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NITTO ATP FINALS

L'Italia mette le mani avanti: “ATP Finals anche dopo il 2025”

Angelo Binaghi promette la candidatura italiana quando sarà terminato il quinquennio torinese. “Vogliamo mettere in difficoltà chi dovrà decidere”. L'evento costa circa 50 milioni all'anno, ma conferisce grande prestigio e visibilità. “Il nuovo presidente FIT? Ho troppo da fare, ci penserò l'anno prossimo. Ma non conta chi lo farà”. Insomma...

Riccardo Bisti
12 novembre 2022

Come da tradizione, il sorteggio delle ATP Finals è stato accompagnato da una serie di eventi collaterali, tra cui la cena di gala presso la suggestiva Nuvola Lavazza. Il torneo deve ancora cominciare, ma c'è già grande entusiasmo. È la prima edizione senza alcun limite agli spettatori, dopo le infinite polemiche del 2021 tra gli organizzatori e il Comitato Tecnico Scientifico, che ridusse al 60% la capienza dell'impianto. Angelo Binaghi dice che erano stati venduti 129.000 biglietti, con una riduzione a 110.000 a causa delle restrizioni. Polemiche infinite, pubblico infuriato, proteste. Ormai è andata e i rimborsi che non si sono potuti evitare sono stati elargiti. Oggi si parla di altre cifre, anche se non troppo diverse: in sede di presentazione, il presidente FIT ha parlato di 140.000 biglietti già venduti, con fiducia per arrivare a 150.000. Per anni, il focus sui tagliandi – in particolare per gli Internazionali d'Italia – era soprattutto sul pubblico nostrano, mentre adesso c'è grande entusiasmo per i biglietti venduti all'estero.

Sono circa un terzo del totale, da ben 88 Paesi. Tra questi, 2.543 dal Brasile (!), grossomodo stessa cifra della Gran Bretagna, mentre sono oltre 4.000 dalla vicina Svizzera. Il motivo è semplice: per natura, le ATP Finals sono un torneo che si vende da solo, dal prestigio infinito a prescindere dalla location. Se Binaghi definisce incidente di percorso l'assenza di italiani (ma rilancia: “Siamo passati da 0 a 3 alle Next Gen Finals, perché non possiamo fare altrettanto a Torino?”), il torneo tutto straniero è un danno d'immagine ma non tocca particolarmente gli incassi. Il sold out è più o meno garantito dal prestigio dell'evento, a prescindere dalla sede o dalla qualità organizzativa. Di certo, l'impatto economico delle Finals sul territorio è molto importante. L'obiettivo è arrivare a un gettito di circa 140 milioni. Per la verità, i numeri di Torino non sono paragonabili a quelli delle precedenti edizioni londinesi. I 140.000 tagliandi venduti sono molto distanti da quanto garantiva la 02 Arena di Londra, sede del Masters dal 2009 al 2020.

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«Nuovo presidente FIT? Ho troppo da fare, ci penserò dal prossimo anno. Non conta chi lo farà, ma come sarà gestita la federazione. 90% del nostro patrimonio arriva dall'autofinanziamento, frutto di attività commerciali come le Finals, il 10% dallo Stato» 
Angelo Binaghi

Gli highlights stagionali degli otto qualificati alle NITTO ATP Finals 2022

Escludendo l'ultima edizione (giocata a porte chiuse), undici tornei hanno portato a Londra 2.803.964 spettatori, con una media di 254.905. Va detto che nelle ultime edizioni c'era stato un piccolo calo (253.642 nel 2018, 242.883 nel 2019), ma le cifre erano comunque molto superiori. Il motivo è semplice: la 02 Arena è più capiente del Pala Alpitour. E c'è un dettaglio importante: il torneo costava molto meno. Per queste edizioni, infatti, l'ATP ha imposto una sostanziale crescita del montepremi. Forse non andava giù che il Masters WTA offrisse più soldi grazie ai cinesi. Nel 2019, la vincitrice di Shenzhen (Ashleigh Barty) incassò oltre 4 milioni, più alto montepremi mai vinto da un singolo tennista. Quest'anno, il vincitore imbattuto a Torino prenderà 4,75 milioni.Ma dovrà chiudere senza sconfitte, altrimenti del record della Barty rimarrà in piedi. Questo impressionante incremento del montepremi (+64% rispetto al 2019, ultima edizione pre-pandemia) è tutto a carico degli organizzatori.

