The Club: Bola Padel Roma
ROMA - IL CASO

Caro biglietti: Roma costa più del Roland Garros

I vuoti sul Centrale del Foro Italico, contrapposti all'entusiasmo sui campi secondari, hanno acceso i riflettori sui prezzi dei biglietti, che qualcuno ha definito addirittura "folli". C'è un dato di fatto: le fasi finali di Roma costano più di quelle del Roland Garros. 

Riccardo Bisti
15 maggio 2023

Tra le tante interviste rilasciate in questi giorni da Angelo Binaghi, ce n'è una particolarmente interessante: quella pubblicata sul Messaggero lo scorso 10 maggio. Novello Ion Tiriac (che diceva le stesse cose per il torneo di Madrid una quindicina d'anni fa), il presidente FITP ha delineato quello che l'intervistatore (Piero Mei) ha definito qualcosa che oscilla tra il sogno e il progetto: portare Roma ad essere un torneo del Grande Slam. Boom. Non a caso, ci hanno fatto il titolo. Ecco il virgolettato di Binaghi: "Non sarà domani, ci vorrà qualche anno, ma perché non pensarci? Abbiamo avuto l'upgrade, ora il torneo al Foro Italico dura due settimane. Se c'è una cosa che lo sport insegna, è che scalata una montagna provi la successiva che è ancora più alta. Debbono restare sempre gli stessi quattro per altri cent'anni? Non è possibile e nemmeno giusto: io credo nella competizione, nel mercato libero. Londra, Parigi, New York, Melbourne: non credo che a Roma manchi qualcosa al confronto. Anzi, non c'è niente di immutabile: quattro tornei nello Slam, sempre quelli e solo quelli: il monopolio non esiste più, né nello sport né nella vita". La frase alterna concetti condivisibili e altri meno, ma tant'è. Tuttavia, c'è qualcosa in cui Roma è già al livello di uno Slam, anzi, oltre: i prezzi dei biglietti. La tendenza era chiara da anni: aggiustato il torneo (ed è stato fatto un lavoro egregio, con la collaborazione dell'ex CONI Servizi, oggi Sport & Salute), l'ex FIT ha scelto di trasformarlo (anche) in una fonte di business, supportata dal crescente interesse degli appassionati.

Un po' perché il Foro Italico – sia pure con i suoi limiti – è molto più accogliente rispetto a qualche anno fa, un po' perchè prima i Big Three, poi i successi degli italiani, hanno acceso un vivo entusiasmo popolare. E allora i prezzi dei biglietti, un tempo molto accessibili, sono aumentati a dismisura. Scelta discutibile ma che ha dato ragione agli organizzatori, visto che ogni anno (stop Covid a parte) si è registrato il record di pubblico. Ma la curva degli aumenti era sempre più ripida, passando da una dolce collina alla scalata del Pordoi. La narrativa mainstream ha quasi sempre taciuto sulla vicenda, salvo che per un paio di episodi del 2019, impossibili da ignorare: la presenza in extremis di Roger Federer che portò a un impressionante aumento last-minute che fu giustificato come un premio per chi aveva acquistato i tagliandi in anticipo. Quell'anno ci fu anche il Black Wednesday, un mercoledì di pioggia in cui non si giocò neanche un quindici. Per evitare di rimborsare i biglietti, i tennisti furono lasciati al Foro fino a ora di cena nella speranza (vana) di mandarli in campo anche per un solo quindici, poi – estremo tentativo – i tagliandi furono resi validi per la prima parte del giorno successivo, creando un caos senza precedenti.

Mentre Sinner giocava in un clima spettrale, sul Pietrangeli c'era il pienone per assistere al match WTA tra Maria Sakkari e Barbora Strycova. Un fenomeno spiegabile soltanto con i costi del Centrale, che per quella sessione oscillavano tra gli 84 e i 237 euro.

