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BILLIE JEAN KING CUP

Italia, è un'occasione d'oro!

Battendo la Slovenia, le azzurre sfruttano appieno una serie di circostanze favorevoli e approdano in finale. Il risultato è inatteso ma non clamoroso, visto che erano favorite in cinque singolari su sei. Ma è un peccato che la stampa a grande diffusione accolga con freddezza il risultato. Clamoroso: non troveremo la Repubblica Ceca, bensì il Canada.

Riccardo Bisti
11 novembre 2023

La finale di Billie Jean King Cup raggiunta dall'Italia, oltre a farci gioire, alimenta due riflessioni. La prima è che non si tratta di un'impresa eccezionale, perché – al netto di quanto racconta la comunicazione ufficiale (comprensibile, per carità) – non è stato fatto nulla di straordinario. Per arrivare in finale, le azzurre hanno vinto sei singolari: di questi, soltanto uno (Paolini b. Garcia) vedeva l'avversaria meglio piazzata dell'azzurra. E la francese veniva da una stagione così così, oltre ad aver perso con la stessa Paolini, giusto qualche settimana fa. Tutte le altre partivano sfavorite contro Jasmine e contro Martina Trevisan, anche secondo i bookmakers: Alize Cornet, Eva Lys, Anna-Lena Friedsam, Kaja Juvan e Tamara Zidansek. Un percorso da sogno (da una parte) ma decisamente morbido per una competizione mondiale (dall'altra). Però non sarebbe corretto sminuire la bravura delle nostre ragazze, a partire da una Paolini che sta giocando il miglior tennis della sua vita. Si è conquistata un posto tra le top-30 a suon di risultati, migliorando gradualmente la qualità dei suoi risultati (nel 2023 ha battuto sei top-20, in tutta la carriera erano state soltanto due).

E contro Tamara Zidansek, nel match decisivo, è stata bravissima a non disunirsi quando il match era girato a favore della slovena. Una sconfitta avrebbe potuto essere scivolosa, poiché giocarsi tutto al doppio di spareggio avrebbe potuto essere molto, molto pericoloso. In svantaggio 2-0 al terzo, non ha tremato, ha rimesso i piedi dentro il campo e ha vinto sei degli ultimi sette game dopo aver lavorato ai fianchi un'avversaria generosa ma sfibrata. Brava. A 27 anni di età si sta avvicinando al suo picco e – in effetti – si sta prendendo sonore rivincite su chi non le dava troppo credito a inizio carriera. Quanto alla Trevisan, ha già scritto la sua fiaba con la semifinale al Roland Garros. Oggi è una giovane donna di 30 anni, con la la possibilità di giocare tranquilla. Tutto quello che arriva è tanto di guadagnato. Una serenità che si è vista a Siviglia e che ha dato un contributo decisivo per riportare l'Italia in finale, dieci anni dopo. Si è visto, per esempio, nella gestione del complicato primo set contro Kaja Juvan. È la prima finale della gestione Garbin, partita nel 2017 dopo una retrocessione e passata addirittura dall'inferno della Serie C. Per questo Tax e le sue ragazze meritano sorrisi e complimenti.

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«Per me è davvero un'emozione grandissima. Ed è un insegnamento per i giovani che vogliono tutto e subito. Ci vuole invece lungimiranza: queste ragazze hanno costruito nel tempo la loro carriera e lo hanno fatto nel migliore dei modi» 
Tathiana Garbin

La veneta si è impegnata al massimo per creare un gruppo unito e senza invidie. C'è riuscita al 99%: il residuale riguarda Camila Giorgi. Al netto delle frasi di circostanza, è parso chiaro sin da subito che Camila era un corpo estraneo al gruppo. Mentre la Paolini giocava contro la Zidansek, l'italoargentina ha pubblicato su Instagram un'immagine di sé sui ponti di Firenze (tra l'altro è di queste ore la notizia secondo cui, entro l'anno, lei e la cantante Madame avranno l'udienza preliminare per il processo sulle presunte false vaccinazioni). La seconda riflessione riguarda il disinteresse dei media: sebbene non non sia un risultato clamoroso e non ci sia stata alcuna “impresa”, il silenzio dei principali media italiani è inquietante e giustifica qualche riflessione sul machismo ancora latente in Italia. Ai tempi di Pennetta, Schiavone, Errani e Vinci c'era un interesse diverso.

