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AUSTRALIAN OPEN

The Tennis Guy

Come il giovane Pete Sampras, anche Jannik Sinner ha in testa soltanto il tennis. Nulla lo distrae, nemmeno un folle orario d'inizio e la possibilità di giocare su un altro campo. “Per me non sarebbe cambiato nulla, pensavo solo al tennis”. Un tie-break da favola respinge Rublev: venerdì ci sarà la sfida delle sfide contro Novak Djokovic. 

Riccardo Bisti
23 gennaio 2024

Tennis, tennis, soltanto tennis. Ai tempi del liceo, per Pete Sampras non esisteva altro. Lo chiamarono The Tennis Guy, e probabilmente non era un complimento. Quel ragazzino di origine greca avrebbe vinto 14 Slam e sarebbe diventato uno dei più forti di sempre. Non sappiamo se Jannik Sinner abbia avuto un soprannome simile. Forse no, perchè fino ai 12-13 anni di età era molto promettente anche nello sci. Ma c'è da credere che – una volta sbarcato all'accademia di Riccardo Piatti – il suo comportamento avesse molti punti in comune con quello di Sampras. Non che non abbia passioni, ma il tennis è l'unica priorità della sua vita. Il resto esiste, ma è secondario. Una qualità che fa la differenza, soprattutto se è supportata da un talento eccezionale, omaggio di Madre Natura ma coltivato nel migliore dei modi. Sinner ha tutte le caratteristiche del Tennis Guy e le ha evidenziate nei quarti dell'Australian Open, in cui ha esorcizzato l'eterna attesa per la durata dei match precedenti e ha superato Andrey Rublev facendo tutto quel che era necessario, compreso attraversare (e superare) alcuni momenti di difficoltà.

Ma ha saputo evitare ogni complicazione, soprattutto nel tie-break del secondo set, quando ha rimontato da 1-5. Vincendo sei punti di fila, ha tagliato le gambe al russo e ha apparecchiato il terreno per il 6-4 7-6 6-3 che lo spedisce in semifinale. È la prima volta a Melbourne, la seconda in assoluto, e anche stavolta se la vedrà con Novak Djokovic. Ma le premesse sono diverse rispetto a sei mesi fa, quando a Wimbledon vinse il serbo in tre set. Intanto Sinner non ha perso set in tutto il torneo (mentre Djokovic ne ha lasciati per strada tre), ma soprattutto le cose sono cambiate con la tripla sfida di fine 2023, tra Torino e Malaga. Sinner ha trovato il modo per giocare alla pari con il serbo, lo ha battuto in paio di occasioni e ha dimostrato – fatto quasi inedito! - di poterlo sconfiggere anche quando si arriva al fotofinish. Manca il successo in una partita al meglio dei cinque set, ma venerdì (probabilmente alle 4.30 della notte italiana, a meno che gli organizzatori non vogliano concedere il prime time) avrà la chance di riuscirci già in Australia.

«L'unica cosa che posso controllare è dare il 100% su ogni palla e mantenere l'atteggiamento giusto. Poi si vedrà» 
Jannik Sinner

Tennis Guy, dicevamo: Sinner ha dimostrato di esserlo con il suo approccio alla sfida contro Rublev, disperatamente a caccia della prima semifinale Slam in carriera (dieci volte nei quarti, dieci sconfitte: soltanto Manuela Maleeva ha fatto peggio di lui). “Per mezz'ora non abbiamo saputo il campo in cui avremmo giocato – dice Sinner – ma per me non c'era alcun problema, l'importante era giocare i quarti di uno Slam. Il campo ha poca importanza: ok, l'atmosfera della Rod Laver è migliore, ma io pensavo solo al tennis”. Come il giovane Sampras, ha avuto la capacità – anzi, la forza – di pensare soltanto alle cose di campo. Quando si è giocato il primo punto erano quasi le 23, ma Jannik era perfettamente centrato e sapeva cosa fare. Sapeva che Rublev avrebbe cambiato tattica, cercando di essere ancora più aggressivo e di accorciare gli scambi. Sfida accettata: i due hanno dato vita a un bombardamento reciproco durato due ore e quarantuno minuti, in cui Sinner ha fatto quello che conviene a un campione: vincere i punti importanti.

I numeri non mentono: Jannik ha avuto sette palle break e ne ha trasformate due (nel quinto game del primo set, e sul 3-3 del terzo), mentre il russo ha avuto ben otto occasioni. Non ne ha concretizzata neanche una, dato inquietante che fa il paio con i dieci quarti di finale perduti. Al dato numerico si accompagna la fantastica rimonta nel tie-break del secondo set, vero spartiacque dell'incontro. Un gran rovescio lungolinea portava Rublev sul 5-1: divario talmente grande che persino il russo si lasciava andare a un'esultanza che non gli è propria. Non sappiamo quanto spesso si verifichi una rimonta del genere, ma siamo convinti che si tratti di percentuali residuali. Invece Jannik, pardon, The Tennis Guy, ha continuato a giocare come se niente fosse e ha ricucito il punteggio con la precisione di un sarto.

Durante il match, Sinner ha avuto un piccolo risentimento. Nelle interviste ha minimizzato: "Era un po' d'aria in pancia, forse qualcosa che avevo mangiato"

Battendo Rublev, Jannik Sinner è diventato il settimo italiano (uomo) a raggiungere almeno due semifinali Slam

Sei punti di fila che significano tutto: nell'immediato hanno messo KO Rublev, poi significano status, tempo risparmiato e un messaggio forte e chiaro a Novak Djokovic, che qualche ora prima aveva tribolato a più non posso per strappare il servizio a Taylor Fritz. Quindici palle break sciupate, come non gli era mai accaduto in carriera. Non potrà permettersi di fare altrettanto contro Sinner. “Mi alleno per giocare contro i migliori – dice Sinner – per me è un piacere giocare contro Novak, non vedo l'ora. Sarà dura: l'unica cosa che posso controllare è dare il 100% su ogni palla e mantenere l'atteggiamento giusto. Poi si vedrà”. We'll see. Lo dice spesso: più che una frase-amuleto è una un modo per tagliare corto, di non perdere tempo con parole e concetti (che lui reputa) inutili. Sinner è diverso dagli altri perché non sa cosa significhi la parola alibi. Non ha fatto una piega per l'inizio alle 23 e non si è lamentato. “Sono contento di aver giocato un match del genere”.

“Ci sono stati tanti pressure point, spesso sono andati a mio favore. Avevo bisogno di giocare una partita come questa, ero pronto a un match difficile. Anche se avessi perso il secondo set ci sarebbe stato da restare in campo per ancora qualche ora”. In altre parole, non si sarebbe fatto prendere dallo scoramento ma avrebbe continuato a giocare la sua partita, esprimere il suo tennis, nella sua bolla personale, a cui possono accedere pochissime persone. E ovviamente non c'è alcuna lamentela per aver finito così tardi. “Credo di poter recuperare. Domani giocherò 45 minuti, giusto per colpire la palla, poi cercherò di dormire il più possibile. Sono fiducioso di potermi riprendere”. L'atteggiamento di un campione, un fanatico della sua professione. Ma un fanatismo sano, proiettato alla migliore performance possibile. Il conto alla rovescia è appena iniziato: adesso l'attenzione è tutta su Djokovic e non ai piccoli grandi record che Jannik sta frantumando, uno dopo l'altro. Ormai non fanno più notizia. È un altro miracolo del nostro Tennis Guy.