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US OPEN

L'asciugamano della discordia

Finalmente i giocatori non possono più utilizzare i raccattapalle come piccoli maggiordomi nel prendere e porgere gli asciugamani. Qualcuno si è lamentato, perché viene meno una routine ormai consolidata negli anni, ma l'igiene è più importante di tutto. E il COVID non c'entra.

Riccardo Bisti
4 settembre 2020

Quando era un bambino di 3 anni, Stefanos Tsitsipas non si staccava mai dal suo piccolo asciugamano. “Era come un giocattolo, me lo portavo sempre in giro. C'è una vera e propria storia dietro a quell'oggetto. È qualcosa di speciale nella mia vita, era come avere un piccolo oggetto di conforto”. L'aneddoto è perfetto per descrivere il disagio provato da tanti giocatori in merito a una delle novità post-COVID: l'obbligo di utilizzare l'asciugamano da sé, senza che siano i raccattapalle a prenderlo e portarlo, come piccoli maggiordomi. Scelta sacrosanta: non avrebbe dovuto avere bisogno di un virus per essere introdotta, ma tant'è. Ormai era diventato un gesto abituale, routine pura. Adesso i tennisti sono costretti a cambiarla. Tra le tante sperimentazioni di questo Us Open, è quella che più di tutte li colpisce nelle loro abitudini. Per carità: obbligo di mascherine, tamponi ogni 4 giorni e distanziamento sociale sono intoppi mica da ridere. E poi c'è l'introduzione di Hawk-Eye Live, che ha preso il posto dei giudici di linea in undici campi su tredici. Quest'ultima novità, in linea di massima, è molto apprezzata dai giocatori.

Al contrario, l'obbligo di non passare a nessuno i propri asciugamani è più problematica. “Per me ha una grande importanza – racconta Tsitsipas – il problema è quando lo vuoi usare nei turni di risposta. È una grande preoccupazione, vorrei usarlo più spesso ma non posso perché rischierei di interrompere il ritmo del mio avversario”. Ci vorrà un po' di tempo affinché i giocatori automatizzino le nuove regole. Anche Novak Djokovic è preoccupato. Durante il suo match di primo turno contro Damir Dzumhur si è preso un warning per non aver rispettato i tempi tra un punto e l'altro. Motivo? Aveva tergiversato nel prendere l'asciugamano. Ha chiesto spiegazioni al giudice di sedia, paragonando la sua condotta a quella della scorsa settimana, al Western & Southern Open. “In effetti ho perso la concentrazione, e un paio di volte mi sono stressato – dice il n.1 – nel torneo della scorsa settimana abbiamo giocato con un certo ritmo, poi abbiamo trovato una regola che non ci era stata comunicata”.

"Il problema è quando lo vuoi usare nei turni di risposta. È una grande preoccupazione, vorrei utilizzarlo più spesso ma non posso perché rischierei di interrompere il ritmo del mio avversario" Stefanos Tsitsipas
Us Open: Medvedev scaraventa via un asciugamano dalle mani del raccattapalle

Nei giorni scorsi gli arbitri avevano un margine di manovra più elastico. Il cronometro scattava soltanto quando i giocatori avevano finito di detergersi il sudore nell'asciugamano. Allo Us Open, lo shot clock parte immediatamente, appena viene chiamato il punteggio. Una bella differenza, anche di 10 secondi. Fino allo scorso febbraio, i giocatori avevano l'abitudine di affidare gli asciugamani ai raccattapalle. E la richiesta di farseli passare arrivava quasi dopo ogni punto. Adesso i tennisti li devono prendere per conto proprio dopo averli appoggiati in un apposito box a bordocampo, uno per giocatore. È difficile rispettare i tempi. Lo sa bene Ajla Tomljanovic, fidanzata di Matteo Berrettini, sconfitta al primo turno da Angelique Kerber. “Per me è un passaggio importante perché sudo molto. In generale non mi piace perdere tempo, il mio ritmo è veloce. E allora divento un po' nervosa quando vedo lo shot clock arrivare al limite”.

In certi casi, il rituale dell'asciugamano va oltre la semplice funzione fisiologica. “È una routine che mi permette di pensare, rinfrescare la mente e riflettere sulla tattica – dice Tsitsipas – è qualcosa di confortevole”. Lo shot clock complica le cose. L'asciugamano è uno strumento frequentemente utilizzato dai tennisti, anche se la moda di utilizzarlo dopo ogni punto è piuttosto recente. Fino a qualche anno fa veniva utilizzato solo ai cambi di campo, e magari sostituito da fascette e polsini nelle routine dopo ogni punto. Negli anni 70-80, alcuni giocatori (tra loro Dick Stockton e Sandy Mayer, talvolta anche Pat Cash) infilavano un piccolo asciugamano nella cintura dei pantaloncini.

L'utilizzo dell'asciugamano dopo ogni punto è un rituale irrinunciabile per molti giocatori
Verdasco tratta male un raccattapalle, peraltro senza alcun motivo

Il primo a sdoganare le nuove abitudini è stato Rafael Nadal, e sarà interessante vedere il suo comportamento. Tra l'altro, negli ultimi anni aveva preso l'abitudine di portarsene dietro due, uno per ciascun angolo. Secondo Bob Bryan, che si è appena ritirato, Nadal ha poi portato diversi giovani a imitarlo. Piano piano, è diventato un must per la stragrande maggioranza dei giocatori. Ovviamente non piace a tutti: per molti è noioso, poco igienico per i raccattapalle, oltre che un fattore chiave per l'allungamento delle partite. Nel 2012, quando l'ATP ha ridotto a 20 secondi il tempo tra un punto e l'altro, i tennisti hanno iniziato a utilizzare i raccattapalle. Era l'unico modo per velocizzare le operazioni, ma buona parte del pubblico si è scandalizzata nel vedere come i ragazzi fossero trattati. Alcuni pretendevano che gli fosse portato in un certo modo, altri lo lanciavano verso il ballboy senza neanche guardarli.

Lo scorso anno, una delle tante polemiche tra Daniil Medvedev e gli americani ha riguardato proprio questo aspetto: incassò un warning per aver strappato bruscamente un asciugamano a un raccattapalle. In un torneo cinese, Fernando Verdasco trattò male un bambino, ai limiti della maleducazione. Quest'anno non vedremo scene del genere, e piano piano i tennisti si abitueranno. Era ora, verrebbe da dire. Qualcuno è contento: “Non ho problemi con questa regola, sono una persona umile e posso prendere il mio asciugamano” dice Kristina Mladenovic, che peraltro ha avuto ben altri problemi nel corso del torneo. Opinioni come la sua diventeranno sempre più frequenti, mentre diminuiranno idee come quella espressa di Tsitsipas: “Non è comodo giocare con il sudore che cola dalla fronte e arriva agli occhi. L'asciugamano a portata di mano è molto importante per noi”. Si tornerà ai vecchi sistemi, non meno efficaci di questo. Sarà un piacevole ritorno al passato.