Vuoi perché erano tutte e quattro validi personaggi, vuoi perché i media avevano tutto l'interesse a esaltarle oltre misura (in assenza del Sinner di turno), vuoi perché erano successi senza precedenti nel nostro tennis femminile. Al netto dei siti internet, costantemente affamati di aggiornamenti, la lettura dei quotidiani in questi due giorni è stata scoraggiante: tantissimo spazio per il tennis, ma tutto rivolto alle imminenti ATP Finals. Per carità: la tempistica non è felice. Il Masters a Torino fagocita l'attenzione, sfocia nel mainstream, e la presenza di Sinner crea addirittura un pizzico di isteria collettiva. Ma la Billie Jean King Cup rimane comunque la principale competizione femminile a squadre, non solo del tennis, ma di tutto lo sport in rosa. Eppure la notizia di questo risultato, così come l'avvicinamento alla semifinale contro la Slovenia, è finita a margine delle notizie su Torino. Alcune interessanti, altre ripetitive, alcune persino stucchevoli. È la stampa, bellezza direbbe Humphrey Bogart.

Martina Trevisan ha fatto il suo dovere, vincendo tre singolari su tre

Da Roberta Vinci a Jasmine Paolini: i matchpoint che hanno dato all'Italia le sue ultime due finali di BJK Cup

Eppure questa nazionale avrebbe una gran bella storia da raccontare, piena di suggestioni, dalla retrocessione in C alla parabola delle due giocatrici-simbolo. La vicenda di Martina Trevisan è ben nota (il racconto del suo stop di 4 anni rimane uno degli articoli più cliccati su Tennis Magazine), mentre Jasmine Paolini sembra aver assimilato la personalità di Renzo Furlan, diventando una sorta di leader silenziosa. Elisabetta Cocciaretto e Lucia Bronzetti, pur avendo buone argomentazioni per sperare di giocare, non hanno manifestato malumori per l'esclusione e hanno tenuto alto il morale del gruppo. Questo è certamente merito di Tax Garbin, alla quale bisogna anche riconoscere di aver gestito senza inutili polemiche il difficile rapporto con la Giorgi. Una soddisfazione meritata, soprattutto per lei. Una soddisfazione che avrebbe dovuto essere narrata meglio, e non solo da chi è interessato a farlo.

Eravamo pronti a scrivere che un successo contro la Repubblica Ceca sarebbe stato un successo straordinaio, quello sì da celebrare. Marketa Vondrousova, Barbora Krejcikova e il su'per-doppio Krejcikova-Siniakova sembravano uno scoglio davvero complicato da superare. Invece hanno clamorosamente perso contro il Canada, al doppio di spareggio, firmato da Leylah Fernandez e Gabriela Dabrowski dopo i successi della Krejcikova e della stessa Fernandez in singolare. Adesso gli scenari sono clamorosi, perché la Trevisan partirà favorità contro la giovanissima Stakusic, poi toccherà alla Fernandez (stanca dalle fatiche di sabato) a provare a ribaltare il probabile 1-0. Udite udite, l'Italia è incredibilmente a un passo da un successo che non era prevedibile nemmeno nelle previsioni più ottimistiche. Sarà una domenica di passione e tensione. Intanto è giusto celebrare questa finale. Non è clamorosa ma molto, molto meritata. E tanto basta.

BILLIE JEAN KING CUP FINALS - SEMIFINALI
ITALIA-SLOVENIA 2-0
Martina Trevisan (ITA) b. Kaja Juvan (SLO) 7-6 6-3
Jasmine Paolini (ITA) b. Tamara Zidansek (SLO) 6-2 4-6 6-3

CANADA - REPUBBLICA CECA 2-1
Barbora Krejcikova (CZE) b. Marina Stakusic (CAN) 6-2 6-1
Leylah Fernandez (CAN) b. Marketa Vondrousova (CZE) 6-2 3-6 6-3
Fernandez-Dabrowski (CAN) b. Krejcikova-Siniakova (CZE) 7-5 7-6