La FIT non avrebbe mai avuto – da sola – la forza economica di sobbarcarsi una spesa simile. Per questo, l'aiuto del Governo (all'epoca era in sella Giuseppe Conte) fu fondamentale per aggiudicarsi l'evento. Ma il rischio d'impresa rimane elevato. Nell'ultimo bilancio FIT pubblicato (il preventivo del 2021), la voce “Organizzazioni Manifestazioni Sportive Internazionali” parla di un un incremento di quasi 55 milioni di euro (da 13.610.984 a 68.564.192). L'aumento, ovviamente, è legato alle ATP Finals e (in piccola parte) dalle Next Gen Finals, il cui costo è stimato in meno di 5 milioni. Nella sua relazione, Angelo Binaghi aveva quantificato il costo dell'organizzazione del Masters in 50.932.857, divisi in cinque voci.
- 12.500.000 per il montepremi
- 15.625.000 per la tassa da riconoscere all'ATP
- 4.865.000 per impianti e allestimenti
- 14.322.857 per i servizi vari (personale, consulenze, collaborazioni, ospitalità, ecc)
- 3.080.000 per promozione e comunicazione

Angelo Binaghi spera che le ATP Finals restino in Italia il più a lungo possibile

Bagno di folla a Piazza San Carlo per gli otto partecipanti alle ATP Finals

Tali cifre riguardano la passata edizione: non sappiamo quanto sia stato effettivamente speso, e nemmeno quali fossero le previsioni del 2022, ma c'è da credere che le cifre siano grossomodo queste, probabilmente con leggero ritocco verso l'alto. Numeri importanti, ma che dovrebbero essere recuperati (con la speranza di un utile) grazie alla voce ricavi, tra biglietteria e diritti TV. Insomma, un'avventura affascinante che proseguirà fino al 2025, anche se Binaghi ha già rilanciato: in un'intervista pubblicata mercoledì su “La Stampa”, ha fatto presente che l'Italia si ricandiderà per le successive edizioni, a partire dal 2026. La scelta della città, tuttavia, spetterebbe al Governo, garante economico dell'operazione. Lui ha menzionato Milano, Bologna, Pesaro e la stessa Torino, ma sono semplici idee, nemmeno ipotesi. “Torino è la casa delle Finals, e qui vogliamo mettere radici profonde – ha aggiunto giovedì – vogliamo mettere in difficoltà chi sarà chiamato a decidere (l'ATP, ndr) se portare via l'evento dall'Italia”. Con un dettaglio: già dal 2025 (forse fine 2024, dipenderà dalla data dell'assemblea), lui non sarà più alla guida della FIT. L'intervistatore de La Stampa gli ha chiesto se ha già scelto il successore. A parte che non si capisce perché debba essere Binaghi a scegliere il successore, visto che – in teoria – la presidenza è una carica elettiva, l'ingegnere sardo ha risposto. “Ho troppo da fare, ci penserò dal prossimo anno. Non conta chi lo farà, ma come sarà gestita la federazione. 90% del nostro patrimonio arriva dall'autofinanziamento, frutto di attività commerciali come le Finals, il 10% dallo Stato.

Per il Ministro dello Sport Andrea Abodi siamo un caso scuola. Vogliamo continuare così o tornare a 20 anni fa, quando il tennis stava affondando?”. Non è esattamente vero che “non conta” chi lo farà, perché la carica di presidente garantisce visibilità importante, permette di avere interlocutori di primo piano, strette di mano, interviste... Qualcosa che – salvo cambi di leggi e/o regolamenti – passerà in mano a qualcun altro. Sul resto, Binaghi ha detto che non si candiderà al CONI, essendosi quasi rassegnato all'idea di riformarlo. Insomma, la sensazione è che continuerà ad essere una figura molto influente nel mondo del tennis anche dopo l'Assemblea Elettiva del 2024. Comunque vada, lascerà in eredità una federazione con un nuovo nome. “Se non avessimo annesso il padel, i nostri circoli sarebbero stati devastati come fu vent'anni fa per il calcetto”. Vero, anche se questa mossa evita la dispersione di tesserati che il padel rischiava di creare alla FIT, visto che molti padelisti provengono dal tennis e hanno lasciato la racchetta (e dunque la tessera da tennista) a favore della pala. Ma queste cose sono meno interessanti per il grande pubblico: ciò che conta è che le ATP Finals siano un grande spettacolo e non abbiano alcun intoppo organizzativo. Per bilanci (economici e morali), valutazioni e manovre politiche ci sarà tutto il tempo.