Il match perso da Rafael Nadal contro Jordan Thompson (dopo aver sciupato 3 matchpoint) consente di mettere a confronto i Big Three nella statistica dei match vinti-persi con matchpoint a favore-contro. Emerge un quadro abbastanza chiaro a favore di...
Riccardo Bisti | 6 gennaio 2024 |
Soltanto chi non conosce le dinamiche del tennis professionistico sarà rimasto sorpreso dal 5-7 7-6 6-3 con cui Jordan Thompson ha battuto Rafael Nadal a Brisbane. I successi ai turni precedenti sono stati incoraggianti per le sue condizioni fisiche, ma veniva pur sempre da un anno di inattività (con tanto di intervento chirurgico). Adesso giocherà l'Australian Open, con la speranza di aver un sorteggio accettabile e magari strappare un buon piazzamento. Rafa è il primo a sapere come stanno le cose. Ma c'è un dettaglio che rende storica la sconfitta contro l'australiano: ha avuto tre matchpoint a favore. Il primo sul 5-4 del secondo set, con Thompson al servizio sul 30-40. Poi si è trovato avanti 6-4 nel tie-break. Sul primo ha sbagliato una veronica dopo un bel recupero (inusuale, per lui), sul secondo ha messo in corridoio un dritto lungolinea (molto inusuale), mentre sul terzo è stato bravo Thompson. È la nona volta che Nadal perde dopo aver avuto almeno un matchpoint a favore, la prima dopo Acapulco 2019 (contro Nick Kyrgios). L'episodio è l'assist perfetto per fare un paragone tra i Big Three, limitandosi al loro bilancio nei match con matchpoint a favore e sfavore. Tutti conoscono il numero di vittorie Slam, le settimane in vetta, magari anche il numero di tornei vinti... Ma come si sono comportati Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic quando hanno avuto-fronteggiato dei matchpoint? I dati sono interessanti e hanno alimentato un (effimero, s'intende) paragone con la Formula 1. Per stilare una mini-classifica, abbiamo deciso così: 1 punto per ogni partita vinta dopo aver salvato un matchpoint, 1 punto perso per ogni partita persa dopo aver avuto un matchpoint. Ma visto che non tutti gli incontri sono uguali, abbiamo raddoppiato i bonus e i malus in occasione degli Slam (non l'abbiamo fatto per gli altri match al meglio dei cinque set: la casistica riporta soltanto un caso, peraltro molto famoso).
ROGER FEDERER
Non sorprende che lo svizzero abbia perso più partite di tutti dopo aver avuto almeno un matchpoint. Prevedibile, poiché era già abbastanza nota la sua tendenza a perdere partite pur vincendo più punti dell'avversario. In ben 24 occasioni, Federer ha perso dopo essere stato a un passo dal successo. La casistica va dal 2000 (Henman a Vienna) al 2021 (Basilashvili a Doha). Ma c'è un problema: in ben sei occasioni, queste sconfitte sono arrivate in uno Slam. E tre di queste proprio contro Djokovic, due allo Us Open e una nella celeberrima finale di Wimbledon 2019. Particolarmente dolorosi anche i KO contro Marat Safin in Australia (2005) e Kevin Anderson a Wimbledon 2018. Nella casistica ci sono anche due finali: Indian Wells 2018 contro Del Potro e – soprattutto – Roma 2006 contro Nadal, quando due matchpoint falliti hanno segnato la dinamica della sua rivalità contro Rafa. Questa mole di sconfitte è stata parzialmente bilanciata da 20 vittorie dopo aver annullato almeno un matchpoint. Nessuna di queste è arrivata in una finale, mentre tre risalgono a uno Slam: Monfils (Us Open 2014), Cilic (Wimbledon 2016) e la folle rimonta contro Sandgren all'Australian Open 2020, in cui cancellò ben sette matchpoint. Secondo il nostro calcolo bonus-malus, lo svizzero chiude con un passivo di 8 punti (23 bonus e 31 malus). Qui sotto, il dettaglio delle sue sconfitte dopo aver avuto matchpoint a favore.
