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ROLAND GARROS

Laddove Musetti è meglio dei Big Three

Al 30esimo match nel circuito, il carrarino artiglia il terzo turno a Parigi. Ne ha già vinti 19: a questo punto della carriera, Nadal-Djokovic-Federer avevano un bilancio peggiore. E Lorenzo è già stato chiaro: “Non firmerei per un palmares come Gasquet”.

Riccardo Bisti
4 giugno 2021

Il giochino risale a un paio di mesi fa: senza dirgli il nome, e viste alcune somiglianze tecniche, abbiamo elencato a Lorenzo Musetti i risultati di Richard Gasquet, chiedendogli se firmerebbe per una carriera simile. Ci ha pensato un attimo, poi ha detto di no. Ma non c'era presunzione o arroganza. Anzi, ha aggiunto: “Ci fosse stata una vittoria Slam in mezzo, avrei detto sì”. Perché Lorenzo punta a fare la storia del tennis italiano: non potrebbe essere altrimenti in un Paese che ha goduto (tra gli uomini) soltanto con Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta. Entrambi hanno vinto al Roland Garros, laddove Lorenzo sta prendendo le misure a questo mondo. C'erano legittime preoccupazioni per il match contro Yoshihito Nishioka, giapponese un po' atipico per via di un temperamento fumantino, quasi occidentale. Soltanto otto giorni prima, a Parma aveva vinto Nishioka. Ma gli Slam sono un'altra cosa e Musetti si è imposto con un severo 7-5 6-3 6-2, zeppo di giocate spettacolari.

Musetti è bello, bellissimo da vedere. È un panda del rovescio a una mano, ama la giocata difficile, il gesto elegante, la libidine psicologica del colpo ad alto tasso spettacolare. A questo si aggiunge un coraggio notevole. Non importa la situazione di punteggio: lui ci prova. E spesso ci riesce. Al primo Slam in carriera ha raggiunto il terzo turno e adesso si gioca un posto negli ottavi, laddove pescherebbe nientemeno che Novak Djokovic. Per arrivarci dovrà battere Marco Cecchinato in un derby tra generazioni (1992 contro 2002). E sarà un match complicato, perché il siciliano è parso davvero in gran forma contro Alex De Minaur, battuto per la seconda volta in otto mesi. E Parigi, si sa, evoca ottimi ricordi al Ceck. Per Musetti sarà un altro esame di maturità, in attesa di quello che sosterrà tra qualche settimana sui banchi di scuola. Comunque vada, il futuro sembra scritto.

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Musetti è un panda del rovescio a una mano, ama la giocata difficile, il gesto elegante, la libidine psicologica del colpo ad alto tasso spettacolare

Gli highlights della bella vittoria di Musetti contro Nishioka

Un futuro luminoso che è sostenuto anche dalle statistiche: quello contro Nishioka è stato il 30esimo match nel circuito ATP. Il bilancio racconta di 19 vittorie e 11 sconfitte. La stessa ATP (che ha ben compreso il potenziale di Musetti, non solo tennistico) ha ricordato un dato che mette i brividi: attualmente sono in attività 27 giocatori che hanno chiuso almeno una stagione tra i top-10 ATP. A questo punto della carriera, aveva un bilancio migliore soltanto Milos Raonic (20-10). Avete letto bene: per adesso, il bilancio di Musetti è superiore a quelli di Rafael Nadal (17-13), Novak Djokovic (15-15) e Roger Federer (12-18). Si tratta di una classifica un po' forzata, pescata per esaltare la precocità di Musetti. Non vuol dire nulla, per carità. Però ci racconta che Lorenzo è già pronto per competere a certi livelli.

Quest'anno ho trovato un po' di ritmo e risultati – racconta – sto giocando bene quasi ogni settimana, sto crescendo e mettendo da parte parecchi punti. Mi sto godendo il momento... e spero che non finisca mai”. Qualche anno fa, quando infilava i primi risultati nel circuito junior, qualcuno scrisse che era un 26enne con le sembianze e la carta d'identità di un 16enne. Non è proprio così, giacché gli capita ancora di innervosirsi e parlare un po' troppo durante il match. Però Musetti ha qualità importanti sul piano mentale. Contro Nishioka ha vinto di testa, ancor prima che di gioco. Vedere un giapponese lanciare racchette per aria non è usuale, ma stavolta è successo. Lorenzo lo ha fatto impazzire. “Sono stato abbastanza solido, specialmente nella parte mentale. Sono cresciuto un po' e sono orgoglioso di quello che ho fatto”.

Lorenzo Musetti è nato a Carrara il 3 marzo 2002. Risiede a Monte Carlo

Il Roland Garros ha già dedicato un approfondimento su Lorenzo Musetti

Dodici mesi fa il tour era bloccato, lui era fuori dai top-300 ATP e non aveva ancora vinto un match nel circuito maggiore. Al rientro ha messo il turbo, con una crescita impetuosa che è supportata dalla personalità. Più il palcoscenico è importante, più si esalta. Lo ha dimostrato ad Acapulco, ma ha saputo gestire anche il Campo 12 di Parigi, comunque denso di appassionati desiderosi di vederlo dal vivo. “Sono abituato a giocare nei grandi stadi – risponde a chi gli chiede se sarà intimidito dai nuovi scenari – penso che le mie migliori partite siano arrivate sui centrali di Acapulco e Roma. Ho vinto il titolo junior all'Australian Open sulla Rod Laver Arena. Il campo non rappresenta un problema: ovunque mi mettono, faccio del mio meglio per vincere”. Per adesso a parole vola basso: conferma che l'ingresso tra i top-100 è stato più rapido del previsto, e che l'obiettivo stagionale rimane l'ingresso tra i top-50.

Spero che arrivi il prima possibile. Intanto sogno di andare avanti a Parigi e poi penserò ai prossimi tornei”. Qualche ora dopo, a suggellare il 35esimo compleanno di Rafael Nadal, Richard Gasquet giocava una partita dignitosa ma senza raccogliere un set. I 35 anni, lui, li compirà tra un paio di settimane. Ed è molto difficile che migliori un palmares che racconta di tre semifinali Slam, tre finali Masters 1000, quindici titoli ATP su 31 finali, un bronzo olimpico e uno Slam in doppio misto. Senza considerare una marea di piazzamenti, conditi da 146 settimane tra i top-10. La rincorsa di Lorenzo Musetti è appena partita. Ma l'impressione è che miri ancora più in alto.