Fabrizio Biasin evidenzia la scarsa affluenza per Sinner-Shevchenko

Quest'anno c'è un torneo tutto nuovo, della durata di due settimane. Più che un upgrade, è stata una riorganizzazione complessiva del calendario ATP a cui Roma si è dovuta adeguare per non perdere status e privilegi. Per la verità, i giorni in cui l'ingresso è a pagamento non sono 14 ma addirittura 20, poiché c'era un piccolo biglietto da pagare anche per le pre-qualificazioni, scattate martedì 2 maggio, nonché per il weekend del 6-7 maggio, in cui c'erano i soli allenamenti. Tutto lecito, così come la scelta dei prezzi – sempre più cari, con il superamento della soglia dei 1.000 euro per un posto deluxe in finale – che però, per la prima volta, sta producendo effetti avversi. E ne parlano anche i media. Soprattutto all'estero, ma anche in Italia. Per esempio, durante la Domenica Sportiva andata in onda su Rai Due, la conduttrice Lia Capizzi ha sottolineato l'afflusso così così per Sinner-Shevchenko, ribadendo come i prezzi fossero troppo cari (dai 62 per la piccionaia ai 165 per la tribuna sponsor, ai quali si aggiunge il 10% per chi li ha acquistati in prevendita. A inizio anno, i prezzi erano leggermente inferiori, da 56 a 150, poi sono stati ritoccati). Aveva scritto più o meno lo stesso Fabrizio Biasin su Libero, commentando il Centrale praticamente vuoto per l'esordio di Sinner contro Thanasi Kokkinakis. Qualche giorno fa, sul sito del torneo è stata data notizia del record storico di biglietti venduti: erano 235.826 tra prevendita e quelli acquistati fino ad allora. Superato il record del 2022, peraltro con cifre destinate a crescere. E allora dove sta la verità? C'è un trionfo di pubblico oppure un flop come dice parte della stampa (soprattutto quella estera , QUI e QUI)? La verità sta nel mezzo. I prezzi dei biglietti hanno creato un Doppio Foro Italico: quello del Campo Centrale e quello del Ground, ovvero il biglietto che permette di accedere a tutti i campi (compreso l'iconico Pietrangeli) salvo i due stadi principali, il Centrale e la Grand Stand Arena, per i quali è necessario un biglietto separato (e decisamente più costoso).

E allora abbiamo assistito a un vero boom del Ground, i cui prezzi sono ancora accessibili alle tasche di tutti. Per intenderci, il giorno dell'esordio di Sinner costava 34 euro. Ha raggiunto un picco sabato (39 euro) mentre domenica, con l'intrigante Musetti-Arnaldi sul Pietrangeli, costava appena 24 euro (non a caso c'era il pienone, con 3-4 file di persone in piedi nella speranza di vedere anche soltanto un pezzetto di campo). Cifre persino popolari. Risultato? Mentre Sinner giocava in un clima spettrale, sul Pietrangeli c'era il pienone per assistere al match WTA tra Maria Sakkari e Barbora Strycova. Un fenomeno spiegabile soltanto con i costi del Centrale, che per quella sessione oscillavano tra gli 84 e i 237 euro (escludiamo l'Exclusive Suite). Doppio Foro Italico, dicevamo: sui campi secondari si registra un entusiasmo impressionante, con gli storici campi sotto i pini presi d'assalto per match di secondo piano e per qualche allenamento. Passi l'isteria collettiva per l'arrivo di Carlos Alcaraz, ma domenica mattina c'era una folla clamorosa per un allenamento di Frances Tiafoe. E sul Campo 2 c'era il pienone per Lehecka-Marozsan, non esattamente un match di cartello. Che il torneo sia orientato al business è certificato anche da alcune scelte di programmazione: a causa della pioggia di sabato, l'ordine di gioco di domenica 14 è stato pubblicato ben oltre le 23, causando le lamentele di alcuni diretti interessati (Casper Ruud e Donna Vekic). Esito: quello che doveva essere il match-clou di giornata, Fognini-Rune, è stato collocato sul Grand Stand, laddove c'era ancora ampia disponibilità di biglietti (costo: 91 euro per l'anello alto, 160 per quello basso), in modo da favorire l'afflusso di pubblico (e di denaro) su quel campo, come poi è effettivamente avvenuto. Il tutto allontanando Fognini dal suo fortino del Pietrangeli, e costringendolo a giocare sul campo più rapido di tutto l'impianto. Probabilmente avrebbe perso lo stesso, ma tant'è.

Assistere alla finale del Roland Garros dalle ultime file costerà 185 euro. A Roma 238