TORNEO |
AVVERSARIO |
PUNTEGGIO |
MP |
Vienna 2000 |
Tim Henman |
26 76 63 |
2 |
Halle 2001 |
Patrick Rafter |
46 76 76 |
1 |
Parigi-Bercy 2001 |
Jiri Novak |
64 67 76 |
1 |
Australian Open 2002 |
Tommy Haas |
76 46 36 64 86 |
1 |
Miami 2003 |
Albert Costa |
76 46 76 |
3 |
Australian Open 2005 |
Marat Safin |
57 64 57 76 97 |
1 |
Monte-Carlo 2005 |
Richard Gasquet |
67 62 76 |
3 |
Roma 2006 |
Rafael Nadal |
67 76 64 26 76 |
2 |
Indian Wells 2010 |
Marcos Baghdatis |
57 75 76 |
3 |
Miam 2010 |
Tomas Berdych |
64 67 76 |
1 |
Us Open 2010 |
Novak Djokovc |
57 61 57 62 75 |
2 |
Parigi-Bercy 2010 |
Gael Monfils |
76 67 76 |
5 |
Us Open 2011 |
Novak Djokovic |
67 46 63 62 75 |
2 |
Dubai 2013 |
Tomas Berdych |
36 76 64 |
3 |
Roma 2014 |
Jeremy Chardy |
16 63 76 |
1 |
Madrid 2015 |
Nick Kyrgios |
67 76 76 |
2 |
Stoccarda 2016 |
Dominic Thiem |
36 76 64 |
2 |
Dubai 2017 |
Evgeny Donskoy |
36 76 76 |
3 |
Stoccarda 2017 |
Tommy Haas |
26 76 64 |
1 |
Indian Wells 2018 |
Juan Martin Del Potro |
64 67 76 |
3 |
Wimbledon 2018 |
Kevin Anderson |
26 67 75 64 13-11 |
1 |
Madrid 2019 |
Dominic Thiem |
36 76 64 |
2 |
Wimbledon 2019 |
Novak Djokovic |
76 16 76 46 13-12 |
2 |
Doha 2021 |
Nikoloz Basilashvili |
36 61 75 |
1 |
La stretta di mano tra Rafael Nadal e Novak Djokovic dopo la leggendaria semifinale di Madrid 2009
Il bilancio bonus-malus di Novak Djokovic nei match con matchpoint annullati: ne ha vinti 17 dopo averne cancellati (cinque in uno Slam), perdendone appena quattro dopo averne avuti a favore (e mai in uno Slam). Numeri migliori rispetto a Rafael Nadal (+9) e Roger Federer (-8)
RAFAEL NADAL
Il palmares dello spagnolo è molto lineare. La sua carriera è piena di situazioni leggendarie, ma quasi mai i suoi incontri importanti sono stati segnati (nel bene e nel male) da matchpoint annullati. Come detto, quella contro Thompson è la nona sconfitta dopo aver avuto almeno una palla match. Nessuna di queste è particolarmente dolorosa, e nessuna si è verificata in uno Slam. C'è la finale di Doha 2010, persa contro Nikolay Davydenko, ma il russo era reduce dal trionfo al Masters. Quello che lo ha fatto rosicare di più, non c'è dubbio, è il KO contro Kyrgios ad Acapulco. Non tanto per il peso specifico del match, quanto per l'atteggiamento irriverente dell'australiano (che lo fece persino sbottare in conferenza stampa). Al contrario, ha vinto per diciassette volte dopo essere stato sull'orlo della sconfitta. A parte la rimonta contro Mikhail Youzhny all'Australian Open 2005, ci sono due finali: è chiaro che la più importante è quella di Roma contro Federer, uno dei match più iconici del 21esimo secolo. Nel 2021, poi, vinse a Barcellona dopo aver annullato un matchpoint a Tsitsipas. Nel complesso non ci sono altri episodi clamorosi, o comunque significativi nell'ottica della sua carriera. Fatta eccezione per Roma 2006, insomma, la carriera di Nadal sarebbe stata più o meno la stessa anche senza questi ribaltoni. Il suo bilancio bonus-malus è comunque positivo: +9.
