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Liberi tutti: lo Us Open riconquista Manhattan!

Dopo un anno di “esilio” a Long Island, i giocatori torneranno ad alloggiare nel cuore della Grande Mela e non avranno alcuna limitazione. Nessun obbligo di tampone per i vaccinati e libertà di alloggiare altrove. 100% del pubblico, obbligo di mascherine solo al chiuso (ma non sui due campi principali). Che differenza col Giappone...

Riccardo Bisti
27 luglio 2021

Se Novak Djokovic dovesse vincere l'oro olimpico, lo Us Open 2021 sarebbe ancora più importante. Con il Golden Slam in palio, il serbo avrebbe ancora più pressione. Tuttavia, a New York troverà un ambiente molto diverso rispetto a quello che è costretto a vivere in Giappone. A parte il caldo umido che sta facendo arrabbiare i giocatori (gli organizzatori hanno istituito in fretta e furia una Extreme Weather Policy, mentre gli appelli a spostare in avanti l'inizio degli incontri per ora è rimasto inascoltato. Vedremo sa da qui a domenica ci sarà un cambiamento rispetto agli orari originari, consultabili alle pagine 33-34), a Tokyo si sta giocando a porte chiuse. Sembra di essere tornati indietro di un anno, quando lo Us Open riaprì i cancelli per soli giocatori e addetti ai lavori. In un clima surreale, Djokovic fu squalificato mentre Naomi Osaka e Dominic Thiem vinsero il torneo in un silenzio spettrale. A un mese dallo Us Open, è doveroso segnalare l'incredibile differenza di policy rispetto al torneo olimpico.

Qualche settimana fa hanno annunciato la presenza del pubblico al 100%, con un deciso passo avanti rispetto agli altri Slam stagionali, ma in questi giorni sono emerse notizie ancora più sorprendenti, specie se paragonate alla gabbia dorata del Villaggio Olimpico. Non solo ci sarà il pubblico, ma i giocatori avranno piena libertà di movimento. Ne ha dato notizia il quotidiano spagnolo Marca, che evidentemente ha avuto accesso alle informazioni riservate che intercorrono tra i giocatori e gli organi di governo. Dopo la durissima bolla dello scorso anno (tra casi di positività, quarantene più o meno rispettate e polemiche a non finire), la carovana dello Us Open tornerà a colorare Manhattan. I due hotel ufficiali del torneo saranno l'Intercontinental Barclay e il Lexington Autograph, mentre lo scorso anno i tennisti erano stati confinati in due hotel a Long Island (Marriott e Garden City). Per loro non ci sarà alcun confinamento, anzi, avranno la possibilità di sistemarsi in altro hotel o affittare un'abitazione privata. Questa scelta, tuttavia, comporterà la perdita di due privilegi: la transportation per-da Flushing Meadows e la gratuità dell'alloggio.

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Chi avrà fatto il vaccino sarà esentato dall'obbligo del tampone. Al contrario, i non vaccinati dovranno essere costantemente controllati. In particolare, ci sarà un test PCR all'arrivo e poi uno ogni 3-4 giorni.

Lo Us Open tornerà a vivere importanti bagni di folla

Il tutto nonostante gli Stati Uniti abbiano ancora numeri abbastanza importanti: lunedì hanno avuto oltre 28.000 casi (di cui un migliaio a New York) e 78 morti. Cifre drammatiche per chi punta ancora al contagio zero (per esempio, l'Australia), abbastanza tollerabili per chi invece ritiene che sia meglio derubricare la COVID-19 a virus endemico. Quali saranno le misure anti-pandemia dello Us Open? Nulla di particolare. Diversi giocatori stanno avendo la possibilità di vaccinarsi. Alcune giocatrici potranno farlo a Charleston (col vaccino Johnson & Johnson), e sembra che la possibilità possa essere estesa a Cincinnati. Chi avrà fatto il vaccino (sia giocatori che membri dello staff) sarà esentato dall'obbligo del tampone. Al contrario, i non vaccinati dovranno essere costantemente controllati. In particolare, ci sarà un test PCR all'arrivo e poi uno ogni 3-4 giorni. Tra l'altro, i controlli si realizzeranno in un unico hotel (l'Intercontinental Barclay).

