Passaggio di consegne?

MUTUA MADRID OPEN

6 maggio 2022

Riccardo Bisti

Nonostante una storta alla caviglia gli sia costata un set, Carlos Alcaraz batte per la prima volta Rafael Nadal. Ha mostrato una superiorità a tratti imbarazzante, confermandosi un degno erede del maiorchino. Manolo Santana sarebbe fiero di lui. E in semifinale sfida Djokovic...

Il punto interrogativo nel titolo è doveroso. Quante volte abbiamo dato Nadal per finito? Agonisticamente morto e sepolto? Un'infinità. E lui è sempre risorto. Per questo, il grande campione merita il massimo rispetto. Però la suggestione è immensa, magari non assimilabile allo storico Federer-Sampras a Wimbledon 2001, ma ugualmente significativa. Un anno dopo aver raccolto appena tre game nel primo scontro diretto, Carlos Alcaraz ha battuto Rafael Nadal. Lo ha fatto nel tempio del tennis spagnolo, lo stadio intitolato a Manolo Santana, proprio nella prima edizione dopo la sua scomparsa. Avrà sorriso, da lassù, il buon Manolo, perché questo match ha certificato che il tennis iberico è in buone mani.

Quando Nadal tornerà a pescare e giocare a golf a Manacor, oltre a dedicarsi alla sua accademia, i suoi connazionali avranno un nuovo fenomeno a cui affidarsi. Un ragazzo di Murcia che soltanto 48 ore prima aveva compiuto 19 anni e adesso è in semfinale al Mutua Madrid Open dopo averlo battuto col punteggio di 6-2 1-6 6-3. E la sensazione è chiara: non si fosse procurato un'accidentale storta alla caviglia nel secondo set, avrebbe vinto in due set. Ha mostrato una superiorità netta, sul piano tattico e atletico. Nadal non era al top – si sapeva – inoltre era stanco dopo le oltre tre ore del giorno prima contro Goffin. E il recupero, a (quasi) 36 anni, è forse l'aspetto più complicato per un atleta. “Questa vittoria significa molto per me – ha detto Alcaraz – il duro lavoro quotidiano oggi ha pagato. Battere il più grande di sempre sulla terra vuol dire tutto”.

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La prima vittoria di Alcaraz su Nadal potrebbe essere ricordata a lungo

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Lungo le due ore e mezza di partita, Alcaraz ha mostrato un perfetto mix tra maturità ed esuberanza, diventando il primo teenager a battere Nadal sulla terra. Nel primo set è stato devastante, tirando 19 colpi vincenti e tenendo Nadal lontanissimo dalla partita. Forte di esperienza e sagacia tattica, Nadal ha cambiato qualcosa in avvio di secondo e lo ha dominato, aggiudicandosi 20 degli ultimi 22 punti, aiutato dalla già citata storta alla caviglia e da uno stop di qualche minuto per il malore di uno spettatore. Quando il match sembrava girato, Alcaraz ha ritrovato se stesso e ha giocato un terzo set a tutta birra, trovando il break decisivo al quarto game a conservandolo fino alla fine.

Emblematico il matchpoint: se contro Goffin erano bastate alcune buone giocate (comprese un paio di smorzate), stavolta Nadal ha fronteggiato l'impressionante fase difensiva di Alcaraz, che gli ha fatto giocare uno schiaffo al volo dopo un dritto che sembrava vincente. Come se non bastasse, lo ha infilato con un ultimo passante. Esultanza pacata, senza scene, in rispetto a un grande campione che è anche un idolo. E continuerà ad esserlo. “Il problema fisico nel secondo set mi ha condizionato parecchio, ma a fine secondo set ho pensato che fossi in grado di tornare in partita, di fare del mio meglio, di dare tutto sul campo, di combattere fino all'ultima palla. È stata la chiave”.

Nonostante la sconfitta, Nadal prova a rimanere positivo, consapevole di essersi presentato a Madrd senza una specifica preparazione. “Avevo detto a inizio torneo che sarebbe stata una settimana dura. Anche se ho perso contro uno dei giocatori più in forma, ho avuto le mie chance”. Tuttavia, ha ammesso la superiorità del rivale. “Carlos è stato migliore di ma in alcuni aspetti della partita e del gioco, e ho bisogno di migliorare – ha aggiunto – devo accettare questo verdetto con serenità. Si tratta di una sconfitta facile da digerire, perché avremmo potuto aspettarcelo. Ma devo fare i complimenti a Carlos”.

Ha poi ricordato che il suo grande obiettivo è arrivare a Parigi in perfetta forma. “Se ce la farò, so che si tratta di un torneo in cui ho giocato bene molte volte in carriera”. La sua umiltà a volte diventa quasi comica. Chissà se Alcaraz lo imiterà anche in questo. Sembra sulla buona strada, intanto avrà un impegno ancora più affascinante in semifinale: per la prima volta in carriera, sfiderà Novak Djokovic. Sarà un sabato da sogno.