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IL PERSONAGGIO

Musetti, la Grande Bellezza

La vittoria su Stan Wawrinka, sul Centrale del Foro Italico, è il biglietto da visita con cui Lorenzo Musetti si presenta al pubblico mainstream. L'esaltazione collettiva, sublimata da centinaia di commenti social, suggerisce che è lui il prescelto dagli appassionati. Più di Sinner, in prospettiva più di Fognini e Berrettini. Non si avvertiva così tanta elettricità dai tempi d'oro di Quinzi. Ma Lorenzo spera in un finale diverso...

Riccardo Bisti
16 settembre 2020

Ci fosse ancora qualche dubbio, lo abbiamo capito martedì notte: siamo un popolo di esteti. Con gli umori collettivi misurati dai social network, la vittoria di Lorenzo Musetti contro Stan Wawrinka ci ha fatto capire chi è il nuovo cavallino degli appassionati italiani. In un momento particolarmente felice per il nostro tennis, non c'era che l'imbarazzo della scelta. Ma il popolo del web ha già scelto. Il clamore suscitato dalla vittoria del carrarino ricalca quanto accaduto sette anni fa con Gianluigi Quinzi. C'erano momenti in cui una partita di GQ scatenava centinaia di commenti, a prescindere dal livello e dall'avversario. In questi anni abbiamo vissuto momenti d'oro: i successi di Fognini, di Berrettini, l'exploit di Cecchinato, l'impetuosa crescita di Sinner... Ma quel vivo senso di elettricità, quasi eccitazione, si è risvegliato in una calda notte di settembre. Musetti è il tipo di tennista che piace all'italiano medio: gioca benissimo, lascia spazio all'estetica e libera la fantasia, come se nelle smorzate o nelle scelte difficili trovi un senso alla sua presenza sul campo.

Come se dovesse infilare una pennellata all'interno di una catena di montaggio. Piace ai feticisti perché tira un fantastico rovescio a una mano, capace di conquistare anche Jim Courier. Chiamato a commentare la partita per Tennis Channel, l'ex numero 1 ha definito incredibile il rovescio del toscano. E se lo dice chi teneva la racchetta come una mazza da baseball... Musetti piace perché ha un viso pulito, un aspetto normale. Di corporatura esile, soltanto adesso sta sviluppando una muscolatura adatta per le necessità del tennis professionistico. Il preparatore atletico Roberto Petrignani sta facendo un grande lavoro, ma Musetti trasuda normalità. Un ragazzo normale con un po' di magia nel braccio. Qualità intuite anni fa da Patrick Mouratoglou, poi curate dalla FIT che ha visto in lui un cavallo su cui puntare. Ma il 100% del miracolo Musetti ha un nome e un cognome: Simone Tartarini. Ex seconda categoria, ottimo maestro di provincia che per anni si è diviso tra corsi collettivi e lezioni private.

"I tornei gestiscono lo spettacolo, ma noi siamo lo spettacolo. Dovrebbero esserci trattative in cui si raggiungono dei compromessi e tutti ne escono soddisfatti. Vogliamo essere considerati dei partner, non dei semplici ragazzi che devono accettare qualsiasi decisione"
Vasek Pospisil
I colpi più spettacolari effettuati contro Wawrinka

In un giorno come tanti, presso il Circolo Tennis Spezia (lo stesso in cui è cresciuto Alessandro Giannessi) si è visto recapitare un bambino proveniente da Carrara. I genitori, persone semplici, volevano che si dedicasse un po' più seriamente dal tennis dopo i primi colpi tirati nella cantina della nonna materna (aneddoto che è già letteratura) e le prime lezioni ai piedi delle cave di marmo. Ancora non sapeva, Tartarini, che quello era il suo dono del cielo. Anno dopo anno se ne è reso conto e ha scelto di accompagnarlo, proteggerlo, affiancarlo tra le onde dell'oceano del tennis. La metafora non è casuale, poiché Tartarini si è autodefinito capitano di una nave che ha già imbarcato diverse persone. Tutti vogliono entrare nel Mondo Musetti, perché è bello, cool, promettente. I risultati sono arrivati in fretta, sublimati da ottimi risultati negli Slam junior e la conquista del numero 1 ITF. Oggi Lorenzo ha 18 anni e sei mesi e sta attraversando una delicata fase di transizione. Potrebbe ancora giocare i tornei junior, ma li ha abbandonati oltre un anno fa.

Approcciando il professionismo, Tartarini ha scelto di saltare quasi del tutto la trafila dei tornei ITF, approfittando dei tanti Challenger in Italia e delle wild card che erano ben contenti di assegnargli. Ha avuto ragione lui: sono arrivati due titoli Futures, mentre nei Challenger ha raccolto due semifinali (Milano 2019 e Trieste 2020): oggi è numero 249, ma anche il meno esperto capirebbe che si tratta di una tappa di passaggio. Il suo mondo è quello dei grandi tornei: lo ha dimostrato qualificandosi a Dubai, si è ripetuto a Roma passando le qualificazioni e superando un'icona come Wawrinka. Per carità, lo svizzero si è svegliato dopo aver perso i primi otto game, ma poi ha provato a vincere il secondo set. Musetti è rimasto nel match, fedele al suo disegno tattico senza farsi condizionare dal rendimento altrui. Si è portato con merito al tie-break e lo ha dominato, di nuovo con la collaborazione di Wawrinka. Ma è stato bravo a farsi trovare pronto, ad approfittare del momento.

Jim Courier ha definito "incredibile" il rovescio di Lorenzo Musetti
Un bel documentario su Lorenzo Musetti, effettuato in occasione degli Assoluti di Todi

“Avevo visto Wawrinka in TV, sapevo che ssarebbe stata dura – ha detto – nel secondo set ha provato a giocare meglio, era di nuovo concentrato e ci ha provato, però ho servito molto bene. Ho alternato la direzione del servizio, sia all'esterno che al corpo. Credo che sia stata la chiave per comandare il gioco”. Per rendere l'idea della portata del successo, basti ricordare che quando Musetti è venuto al mondo (il 3 marzo 2002), Wawrinka aveva già raccolto i primi punti ATP. Il suo nome era in classifica già da sei mesi. Il prossimo impegno del carrarino (ma già residente a Monte Carlo) sarà contro Kei Nishikori: sarà tutta esperienza. E saranno altre centinaia di commenti, nei quali gli appassionati vivisezioneranno il suo gioco, con radiografie sempre più accurate. Così come il suo aspetto (veste Nike e si è fatto crescere i capelli) e ogni dettaglio del suo atteggiamento.

È il destino delle stelle. Non è il momento per fare paragoni con Sinner, e forse non è nemmeno giusto farne. Ognuni ha il suo percorso, ma fuori dal campo ci sono tanti elementi che spingono a pensare a Musetti come vero personaggio tra i due. Un personaggio già capace di bucare lo schermo e tutto da scoprire: un paio d'anni fa, si diceva che avesse 16 anni ma ragionasse come un 26enne. In realtà i suoi anni si vedono tutti in alcune scelte tattiche, o semplicemente in alcuni atteggiamenti sul campo. Crescerà, imparerà. Così come imparerà a convivere con pressioni, aspettative, soprannomi e critiche al minimo passo falso. Sa che sono i passaggi obbligati per raggiungere il suo grande obiettivo. Un sogno che Lorenzo non ha paura di descrivere. In un miscuglio tra pudore e scaramanzia, per ora lasciamo che sia soltanto lui a dirlo.