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IL PROTAGONISTA

Quanto durerà questo Kyrgios?

“Ho impiegato 27 anni per trovare questa motivazione”. Al primo torneo dopo Wimbledon, Nick Kyrgios torna a vincere un titolo. Grazie all'enorme stimolo della sua fidanzata, ha iniziato a comportarsi da professionista anche se continua a fare il coach di se stesso: “Servo alla grande e gioco d'istinto”. E se allo Us Open...

Riccardo Bisti
8 agosto 2022

Scommettere non ci interessa, ma abbiamo dato un'occhiata alle idee dei bookmakers per il prossimo Us Open. Volevamo conoscere la quotazione di Nick Kyrgios, splendido vincitore al Citi Open di Washington al termine di una settimana vissuta pericolosamente, in cui si è tolto lo sfizio di vincere un match ai limiti della follia contro Frances Tiafoe, con tanto di cinque matchpoint annullati. Scavallato il pericolo, l'australiano non ha ceduto un set negli ultimi due match, superando Mikael Ymer in semifinale Yoshihito Nishioka per conquistare il settimo titolo in carriera. È finita 6-4 6-3 in un match senza storia, in cui la superiorità di Kyrgios è parsa imbarazzante. Tre anni dopo, torna a vincere un torneo ATP e lo fa nello stesso luogo in cui aveva vinto per l'ultima volta. Lo stesso luogo in cui l'anno scorso perdeva al primo turno, in preda a uno dei tanti buchi neri della sua carriera. “Ho impiegato 27 anni a trovare la motivazione” ha detto in una delle interessanti conferenze stampa rilasciate durante la settimana. Quando sono di fronte al plotoncino di giornalisti, i giocatori si dividono in due categorie: i bugiardelli che non escono mai dal seminato e dicono quello che conviene, o comunque quel che ci si aspetta. Poi ci sono quelli più sinceri, con maggiori capacità cognitive, che esprimono concetti interessanti e talvolta accendono il dibattito (se non la polemica).

E poi c'è Nick Kyrgios, categoria a parte, che sfugge a ogni categorizzazione. Dice quello che gli passa per la testa, schiavo de suoi stati d'animo. Parla ai giornalisti come se fossero gli amici del pub. Se è di luna buona ok, altrimenti al diavolo. Ma il Kyrgios versione 2022 è tutto nuovo. Attribuisce grandi meriti alla serenità che gli arriva dalla fidanzata. Sembra quasi che giochi per lei, per farsi notare, ed è clamoroso se pensiamo che ha avuto diverse liason (anche con colleghe), e tra qualche settimana dovrà fronteggiare un processo per (presunta) violenza domestica nei confronti di una ex. La prima udienza avrebbe dovuto svolgersi nei primi giorni del Citi Open, invece l'hanno rinviata al 23 (e Nick non sarà obbligato a esserci), permettendogli di giocare a cuor leggero. Ha giocato sei partite in singolare e già che c'era ha vinto anche il torneo di doppio. Stavolta non c'era l'amico Thanasi Kokkinakis, ma Jack Sock. E anche qui torna in ballo la fidanzata: Sock è uno degli elementi chiave del Team World in Laver Cup, e ha provato a convincere Kyrgios – questo Kyrgios! - a presentarsi alla 02 Arena di Londra per creare qualche grattacapo al Dream Team europeo. Anche nei momenti peggiori, l'australiano ha dato il meglio di sé in questa competizione. Qualcuno lo aveva definito giocatore da Laver Cup, e non era esattamente un complimento. Ma quest'anno Nick non ci sarà, e non ci sarà per lei.

«Tatticamente sono molto evoluto, guardo i filmati dei miei avversari. Diversi colleghi sono venuti da me per chiedermi consigli tattici. In fondo la mia tattica è semplice: servo alla grande e gioco d'istinto»
Nick Kyrgios
ASICS ROMA

Nick Kyrgios non ha avuto problemi nel battere Yoshihito Nishioka

Kyrgios è una persona nuova, ancor prima che un tennista al numero 37 del mondo (classifica post Washington). A parole fa il disinteressato sul processo di Canberra e delinea le nuove priorità: “Ho qualcuno che si occupa di queste cose. Per quanto mi riguarda, faccio quello che mi piace: giocare a tennis e ispirare miglioni di persone, oltre a godermi il mondo con la mia splendida fidanzata”. Ci vorrebbe un lavoro degno della CIA per trovare antichi virgolettati di Kyrgios in cui dichiara di amare il tennis, ma nel 2022 è cambiato tutto. La vittoria in doppio all'Australian Open ha dato il via a una nuova carriera, e adesso anche i numeri se ne stanno accorgendo. Se Wimbledon avesse assegnato punti sarebbe tra i top-15, ma gli interessa il giusto. “Adesso sto giocando molto di più per me stesso, ho una mentalità tutta nuova – racconta – due anni fa, dopo un grande risultato come la finale di Wimbledon, avrei perso la motivazione e la voglia di allenarmi. Quest'anno invece sono andato alle Bahamas e mi sono divertito, ma ho anche trovato il modo di allenarmi tutti i giorni. Se chiedete a Tommy Paul o Frances Tiafoe se valgo il numero 63 ATP, credo vi direbbero che è un numero bugiardo. Attualmente il mio livello vale i primi 10, forse i primi 5”. Detta da un altro sembrerebbe presunzione, nel caso di Kyrgios è la verità.

