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Break Point!

Usciranno il 13 gennaio i primi cinque episodi di “Break Point”, attesa serie Netflix dedicata al mondo del tennis. Alcune assenze pesanti dovrebbero essere bilanciate da una produzione sfarzosa e tanti nomi di primo piano. Per la prima volta, il dietro le quinte del circuito sarà accessibile a tutti. Obiettivo: conquistare sempre più appassionati, possibilmente tra i giovani. 

Riccardo Bisti
15 dicembre 2022

Sono bastati 38 secondi di trailer per creare un'attesa senza precedenti. Dopo che Andrea Gaudenzi, intervistato da Ouest France, aveva detto che la docu-serie Netflix sul mondo del tennis sarebbe uscita prima dell'Australian Open, il colosso dello streaming non ha perso tempo: oltre a pubblicare il trailer, ha confermato la data d'uscita delle prime cinque puntate: Break Point sarà disponibile da venerdì 13 gennaio, 72 ore prima dell'inizio della stagione Slam. Le restanti cinque saranno pubblicate a giugno, presumibilmente nelle settimane a cavallo tra il Roland Garros e Wimbledon. “Ci auguriamo che i fan possano amare questa serie, e che abbia lo stesso successo di Drive to Survive” aveva detto Gaudenzi, alludendo alla docu-serie sulla Formula 1 che è stata un trionfo globale, va avanti da quattro stagioni (ci saranno la quinta e la sesta) e ha raccolto numeri impressionanti: è risultata la più vista nel catalogo Netflix in ben 25 Paesi nel mese successivo alla sua uscita. Inoltre, il 53% degli adulti statunitensi ne ha ammesso l'influenza nella scelta di iniziare a seguire la Formula 1.

La percentuale sale al 74% se ci si limita agli under 45. Queste cifre ingolosiscono l'establishment del tennis, preoccupata da un possibile calo di popolarità dopo il ritiro dei Big Three, e per nulla felice del dato secondo cui l'età media del telespettatore tennistico è di 61 anni. La speranza è che Break Point possa avere sul tennis la stessa influenza che Drive to Survive ha avuto sulla Formula 1, laddove sono riusciti a catturare una fetta di pubblico inedita: le donne: il direttore del Gran Premio d'Australia ha detto che il 75% degli spettatori erano uomini, ma che la percentuale è scesa al 60% dopo la messa in onda della serie. Come se non bastasse, i social media dedicati alla Formula 1 hanno avuto un incremento stimato intorno al 40%. Netflix è una piattaforma seguita principalmente da giovani, che poi è il target più interessante per il tennis. “Il pubblico vuole sapere di più su cosa succede dietro le quinte, sulle vite dei giocatori – dice Gaudenzi – non possiamo più combattere con queste piattaforme, ma dobbiamo esserci anche noi per poter raccontare storie diverse”.

C'è anche Taylor Fritz tra i 16 protagonisti (8 uomini e 8 donne) di Break Point

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Lo sapevi che...

Nonostante sia stato annunciato soltanto adesso, Break Point era il titolo della serie sin dall'inizio. “Ma era provvisorio: abbiamo sempre pensato che avremmo trovato qualcosa di meglio – ha detto Paul Martin – ma la verità è che non ci siamo riusciti. E che questo titolo funziona decisamente bene”

Il trailer ufficiale di Break Point

Ogni puntata sarà focalizzata su un torneo e su un paio di giocatori, senza dimenticare le interviste a personaggi di spicco ed ex campioni, tra cui Toni Nadal, Chris Evert, Andy Roddick e Maria Sharapova. Mancheranno i Big Three, ma non è una grossa sorpresa: Roger Federer non ha frequentato il circuito nel 2022, Rafael Nadal è affezionato alla sua routine e avere una troupe costantemente addosso lo avrebbe messo a disagio, mentre da tempo Novak Djokovic ha annunciato un documentario autonomo sulla sua carriera. Per la verità avrebbe già dovuto uscire, ma evidentemente stanno raccogliendo altro materiale, aspettando il momento giusto. Si parlerà comunque delle sue disavventure australiane. Però ci sarà Matteo Berrettini, senza dimenticare alcuni top-player come Nick Kyrgios, Taylor Fritz, Casper Ruud e Stefanos Tsitsipas. Non mancheranno la numero 1 WTA Iga Swiatek e Ons Jabeur, una delle giocatrici più iconiche del tour.

C'è anche Ajla Tomljanovic, che nella seconda puntata sull'Australian Open compare assieme a Berrettini: all'epoca, i due formavano ancora una coppia. “Ho pensato molto se accettare di far parte del documentario – ha detto l'australiana – affinché funzioni, devi essere completamente onesta, completamente te stessa. Ho lasciato che le telecamere mi seguissero in molte situazioni. Mi sono divertita molto e penso che sarà bello per il pubblico: si renderanno conto che il tennis non è soltanto arcobaleni e unicorni. Dietro le quinte c'è molto: credo che sarà divertente per gli appassionati di tennis, ma anche per chi non lo segue abitualmente”. I primi cinque episodi riguarderanno Australian Open (due puntate), Indian Wells, Madrid e Roland Garros. Al contrario, quelli in uscita a giugno saranno ambientati a Eastbourne, Queen's Club, Wimbledon, Us Open e ai Masters di fine anno (sia ATP che WTA).

La cavalcata di Nick Kyrgios all'Australian Open di doppio sarà il focus della prima puntata di "Break Point"

Il trailer della versione italiana: ovviamente è stato scelto Matteo Berrettini come uomo-copertina

I produttori esecutivi sono James Gay-Rees e Paul Martin, gli stessi che hanno realizzato Drive to Survive e in questo periodo stanno lavorando a serie analoghe sul mondo del golf e del surf. Martin ha ammesso che i paragoni con Drive to Survive sono inevitabili, ma Break Point offrirà sensazioni completamente diverse perché i personaggi del tennis e il modo in cui è strutturata la stagione garantiscono un prodotto unico. A suo dire, la serie mette in mostra "la fisicità, il lato mentale, le rivalità e il dolore”. Da parte sua, Gay-Rees ha difeso la bontà del prodotto in merito all'assenza dei giocatori più famosi (a proposito, manca anche Serena Williams). “È difficile immaginare un altro sport che sia stato così dominato da una manciata di individui per così tanto tempo. Ma – a parte Novak e Rafa – siamo alla fine di un ciclo, il cambio della guardia sta avvenendo. Per questo, la tempistica è stata davvero buona. Io amo il tennis, ma mi domando chi sia Tsitsipas.

È un ragazzo molto interessante, è numero 5 del mondo e mi piacerebbe saperne di più su di lui, perché negli ultimi 15-20 anni ho sempre sentito solo Roger, Roger, Roger, oppure Serena, Serena, Serena. Ci mancherebbe, sono delle icone. Ma credo che sia stato davvero emozionante mettere in luce la nuova generazione”. A suo dire, il prodotto strizza comunque l'occhio alla fan-base del tennis. “Ma se abbiamo fatto bene il nostro lavoro, lo spettacolo dovrebbe attrarre anche chi non ha interesse per il gioco. Prima di Drive to Survive, il pubblico della Formula 1 era descritto come maschile, pallido e stantio. Credo che il documentario abbia contribuito a uno spostamento demografico importante”. Proprio quello che cerca il tennis. Di certo può dare una mano il primo episodio, incentrato sulla vittoria di Nick Kyrgios all'Australian Open di doppio. Una scarica di adrenalina, ideale per rastrellare un pubblico tutto nuovo. Break Point ha scelto di partire col botto.