The Club: Bola Padel Roma
ESCLUSIVO

Ipotesi Piatti-Raducanu!

Emma Raducanu si è allenata per qualche giorno presso il Piatti Tennis Center. Il totale riserbo fa pensare che non siano semplici sedute, ma esista la possibilità di una collaborazione. Per Piatti sarebbe una grande chance di riscatto dopo la delusione con Sinner. 

Riccardo Bisti
5 aprile 2022

Alexander Graham Bell è stato un grande scienziato. Lasciando perdere il dibattito su chi abbia inventato il telefono, è certo che sia stato il primo a brevettarlo. Scomparso un secolo fa, il suo nome è arrivato ai giorni nostri per una frase che è diventata un proverbio: dopo delusioni umane e professionali, ripeteva spesso: “Chiusa una porta, se ne apre un'altra”. A un paio di mesi dalla durissima separazione con Jannik Sinner, che ha monopolizzato l'interesse a febbraio, potrebbe esserci una chance importante per Riccardo Piatti. Un portone, come si dice in Italia. Non c'è nulla di sicuro e non abbiamo dettagli, ma è certo che in questi giorni è sbarcata a Bordighera nientemeno che Emma Raducanu. Proprio lei, la Golden Girl del tennis mondiale, campionessa in carica dello Us Open, destinata a diventare una delle atlete più pagate al mondo. Forte di una clamorosa popolarità, negli ultimi mesi ha siglato contratti con aziende di livello internazionale: British Airways, Dior, Vodafone e Porsche. Quest'ultimo, annunciato alla vigilia del Miami Open, ha fatto storcere il naso a più di un osservatore. Numeri alla mano, in effetti, non ha colto risultati di rilievo dopo New York. Da allora, il suo bilancio racconta di 4 vittorie e 8 sconfitte. “Se qualcuno legge certi articoli o guarda la TV, potrebbe farsi un'idea sbagliata di me – ha detto la Raducanu dopo la sconfitta a Miami contro Katerina Siniakova – sarei distratta perché firmo accordi, ma in realtà mi alleno 5-6 ore al giorno e ne trascorro 12 presso il club.

Gli sponsor? Ci dedico 3-4 giorni a trimestre, non mi sembra molto”. Alla vigilia della stagione sulla terra battuta (giocherà in BJK Cup e poi a Stoccarda), è arrivata a Bordighera mercoledì scorso. Il Piatti Tennis Center sottolinea spesso – a ragione – le visite dei top-players alla struttura, così come gli allenamenti dei suoi allievi contro giocatori già affermati. Scorrendo la pagina Facebook del centro, soltanto nell'ultimo mese si apprezzano sedute di allenamento tra alcuni ragazzi del Centro e Stan Wawrinka, Hubert Hurkacz e Grigor Dimitrov. Nessuna traccia della presenza della Raducanu. Un riserbo attento e rigoroso, al punto che è stato chiesto di non scattare fotografie. La strategia ha funzionato, visto che nemmeno i media britannici – solitamente attentissimi a queste cose – sanno della presenza di Emma in Italia. Ma nel 2022 è difficile tenere totalmente nascosta una notizia. E allora si aprono mille suggestioni. Ripetiamo: non c'è alcuna certezza sul futuro e un'eventuale collaborazione. Magari finirà con un nulla di fatto e nessuna notizia ufficiale. La riservatezza di questi giorni, tuttavia, fa pensare che non siano state semplici sedute di allenamento.

«Sarei distratta perché firmo accordi, ma in realtà mi alleno 5-6 ore al giorno e ne trascorro 12 presso il club. Gli sponsor? Ci dedico 3-4 giorni a trimestre, non mi sembra molto» 
Emma Raducanu
ASICS ROMA
Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da @emmaraducanumemes

Emma Raducanu e Torben Beltz a Miami. In tre mesi, la partnership ha raccolto tre sconfitte al primo turno e due al secondo

Risale a pochi mesi fa l'uscita dell'interessante biografia di Riccardo Piatti, scritta con Federico Ferrero, in cui il coach comasco racconta la sua lunga storia nel tennis professionistico. Una storia che – nei desideri di Piatti – dovrebbe chiudersi con un ultimo capitolo: la vittoria Slam di un suo allievo. C'è andato vicino con Ljubicic (semifinale a Parigi), vicinissimo con Raonic (finale a Wimbledon) e non ha fatto in tempo a provarci con Maria Sharapova. Dalle pagine del libro traspare il forte desiderio di riuscirci con Sinner. Leggendo tra le righe, non era una semplice speranza. Era un'idea, un'intima convizione. Quanto è successo dopo l'Australia è noto, e non deve essere stato facile assorbire il trauma. Dopo l'ufficializzazione dell'addio (un freddo comunicato del 16 febbraio), l'ufficio stampa del Piatti Tennis Center ha pubblicato un paio di notizie: la realizzazione di una seconda palestra (1 marzo) e un raduno FIT, in cui sono stati monitorati una quarantina di ragazzi tra gli 11 e i 14 anni (9 marzo). Nessuna notizia su eventuali, possibili o presunte collaborazioni con professionisti. Adesso si apre una viva suggestione: se è vero che Emma Raducanu ha già vinto uno Slam e ha tantissimi anni davanti a sé, non sembra troppo semplice da allenare. Lo racconta la sua storia: durante lo Us Open era allenata da Alex Richardson, a cui ha dato il benservito dopo il trionfo a New York.