Adesso cosa succederà? A partire da mercoledì 17, tutti i match di singolare si giocheranno solo sul Centrale. Sarà la Prova del Nove per verificare l'effettiva disponibilità alla spesa del pubblico. Facendo un salto sulle biglietterie online (sia quella ufficiale che Ticketone) si scopre che non c'è neanche un sold out, nemmeno per la finale maschile di domenica, anche se per le sessioni più preziose i tagliandi a disposizione sono effettivamente pochi. Tra l'altro, c'è un po' di discrepanza tra la disponibilità sul sito ufficiale e quella di Ticketone, dove c'è qualche posto libero in più. Decisamente meno richieste le semifinali femminili di venerdì, con disponibilità abbastanza ampia in tutti i settori (certi grafici, forse, dovrebbero essere mostrati alle giocatrici che chiedono a gran voce la parità di montepremi). La sensazione è che il colpo d'occhio sarà buono, con il Centrale abbastanza pieno. Eventuali sold out dipenderanno dai risultati degli italiani. La giornata di oggi sarà importante: scopriremo chi tra Musetti, Sonego e Cecchinato si affiancherà a Sinner negli ottavi. Rimane un dato di fatto: i biglietti di Roma sono più cari di quelli del Roland Garros. Detto che il Centrale del Foro Italico è spacchettato in dodici settori (undici più l'Exclusive Suite) e il Philippe Chatrier - escludendo i palchi - in appena quattro (Categorie Gold, 1, 2 e 3), possiamo fare un raffronto tra sessioni analoghe. Premessa: nonostante una capienza superiore, lo Chatrier ha un accesso molto semplice: due ordini di biglietti per il primo anello (Gold e 1), altrettanti per il secondo (2 e 3), senza distinzione tra lati lunghi e lati corti. Al contrario, il secondo anello del Centrale di Roma è spacchettato in tre categorie (Top, Premium e... piccionaia senza nome), con ulteriori distinzioni tra lati lunghi e lati corti. Il nostro raffronto si limita ai prezzi più economici: la Categoria 3 dello Chatrier e i distinti del Foro Italico (Tevere e Monte Mario, per intenderci i lat lunghi), anche perchè in entrambi i casi si tratta delle ultime 5-6 file. I prezzi segnalati sono quelli attualmente validi (il dettaglio di quelli di Parigi) e non comprendono eventuali commissioni e diritti di prevendita. Il tutto per fare un raffronto il più pulito possibile.

QUARTI DI FINALE
Roland Garros, martedì 6 giugno – tre match diurni: 100 euro
Roma, martedì 16 maggio – tre match diurni (due ottavi maschili, un quarto femminile): 106 euro
Roland Garros, martedì 6 giugno – un match serale: 90 euro
Roma, martedì 16 maggio – due match serali (un quarto femminile, un ottavo maschile): 53 euro
Roland Garros, mercoledì 7 giugno – tre match diurni: 100 euro
Roma, mercoledì 17 maggio – due match diurni (un quarto maschile, un quarto femminile): 114 euro
Roland Garros, mercoledì 7 giugno – un match serale: 90 euro
Roma, mercoledì 17 maggio – due match serali (un quarto maschile, un quarto femminile): 65 euro
Roma, giovedì 18 maggio – due match diurni (un quarto maschile, una SF doppio femminile): 122 euro
Roma, giovedì 18 maggio – due match serali (un quarto maschile, una SF doppio femminile): 68 euro

SEMIFINALI
Roland Garros, giovedì 8 giugno - semifinali femminili + finale doppio misto: 70 euro
Roma, venerdì 19 maggio - prima semifinale femminile + una SF doppio maschile: 112 euro
Roma, venerdì 19 maggio - seconda semifinale femminile + una SF doppio maschile: 67 euro
Roland Garros, venerdì 9 giugno - prima semifinale maschile: 100 euro
Roland Garros, venerdì 9 giugno - seconda semifinale maschile: 100 euro
Roma, sabato 20 maggio – semifinali maschili: 212 euro

FINALI
Roland Garros, sabato 10 giugno: finale femminile + finale doppio maschile: 105 euro
Roma, sabato 20 maggio: finale femminile + finale doppio femminile: 86 euro
Roland Garros, domenica 11 giugno – finale maschile + finale doppio femminile: 185 euro
Roma, domenica 21 maggio – finale maschile + finale doppio maschile: 238 euro

In sintesi: assistere a qualsiasi sessione diurna al Foro Italico costa di più che al Roland Garros, senza contare che a Parigi i prezzi più alti non superano mai i 250 euro fino al penultimo giorno (450 per la finale maschile), mentre a Roma la soglia dei 300 euro per la Tribuna Sponsor viene superata già martedì, con prezzi che schizzano fino ai 652 di sabato e ai 797 di domenica, giorno in cui l'Exclusive Suite vale 1.074 euro. A Roma si paga qualcosa in meno per le sessioni serali, evidentemente ritenute meno pregiate (va detto che mesi fa, quando i biglietti furono messi in vendita, i costi romani erano inferiori, salvo poi impennare gradualmente). Questi sono i fatti. Fino a oggi, i numeri hanno dato ragione alle scelte degli organizzatori romani, ma lo scenario dei primi giorni di tornei ha evidenziato le prime crepe di questa policy.