TORNEO |
AVVERSARIO |
PUNTEGGIO |
MP |
Bastad 2003 |
Nicolas Lapentti |
36 63 76 |
5 |
Indian Wells 2004 |
Agustin Calleri |
64 36 76 |
2 |
Stoccarda 2004 |
David Ferrer |
63 67 75 |
3 |
Cincinnati 2005 |
Tomas Berdych |
67 62 76 |
3 |
Doha 2010 |
Nikolay Davydenko |
06 76 64 |
2 |
Indian Wells 2015 |
Milos Raonic |
46 76 75 |
3 |
Buenos Aires 2016 |
Dominic Thiem |
64 46 76 |
1 |
Acapulco 2019 |
Nick Kyrgios |
36 76 76 |
3 |
Brisbane 2024 |
Jordan Thompson |
57 76 63 |
3 |
La sconfitta di Rafa Nadal contro Jordan Thompson: lo spagnolo ha avuto tre matchpoint a disposizione
NOVAK DJOKOVIC
Prima del KO contro Sinner in Coppa Davis, il serbo aveva perso soltanto tre volte dopo aver avuto un matchpoint: Youzhny a Rotterdam 2007, Nadal a Madrid 2009 e Cilic nella finale del Queen's 2018. L'unica sconfitta davvero dolorosa era stata quella contro Nadal, in una folle semifinale durata oltre quattro ore. Ma in quel periodo Rafa era quasi imbattibile sulla terra battuta, e Nole era ancora lontano dal salto di qualità del 2011. Per questo, quella contro Jannik rimane – a nostro avviso – una delle sconfitte più dure della sua carriera. Che però ha anche ribaltato situazioni apparentemente disperate. Ed è – senza dubbio – il GOAT di questa speciale classifica. Delle diciassette vittorie dopo essere stato a un passo dal burrone, ben cinque sono arrivate in uno Slam. La finale di Wimbledon 2019 è uno dei match più iconici di sempre, così come le due semifinali dello Us Open (2010 e 2011) scippate a Federer hanno cambiato la dinamica di una rivalità che fino a quel momento sorrideva allo svizzero. Tra gli incontri vinti, si segnalano anche l'epica finale di Shanghai 2013 contro Murray (5 matchpoint annullati) e quella di Cincinnati contro Alcaraz, secondo molti il match del 2023. Va poi aggiunto che in ben nove occasioni ha vinto il torneo dopo aver annullato almeno una palla match durante il torneo. Il bilancio bonus-malus di Djokovic racconta di un fantastico +18. E sì, nel suo caso ci sono stati alcuni match-chiave per quella che poi sarà la valutazione della sua carriera.
TORNEO |
AVVERSARIO |
PUNTEGGIO |
MP |
Rotterdam 2007 |
Mikhail Youzhny |
36 76 75 |
3 |
Madrid 2009 |
Rafael Nadal |
36 76 76 |
3 |
Queen's 2018 |
Marin Cilic |
57 76 63 |
1 |
Coppa Davis 2023 |
Jannik Sinner |
62 26 75 |
3 |
Mentre eravamo avvolti dai numeri, ci è venuto in mente un paragone motoristico. Il primo è fin troppo banale: Federer è stato un po' il Michael Schumacher del tennis. Fortissimo, completo, era pressochè irraggiungibile quando prendeva margine sugli avversari. Ma quando era costretto a lottare spalla a spalla diventava improvvisamente vulnerabile. 24 sconfitte di questo tipo rappresentano quasi il 10% dei suoi KO totali in carriera (275), segno che non può essere un caso. Anche Michael Schumacher aveva problemi nella gestione della pressione quando aveva un avversario alle calcagna, tendenza sublimata dal patatrac del 1997 con Jacques Villeneuve. Ma non è stato l'unico. Da parte sua, Rafael Nadal è stato una sorta di Alain Prost. Preciso, meticoloso, perfetto nella messa a punto della gara (pardon, della partita), ha vinto quando doveva (spesso) e perso quando doveva (raramente). Se escludiamo la leggendaria finale di Roma 2006, non ci sono ribaltoni davvero clamorosi nella sua carriera. Un Professore del tennis, un po' come fu il francese. Non sbagliava mai ed era perfetto nello sfruttare le debolezze altrui, che si chiamassero Lauda, Mansell o Senna. Ma raramente una sua gara è entrata nella leggenda per l'epica. Ha vinto perché era il più bravo. Quanto a Djokovic, il paragone con Lewis Hamilton è fin troppo facile. Basta dare un'occhiata alla pagina Wikipedia del campione britannico. A un certo punto recita: è il pilota che ha ottenuto più vittorie, podi, pole position e punti nella storia della competizione. Si distingue per il suo stile di guida molto aggressivo, per la sua velocità in qualifica e per la sua solidità in gara oltre che per la sua destrezza sul bagnato, caratteristiche che lo rendono un pilota completo e molto ostico per i rivali. Trasferite questa descrizione al tennis e troverete l'identikit di Novak Djokovic, senza contare i dati statistici che vedono Hamilton detentore di alcuni record di longevità ad alti livelli che ricordano da vicino quelli del serbo, la cui condotta aggressiva e sfrontata gli ha permesso di vincere match che sembravano perduti. Il dibattito sul GOAT – lo diciamo sempre - è tanto affascinante quanto irrisolvibile, ma i dati raccontati in questo articolo posono rappresentare un altro parametro interessante.