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IL CASO

Papocchio sudamericano per Nadal. E l'ItalDavis spera...

Durissimo sfogo di Lisandro Borges, l'uomo che ha visto sfumare la possibilità di organizzare le esibizioni novembrine di Nadal, il cui compenso sarà di 2,5 milioni a evento. Rafa non giocherà la Davis, impoverendo la Spagna e aumentando a dismisura le chance dell'Italia.
Riccardo Bisti
28 luglio 2022

“Carlos Costa è un farabutto e gliel'ho detto, ma a lui non interessa. Crede di poter fare quello che vuole solo perché ha alle spalle Nadal. Citare in giudizio il migliore sportivo della storia non è divertente, perché lui è un'ottima persona, ma il suo manager è un mascalzone. Se ti creano un danno del genere, non c'è altra scelta”. Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato la vicenda secondo cui le aziende argentine World Padel Center LCC (rappresentata da Lisandro Borges) e Sport Design SAS (Arturo Alacahan) hanno chiesto un maxi-risarcimento a Nadal perché scavalcate nell'organizzazione del tour di esibizioni che il maiorchino effettuerà a fine anno, ma adesso la storia si arricchisce di ulteriori dettagli, parole forti... e un possibile vantaggio per il tennis italiano. La ricostruzione di Borges è ancora più precisa: vale la pena riportarla per capire le dinamiche che accompagnano il mondo delle esibizioni. Tutto nasce lo scorso marzo, quando Borges riceve una chiamata dall'ex top-10 Nicolas Lapentti. Lo ha informato che c'era un accordo per portare Nadal in Ecuador, Messico e Stati Uniti a fine anno, ma con la necessità di una quarta data: incassando due milioni e mezzo per ogni esibizione, Rafa non si sarebbe mosso per meno di 10 milioni. Allora hanno pensato all'Argentina: una volta dato l'ok, Borges ha firmato il contratto. Nel mese di aprile, si scopre che la tappa di Chicago è saltata perché fino a dicembre non ci sarebbe stata la conferma della disponibilità dello stadio.

“Non potevamo certo aspettare così a lungo per comunicare gli eventi e vendere i biglietti” dice Borges. La figura chiave di questa vicenda, almeno secondo i racconti di Borges, è Carlos Costa, ex n.10 ATP che rappresenta Rafa da sempre. A quel punto, il contratto è stato esteso fino al 31 maggio: se non si fosse trovata una quarta data sarebbe stato considerato sciolto, ma a Nadal sarebbe rimasta la possibilità di decidere se fare svolgere comunque tre date, derogando dall'idea di farne quattro o cinque. Il contratto è scaduto senza che Borges e i fratelli Lapentti (è coinvolto anche il minore Giovanni) trovassero la data. Tuttavia hanno continuato a lavorare oltre la scadenza, fino a quando l'8-9 giugno (poco dopo la fine del Roland Garros), Carlos Costa ha chiamato i suoi interlocutori, sostenendo che avesse quasi chiuso un accordo con il Cile. “Per questo ci ha chiesto, sia telefonicamente per iscritto, di prorogare il contratto fino al 30 giugno”. In questo modo, Costa si è tutelato: aveva trovato la data in Cile per conto proprio, ma era scaduto l'accordo per le altre tre. Ottenendo la proroga fino al 30 giugno, aveva riottenuto l'impegno formale dei suoi intelocutori, per l totale delle 4 date desiderate.

C'era un accordo per portare Nadal in Ecuador, Messico e Stati Uniti a fine anno, ma con la necessità di una quarta data: incassando due milioni e mezzo per ogni esibizione, Rafa non si sarebbe mosso per meno di 10 milioni.
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In questi giorni si sta giocando il torneo ATP di Umago: nel 1995 Carlos Costa giunse in finale, perdendo contro Thomas Muster

“Ma poi un giorno ci ha chiamato, dicendoci di aver già venduto le quattro date a un promotore argentino di nome Marcelo Figoli, il quale ha garantito il pagamento di 10 milioni di dollari (ne avrebbe già anticipati tre) per le esibizioni in Argentina, Colombia, Cile e Messico. Si tratta di un'operazione troppo complessa per essere stata fatta in poche ore, quindi significa che ha trattato con altri mentre era impegnato con noi. Ed è quello che dovranno dimostrare i nostri avvocati”. Borges dice di non aver mai sospettato nulla prima che arrivasse la doccia fredda. A suo dire Costa prende una percentuale tra il 5 e il 10%, dunque non ha avuto problemi nel chiudere l'accordo con chi lo pagava in un'unica soluzione. “Il problema è che Costa non ha firmato nulla – continua Borges – noi abbiamo siglato il nostro accordo con una società chiamata Aspemir, la cui rappresentante legale è la madre di Rafa. Tuttavia, Nadal firma un accordo di cessione dei diritti ad Aspemir”. Per questo, il tentativo di mediazione (ultimo tentativo prima del processo) è stato inviato a entrambi.

