che avrebbe dovuto affrontare in finale ad Arcadia. Le stranezze del tennis.