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POLITICA SPORTIVA

Malagò esulta, il tennis rimane a bocca asciutta

Il nostro sport esce con le ossa rotte dalle elezioni di Atleti e Tecnici nel Consiglio Nazionale CONI: dopo il caso Volandri, non ha piazzato neanche un rappresentante. Lorenzi e Giorgino ci sono andati vicini, ma restano fuori. Eletti personaggi di federazioni vicine a Giovanni Malagò: la sua terza elezione sembra più vicina.

Riccardo Bisti
14 aprile 2021

Il prossimo 13 maggio, nel bel mezzo degli Internazionali d'Italia, sarà un circolo tennistico a sancire il nome del presidente CONI per il prossimo quadriennio. La tornata elettorale si terrà presso il Tennis Club Milano, intitolato ad Alberto Bonacossa, sede delle prime edizioni degli attuali IBI prima del trasferimento al Foro Italico (allora Foro Mussolini) di Roma. La notizia è che il tennis non avrà alcuna rappresentanza, né tra gli Atleti, né tra i Tecnici. Quella di martedì 13 aprile è stata una sorta di disfatta politica per il nostro sport, incapace di portare un solo rappresentante in Consiglio nonostante fosse stata presentata l'artiglieria pesante. È paradossale che il tennis non abbia la dovuta rappresentanza nel prossimo quadriennio, che promette di essere uno dei più prolifici di sempre. Intendiamoci: Angelo Binaghi rimane uno dei pezzi grossi della politica sportiva italiana. Tuttavia, più fonti lo indicano tra i principali sostenitori della corrente che punta a spodestare Giovanni Malagò a favore di Renato di Rocco, ex presidente della federciclismo.

Per rendere l'idea dell'importanza delle elezioni di tecnici e atleti, è opportuno ricordare il meccanismo per l'elezione del presidente: hanno diritto di voto i 74 componenti del Consiglio Nazionale, così suddivisi: il Presidente CONI, i 45 presidenti delle Federazioni Sportive, 9 rappresentanti degli Atleti, 4 rappresentanti dei Tecnici, 5 rappresentanti degli Enti di Promozione Sportiva, 3 rappresentanti delle Discipline Associate, 1 rappresentante delle Associazioni Benemerite, 3 rappresentanti dei Comitati Regionali (uno a testa per nord, centro e sud), 3 rappresentanti dei Delegati Provinciali (stessa suddivisione della categoria precedente). Il quorum da raggiungere è la maggioranza assoluta (38 voti). Detto che gli ultimi quindici componenti devono essere ancora eletti (per adesso sono stabiliti 59 dei 74 aventi diritto), è pacifico che le elezioni di Atleti e Tecnici avesse un importante valore strategico, poiché rappresentano quasi il 20% dell'elettorato complessivo. Ed è altrettanto pacifico che difficilmente i rappresentanti esprimono una preferenza diversa da quella della federazione di appartenenza.

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Nonostante il tennis viva un momento straordinario, sia sul piano tecnico che su quello organizzativo, non avrà alcun rappresentante tra Atleti e Tecnici. Un passo indietro rispetto al quadriennio precedente, in cui c'era Mara Santangelo in quota Atleti.

Filmato emozionale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano

Per avere il maggior peso politico possibile, dunque, la FIT aveva presentato ben cinque candidati: tre per i tecnici e due per gli atleti. Mica nomi qualsiasi: Filippo Volandri, Paolo Lorenzi e Karin Knapp nella prima categoria, Francesco Giorgino e Michelangelo Dell'Edera tra gli atleti. Nomi pesanti, noti, influenti. Come vi abbiamo spiegato nel dettaglio, la candidatura di Volandri è stata rigettata a pochi giorni dal voto per l'antica vicenda Ventolin. Paolo Lorenzi è ancora in attività ed è un personaggio apprezzato a 360 gradi, mentre Karin Knapp ha fatto parte della principale epopea del tennis femminile (ed era utile in virtù delle norme sulla parità di genere: su nove rappresentanti, almeno quattro dovevano essere donne). Tra i tecnici, la FIT aveva schierato il numero 1 del proprio organico, quel Michelangelo Dell'Edera che da diversi anni guida l'Istituto Superiore di Formazione. Inoltre aveva proposto Francesco Giorgino, noto giornalista del TG1. Non a caso, la sua candidatura aveva destato l'interesse dei media mainstream.

Il risultato è stato il peggiore possibile: zero eletti tra gli Atleti, zero eletti tra i Tecnici. In verità, sono andati piuttosto vicini all'elezione Lorenzi e Giorgino. In lista atleti, il senese è stato il secondo non eletto con 30 preferenze, due in meno rispetto a Francesco Marrai (Vela), ultimo a strappare la poltrona dirigenziale. Con una mossa dell'ultim'ora, Karin Knapp aveva ritirato la sua candidatura. Dinamica simile per i Tecnici: con quattro posti a disposizione, Francesco Giorgino si è piazzato in sesta posizione con 12 preferenze. Cinque in meno di Kelum Asanka Perera (cricket), ultimo eletto. Anche in questa categoria era necessaria la parità di genere, con due uomini e due donne. Come la Knapp, anche Dell'Edera si è ritirato prima delle votazioni.

Paolo Barelli guida la federnuoto dal 2000. È stato a lungo senatore, oggi è deputato in Parlamento

Giovanni Malagò all'assemblea elettiva della Federazione Italiana Cricket. Alla sua destra Kelum Asanka Perera, segretario generale eletto anche nel Consiglio Nazionale CONI

Risultato? Nonostante il tennis viva un momento straordinario, sia sul piano tecnico che su quello organizzativo, non avrà alcun rappresentante in quota Atleti e Tecnici. Un passo indietro rispetto al quadriennio precedente, in cui c'era Mara Santangelo in quota Atleti. Più in generale, chi segue le vicende di politica sportiva ha registrato questi risultati come un trionfo di Giovanni Malagò, poiché gli eletti provengono da federazioni a lui vicine. Tutto fa pensare, dunque, che il presidente uscente parta in netto vantaggio nelle elezioni del 13 maggio. Prossimi passaggi? Dopo l'elezione degli ultimi rappresentanti del Consiglio Nazionale, entro il 22 aprile devono pervenire le candidature per la presidenza e per la Giunta Nazionale. A sfidare Malagò ci saranno il già citato Renato Di Rocco e Antonella Bellutti, ex olimpionica di ciclismo.

Tutto fa pensare che la candidatura “forte” sia quella di Di Rocco. Ufficializzando la sua candidatura, quest'ultimo ha speso parole piuttosto dure sull'attuale sistema CONI, a suo dire troppo incentrato sull'immagine e meno sulla sostanza. La sua missione elettorale sembra in salita, nonostante l'appoggio di federazioni importanti, tra cui quelle di tennis e nuoto. Sarà poi interessante vedere se lo stesso Binaghi riproporrà la sua candidatura nella Giunta Nazionale. Lo scopriremo il 22 aprile. La storia della politica sportiva insegna che possono esserci sempre sorprese dell'ultim'ora, ma tutta fa pensare a una terza rielezione di Malagò. Per adesso, i grandi sconfitti sono proprio nuoto e tennis: già, perché anche la federazione di Paolo Barelli (alleato strategico di Binaghi) non è riuscita a piazzare un solo rappresentante tra Atleti e Tecnici. Riusciranno a ribaltare la situazione?