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ROLAND GARROS

Parigi coccola il nuovo Zizou... che però è belga

Non poteva che arrivare al Roland Garros la prima vittoria Slam di Zizou Bergs, chiamato così in onore del mitico Zidane. IMG ha investito su di lui, cuore d'oro e stella social. A 25 anni si è finalmente garantito l'ingresso tra i top-100: sembrava un bluff, forse hanno avuto ragione anche stavolta.

Riccardo Bisti
29 maggio 2024

Sono passati 26 anni dall'edizione in cui la calciomania ha invaso il Roland Garros: nel 1998 si giocò a pochi giorni dai Mondiali, poi vinti dalla Francia di Zinedine Zidane. In quei giorni non si parlava d'altro, Serena Williams giocò addirittura indossando la divisa del Camerun. All'epoca Koen Bergs giochicchiava a calcio e i suoi compagni di squadra lo soprannominavano “Zizou”, proprio come il numero 10 dei Bleus. Prese talmente sul serio la cosa che un anno dopo, quando è nato il figlio, lo ha chiamato così. Non Zinedine, proprio “Zizou”. C'è scritto all'anagrafe. E allora non c'è da stupirsi che la prima vittoria in uno Slam di Zizou Bergs sia arrivata a Parigi, laddove Zidane ha vissuto l'apice della sua carriera. Il belga ha superato le qualificazioni (con vittoria sul francese Bourgue al turno decisivo), poi ha rimontato un set di svantaggio ad Alejandro Tabilo, reduce dalla semifinale (quasi finale) a Roma. Un risultato che gli garantirà l'ingresso tra i top-100 ATP, prescindere dal risultato di oggi (secondo match sul Campo 8) contro Maximilian Marterer.

C'è arrivato un po' in ritardo, ma forse è ancora in tempo per ripagare l'investimento di IMG. Solitamente prendono giocatori fortissimi, o comunque prospetti “sicuri”. Per questo ci si domandava come mai Bergs non avesse ancora ottenuto chissà cosa, se non otto vittorie nel circuito Challenger (l'ultima un mesetto fa a Tallahassee). Ma ognuno ha i suoi tempi, e il biondino nato a Lommel, a pochi chilometri dal confine con l'Olanda, sta finalmente emergendo. Probabilmente lo hanno scelto per il suo aspetto: biondo, belloccio, con i capelli lunghi... a cui si aggiunge un carattere aperto e alcune storie che piacciono agli sponsor. Un po' come fecero con Jack Draper, che firmò anche un contratto da modello. Il britannico ha due anni meno di lui e gli sta davanti in classifica, dunque era difficile giustificare l'investimento per un 25enne mai entrato tra i top-100. Ancora meno la wild card concessagli a Madrid, torneo gestito da IMG. Perse al primo turno contro Van Assche, ma poi si è rifatto: qualificato a Roma (con annessa bella figura contro Nadal), qualificato a Parigi.

C'è un motivo per cui IMG ha investito su di lui: riesce sempre a far parlare di sé, e per buone ragioni. Niente racchette spaccate e nemmeno comportamenti fuori dalle righe, ma un cuore d'oro.

E adesso c'è il sogno di andare ancora più avanti e magari prendersi un posto alle Olimpiadi, a maggior ragione dopo aver superato David Goffin ed essere diventato il numero 1 del Paese. Ma probabilmente c'è un motivo per cui hanno investito su di lui: riesce sempre a far parlare di sé, e per buone ragioni. Niente racchette spaccate e nemmeno comportamenti fuori dalle righe, ma un cuore d'oro. Da tempo, invia del materiale tecnico in Burundi. C'è stato qualche anno fa per giocare un torneo giovanile, è rimasto colpito dalle condizioni di vita e da allora aiuta la gente del posto donando abiti e attrezzatura di vario genere. “Non ne siamo consapevoli, ma in occidente abbiamo tutto – racconta – siamo cresciuti in una buona cultura e pensiamo che sia normale avere tutto. Rendermi conto che non è così mi ha aperto gli occhi". E così, tramite un contatto conosciuto allora (Marcel Van der Haegen) ogni anno invia del materiale in Burundi.