Soprattutto quando serve così bene e dà ragione a Boris Becker, che a suo tempo disse che il suo era il miglior servizio del circuito. Un colpo potente, vario e imprevedibile che gli ha permesso di non subire un break in tutto il torneo. Ha fronteggiato dieci palle break e le ha cancellate tutte, compresa l'unica concessa al povero Nishioka, vittima designata sin dal primo punto, dopo che Liudmila Samsonova aveva vinto il torneo femminile. Kyrgios non perde il sonno per la classifica (“Anche se chi sta avanti non gioca i primi turni, mangia e va a letto quando vuole: dopo il primo turno sono rimasto impelagato con l'antidoping fino a mezzanotte e ho trovato i ristoranti chiusi: mi sono dovuto arrangiare con quello che c'era nel bar dell'hotel”), ma adesso ha una condotta professionale che lo ha convinto a rinunciare alla Laver Cup. Un tempo sarebbe stato l'evento clou della sua stagione, invece sentitelo: “Il motivo principale per cui non vado è la mia ragazza. Non ha viaggiato molto nella sua vita, adesso è in giro con me da due mesi e mezzo, che diventeranno tre e mezzo con lo Us Open. Anche lei ha una sua famiglia, poi io ho mia mamma che non sta troppo bene. Nella vita ci sono cose più preziose, anche se la Laver Cup mi piace molto”.

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Vincendo il doppio insieme a Jack Sock, l'australiano è il primo giocatore a fare doppietta al Citi Open

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Non ci sono dubbi sull'importanza che Kyrgios sta dando alla fidanzata Costeen Hatzi nella sua rinascita agonistica...

Il nuovo Kyrgios è nella posizione di poter scegliere, e adesso per lui contano i tornei veri. D'altra parte a Wimbledon ha dimostrato di poter essere un top-player. A differenza di quello che aveva detto durante la premiazione londinese, quel risultato ha acceso la sua motivazione. Forse sarebbe stato diverso se avesse vinto, ma così no. “Ci sono giocatori che fanno fatica per mesi dopo un exploit del genere – racconta – io no, io voglio essere costante”. Detto, fatto. Seconda finale consecutiva (non gli era mai successo in carriera) e una lucidità sorprendente per un giocatore privo di coach. “In effetti sul campo sono il coach di me stesso. Ma guardate che tatticamente sono molto evoluto, guardo i filmati dei miei avversari – continua Nick – diversi giocatori sono venuti da me per chiedermi consigli tattici. In fondo la mia tattica è semplice: servo alla grande e gioco d'istinto”. I grandi teorici della panchina non saranno soddisfatti, ma tant'è. A Nick basta il sostegno della fidanzata, del manager e del fisioterapista Will Maher, unica figura che lo segue da inizio carriera.

Adesso dovrebbe andare a Montreal e potrebbe pescare Daniil Medvedev al secondo turno. Il potenziale è esplosivo, ma ricordiamoci che Kyrgios è Kyrgios: il forfait potrebbe essere dietro l'angolo, e sarebbe comprensibile. Ma la domanda regina è un'altra: quanto durerà? Troppe volte Kyrgios ha entusiasmato e illuso, salvo poi cadere rovinosamente, figlio dei suoi spettri. “Molte persone mi hanno aiutato, ma io ho mostrato grande forza nell'andare avanti e superare certi momenti” ha detto durante la premiazione di Washington. I prossimi tornei ci diranno se questa forza basterà per renderlo competitivo anche allo Us Open. Le due settimane di Londra ci hanno confermato che la lunga distanza non è un problema. Per adesso, i book lo vedono come ottavo favorito in una lista che comprende anche Novak Djokovic. Oltre al serbo, hanno più credito di lui i soli Medvedev, Nadal, Sinner, Berrettini, Tsitsipas e Zverev (la cui presenza è in forte dubbio). Oggi un successo di Kyrgios paga 25 volte la cifra messa in gioco: non sembra un investimento folle...

ATP 500 WASHINGTON – Finale
Nick Kyrgios (AUS) b. Yoshihito Nishioka (GIA) 6-4 6-3