“Adesso cerco qualcuno che abbia grande esperienza nel circuito femminile” disse a settembre. A Indian Wells 2021 si fece aiutare da Jeremy Bates dopo aver effettuato una prova con Esteban Carril (ex di Johanna Konta), “Ma ho svolto prove anche con altri” aggiunse a ottobre, pronunciando frasi non esattamente incoraggianti per un allenatore. “Penso che avere un coach sia fantastico, ma in campo sei da sola. Non penso che dipendere da qualcuno sia il massimo: devi allenarti da sola, ed è qualcosa che sto imparando. Parte dell'esperienza che sto vivendo è imparare ad allenarmi per conto mio. Non funzionerà sempre, ma se continuerò a farlo a lungo termine in futuro gestirò meglio certe situazioni”. In realtà, un paio di settimane dopo avrebbe annunciato l'ingaggio di Torben Beltz, tecnico d'esperienza che ha ottenuto grandi risultati con Angelique Kerber e aveva lavorato a lungo con Donna Vekic. I due erano stati paparazzati in un bar londinese, alla presenza di Cristopher Helliar, giovane manager della Raducanu, salvo poi ufficializzare l'accordo qualche giorno dopo. In cinque tornei con Beltz (che era con lei anche a Miami), ha raccolto soltanto due vittorie, con la Stephens in Australia e con la Garcia a Indian Wells. Un po' poco per una giocatrice con le sue ambizioni e la sua popolarità.

Riccardo Piatti al lavoro con Maria Sharapova. La russa è storica testimonial Porsche, che qualche settimana fa ha messo sotto contratto Emma Raducanu

La favola di Emma Raducanu allo Us Open 2021

I canali social della britannica non danno indizi su un'ipotetica separazione, ma Emma ne fa un utilizzo molto attento: a novembre, per esempio, non aveva dedicato neanche un post alla partnership con il tecnico tedesco. Sin da quando ha conquistato una certa popolarità (la scorsa estate, con il bel torneo a Wimbledon), erano emerse voci più o meno incontrollate sul difficile rapporto tra i tecnici e il clan Raducanu. Secondo una leggenda mai confermata, papà Ian avrebbe voluto avere un coach per ogni singolo colpo (uno per il dritto, uno per il rovescio e così via), mentre un tecnico britannico che scelse di restare anonimo disse: “Li devi davvero impressionare: non hanno preconcetti, non guardano al palmares di un coach. Partono dal principio che non sai niente, li devi convincere. Se vedono che sei bravo in qualcosa prendono le informazioni di cui hanno bisogno e poi vanno avanti. È un po' offensivo per l'ego delle persone. Magari chiedono una cosa specifica, la ottengono, ringraziano e salutano”. I mesi successivi, in effetti, sembrano confermare la tesi. La Raducanu è rappresentata da IMG, e a supervisionare il lavoro di Helliar c'è Max Eisenbud, lo storico manager di Maria Sharapova. Quella stessa Sharapova che – a dispetto della partnership piuttosto breve – ha un rapporto straordinario con Riccardo Piatti.

Non solo ha scritto la prefazione della sua biografia, ma ha anche donato uno strumento per la palestra inaugurata il mese scorso. Siamo nell'ambito delle suggestioni – anzi, delle fantasie – ma chissà che non ci sia il loro zampino nel contatto che si è creato tra Piatti e Raducanu. Il coach italiano ha esperienza soprattutto nel circuito ATP, visto che con la Sharapova non ha avuto il tempo di lavorare e non terminò troppo bene l'avventura con Liudmila Samsonova: allo stesso tempo, tutti i giocatori da lui allenati hanno ottenuto il meglio sotto la sua guida. Un palmares che gli garantisce credibilità totale, unisex. Un'eventuale partnership con la Raducanu sarebbe molto affascinante: avrebbe tra le mani una giocatrice già in grado di competere per uno Slam (pensate all'attenzione che ci sarà a Wimbledon, laddove una britannica non vince da 45 anni...) ma ancora acerba e senza particolare esperienza: basti pensare che non ha ancora giocato una singola partita su terra battuta nel circuito maggiore. In virtù di questo, la mano di Piatti potrebbe risultare decisiva come lo fu per i Boys, per Ljubicic e per tutti gli altri. Non ci resta che aspettare. Noi abbiamo intravisto una carta sul tavolo: a breve sapremo se Riccardo Piatti ed Emma Raducanu decideranno di scoprirle e renderle pubbliche, oppure mischiarle, rimetterle nel mazzo e rinunciare alla partita.