Il suo sponsor Yonex approva e gli fornisce sempre qualcosa in più, sapendo poi la destinazione finale. E Zizou si è commosso quando ha saputo che tanti bambini giocano con i suoi abiti, anche se sono di diverse taglie più grandi. E poi c'è stato il curioso episodio dell'anno scorso: aveva appena raggiunto il suo primo quarto di finale in un torneo ATP (Gstaad), ma la settimana successiva si è fatto male al polso durante il Challenger di Zug. I medici hanno subito capito che si era rotto un legamento e hanno ventilato l'ipotesi di un'operazione. “Avevo diverse opzioni, alla fine ho scelto di continuare a giocare utilizzando soltanto il rovescio in slice, a una mano. Mi sono fatto ispirare da Corentin Moutet (altro protagonista al Roland Garros, ndr), che aveva già fatto una cosa del genere. Operandomi avrei dovuto stare fermo per troppo tempo, ero preoccupato di perdere il ritmo e ho pensato che sarebbe stato divertente giocare soltanto lo slice”. Detto, fatto.

All'ultimo turno di qualificazione, Bergs ha superato Bourgue davanti a circa 10.000 spettatori sul Suzanne Lenglen

Dopo un po' di adattamento (con dolorosa sconfitta all'esordio ad Anversa), ci ha preso gusto e ha finito l'anno vincendo il sesto e il settimo Challenger, a Drummondville e Yokkaichi. Nel frattempo il polso si è rimesso a posto e nel 2024 ha continuato a progredire, per la gioia di papà Koen, che lo segue con un entusiasmo da fanatico. Se il figlio gioca oltre oceano, si sveglia in piena notte per seguire le sue partite. Lo ha fatto in occasione dei tornei di Sarasota e Tallahassee, laddove Zizou ha intascato una finale e una vittoria. “Non so come faccia, evidentemente non ha troppo bisogno di dormire!” dice del papà, che lavora per una compagnia ferroviaria (mentre la madre fa la fotografa). Inoltre è una piccola star di TikTok, non tanto per il numero di followers (76.000 circa), ma perché i suoi video dedicati alla vita nel tour piacciono molto, al punto da aver raccolto quasi tre milioni di like. E sappiamo quanto oggi molto (tutto?) si misuri così. Per essere così performante nel mondo social si fa aiutare dalla fidanzata Jirth Maesen, che lavora nel marketing legato a questo settore.

Sul campo, invece, il suo punto di riferimento è l'ex pro Ruben Bemelmans (n. 84 ATP nel 2015), che da qualche tempo è il suo allenatore e si è lasciato sfuggire un paio di frasi importanti. Intanto è convinto che Zizou abbia “buone possibilità” di battere Marterer, e poi ha sensazione che il suo allievo, a Parigi, sia una sorta di “uomo in missione”. Quale sia la missione non l'ha detto, ma non c'è dubbio che sia il luogo giusto per vivere una magia. Intanto perché è lo Slam più amato dai belgi, memori delle quattro vittorie di Justine Henin tra il 2003 e il 2007. Parigi è a due passi dal confine e sono in tanti a fare il tifo per lui, al punto da convincerlo a fare un giro di campo avvolto nella bandiera nera, gialla e rossa. E poi c'è quel nome di battesimo che strizza l'occhio alla Francia, ai francesi, a un popolo intero che vede Zinedine Zidane come un'icona nazionale. Impossibile non affezionarsi a uno che si chiama come lui. Anzi, meglio: uno che ha trasferito all'anagrafe il suo soprannome. Va a finire che i capoccia di IMG avevano ragione anche stavolta.