Va da sé che Borges (e i fratelli Lapentti, che però non si sono espressi pubblicamente) avrebbe ricevuto un grosso danno d'immagine, specie dopo aver parlato con decine di persone per provare a organizzare gli eventi. “Grazie alla mia credibilità, nessuno mi aveva chiesto di mostrare il contratto di Nadal, mentre adesso mi sono trovato costretto a far vedere tutto, fatture comprese. A Costa ho detto che è un mascalzone e che avrebbe potuto vendere le tappe di Cile e Colombia a Figoli, ma per Argentina e Messico avrebbe potuto contattarci e chiederci se si poteva aggiungere, visto che era una delle ultime opzioni per organizzare almeno quattro esibizioni”. Come vi abbiamo già detto, Figoli sostiene che non ci sarebbero margini per un ricorso, mentre vige massimo riserbo da parte di Carlos Costa. Sentendo la sola opinione di Borges verrebbe da dargli ragione, ma è chiaro che la versione di Costa sarà molto diversa, e probabilmente avrà qualche freccia legale (o almeno formale) al suo arco. Per gli appassionati sudamericani, tuttavia, non cambierà nulla. A novembre, Nadal giocherà ben cinque esibizioni, tutte organizzate da Alpha Medios e Fenix Entertainment, la società di Figoli.

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Carlos Costa si è dedicato all'attività manageriale poco dopo il ritiro dal tennis giocato

Senza Nadal, la Spagna non ha passato il girone eliminatorio alle Davis Cup Finals 2021

Nadal incasserà un mare di soldi e... di sicuro non giocherà le Davis Cup Finals di Malaga, a patto che la Spagna si qualifichi. L'Insalatiera si assegnerà dal 22 al 27 novembre, mentre sembrano già fissate un paio di date: il 23 novembre dovrebbe giocare a Buenos Aires contro Del Potro (nello stadio di Parque Roca), mentre il 24 o 25 sarà in Cile e sfiderà il miglior giocatore del Paese, Alejandro Tabilo. Essendo occupata la principale sede cilena (la Movistar Arena di Santiago), è possibile che si giochi all'Estadio Sausalito di Vina del Mar, laddove gioca la squadra del cuore di Tabilo (l'Everton). Non sono ancora emersi dettagli logistici sulle altre competizioni, ma pare certo che Nadal non abbia alcuna intenzione di indossare la divisa roja, e farebbe appena in tempo a giocare le ATP Finals di Torino (la cui finale è prevista il 20 novembre: ricordiamo che il Masters è l'unico grande evento mai vinto dallo spagnolo). Senza Nadal, è chiaro che la Spagna fa decisamente meno paura, pur avendo il vantaggio del fattore campo. Le Furie Rosse giocheranno il loro girone a Valencia dal 13 al 18 settembre e tutto fa pensare che Nadal non ci sarà: per quale motivo dovrebbe partecipare ai gironi, se non ha nessuna intenzione di giocare la fase finale? E poi l'evento è incastonato tra lo Us Open e la Laver Cup di Londra, in cui la sua presenza è già certa.

La Spagna ha un girone complicato: a Valencia sfiderà Canada, Serbia e Corea del Sud. Con le prime due qualificate per i quarti, ed escludendo la Corea, sarà una sfida a tre. Se Djokovic dovesse giocare per la Serbia (ha aperto a questa ipotesi, specie se non lo faranno andare a New York), la Spagna rischierebbe grosso. E poi il Canada vanta due singolaristi di altissimo livello: siamo certi che Auger-Aliassime e Shapovalov ci saranno, altrimenti l'ITF non avrebbe assegnato ai canadesi la wild card dovuta all'assenza della Russia. Hanno Alcaraz, ma gli altri spagnoli sono un paio di gradini sotto. Filippo Volandri segue con attenzione la vicenda: l'Italia dovrebbe contare su tutte le sue stelle e non avrà problemi a passare il girone di Bologna. Parliamoci chiaro: non arrivare tra le prime due in un gruppo con Croazia, Argentina e Svezia sarebbe una Caporetto tennistica, vista la forza del nostro team. Una volta a Malaga, non trovare la Spagna (o al massimo una Spagna senza Nadal, con Alcaraz che sembra vittima di una sindrome da italiani), sarebbe un colpo straordinario per gli azzurri. Tutto fa pensare che l'Italia vincerà la Coppa Davis entro 2-3 anni, ma sembra che i pianeti si stiano allineando velocemente e il 2022 potrebbe già essere l'anno buono. Sarà molto interessante leggere l'opinione dei bookmakers...