Per evitare situazioni antipatiche come lo scorso anno (ricordate il mini-focolaio dei giocatori francesi?), gli organizzatori sconsigliano di condividere una stanza con una persona non vaccinata. In caso di positività, infatti, il compagno di stanza dovrà sottoporsi a periodo di quarantena in qualità di contatto stretto e – di conseguenza – perderebbe il torneo. La USTA nutre grande fiducia nei vaccini: va ricordato, tuttavia, che la vaccinazione non protegge al 100% dall'infezione. Se le indiscrezioni di Marca saranno confermate, il tampone non obbligatorio per i vaccinati crea una potenziale piccola falla nella prevenzione del contagio. Tuttavia, è un atteggiamento in linea con una policy ben diversa rispetto a quella giapponese, laddove agli atleti viene impedito di vivere appieno lo spirito olimpico. E sarà meno restrittiva rispetto al Canadian Open, laddove ci sarà una tradizionale bolla, con i giocatori costretti a restare in albergo e autorizzati agli spostamenti soltanto per recarsi nel luogo di gara. In altre parole, a parte i test obbligatori per i non vaccinati, lo Us Open 2021 assomiglierà moltissimo a un torneo pre-pandemia.

L'Intercontinental Barclay della 48esima Strada torna ad essere l'hotel principale dello Us Open

Lo Us Open 2021 ritroverà l'incredibile atmosfera del passato. Qui i vincitori dopo essere stati a un punto dalla sconfitta

In un contesto di scarsa chiarezza sulle misure da adottare per contenere il contagio, tuttavia, si inserisce la curiosa scelta di non ammettere il pubblico nelle qualificazioni e la cancellazione dell'Arthur Ashe Day, evento che si tiene il sabato prima dell'inizio del torneo, in cui c'è forte interazione tra giocatori e pubblico. In virtù dell'ingresso gratuito, le qualificazioni erano diventate molto popolari tra gli appassionati. Difficile comprendere le ragioni della scelta, visto che da lunedì 30 agosto decine di migliaia di persone varcheranno i cancelli del Billie Jean King National Tennis Center, peraltro con un solo obbligo: indossare la mascherina nei luoghi al chiuso. Tra l'altro, se l'Arthur Ashe e il Louis Armstrong Stadium vedranno chiudere il tetto a causa del maltempo, saranno ancora considerati all'aperto grazie al sistema di ventilazione che li rende diversi da una semplice arena indoor. Lo Stato di New York ha eliminato quasi ogni restrizione a metà giugno, quando circa il 70% dei residenti aveva ricevuto almeno una dose di vaccino.

In realtà è ancora in vigore il blocco degli spostamenti per chi arriva da determinati Paesi (Unione Europea compresa), ma questo non toccherà gli atleti impegnati per lo Us Open. Più in generale, l'atteggiamento dello Us Open sorprende se paragoniamo i numeri americani a quelli giapponesi. A oggi, nel solo stato di New York (poco meno di 20 milioni di abitanti) ci sono stati 2,2 milioni di casi e oltre 54.000 decessi, con un tasso di mortalità dello 0,27%. Attualmente ci sono circa 85.000 persone positive al virus. Al contrario, in tutto il Giappone (126 milioni di abitanti, il doppio dell'Italia) hanno avuto 870.000 casi, 15.000 decessi e hanno un tasso di mortalità irrisorio (0,012%). Al di là dell'abisso culturale tra giapponesi e americani, le enormi differenze nell'approccio sono ancora più sorprendenti se relazionate ai numeri. Detto che un anno e mezzo di pandemia ci ha dimostrato come spesso le decisioni siano spesso natura politica, c'è il sospetto che qualcuno stia esagerando, o qualcun altro stia minimizzando. Non sappiamo dove stia la verità, ma è un dato di fatto. Ma qui il tennis c'entra meno.