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LA STORIA

Alla fine Mirka ha scelto il Principe giusto

Mirka Vavrinec, moglie di Roger Federer, tiene molto alla privacy. Non rilascia interviste e non tutti sanno che prima di conoscere Federer aveva avuto una relazione con un ricco uomo mediorientale. La Navratilova, i carri armati e la sua vita fino all'incontro con Federer, che spesso ripete: “Le devo tutto”.

Riccardo Bisti
9 marzo 2021

Sono arrivati a definirla Monna Lisa del tennis. In effetti, Miroslava “Mirka” Vavrinec ha qualcosa in comune con la celeberrima Gioconda esposta al Louvre: tutti la conoscono, ma pochi sanno cosa esprime il suo viso. La moglie di Roger Federer non rilascia interviste da oltre 15 anni: fu una decisione condivisa, per proteggere una privacy già messa a dura prova in epoca pre-social. Scelta ancora più preziosa oggi, poiché la signora Federer sta alla larga da Instagram, Facebook e Twitter. Conservare un alone di mistero nella Digital Era rappresenta un valore inestimabile, e non c'è da stupirsi che nel 2017 sia diventata la donna svizzera più cercata su Youtube. È una delle donne più influenti nel mondo del tennis, anche se da giocatrice è stata al massimo numero 76 WTA e ha smesso si giocare giovanissima, un po' per gli infortuni, un po' perché scelse di dedicarsi alla stella nascente del futuro marito. Ad aprile compirà 43 anni e il mondo la conosce per le sue espressioni a bordocampo e il ruolo di madre di quattro bambini, ma Miroslava Vavrinec è molto altro. Lo stesso Federer, pur proteggendo la privacy, ha più volte detto di doverle molto. Anzi, tutto. Le loro strade si sono sfiorate per la prima volta a metà anni 90, quando la figlia di immigrati slovacchi (ma proprietari di una gioielleria a Sciaffusa) era considerata una delle principali promesse del tennis svizzero. Per un paio d'anni ha giocato le gare a squadre con il Basel Lawn Tennis Club, circolo della città natale di Federer.

Avendo tre anni e quattro mesi più del futuro marito, tuttavia, non ebbe occasione di incrociarlo. Contribuì a vincere un campionato, poi il club basilese ha mollato e lei si spostò presso il Grasshopper di Zurigo. Ma facciamo un passo indietro. Papà Miroslav, ex lanciatore di giavellotto, era un grande appassionato di sport. Nel 1987 portò la famiglia a Filderstadt, nei pressi di Stoccarda, per seguire il torneo WTA. La giovane Miroslava ebbe l'opportunità di conoscere Martina Navratilova. Si narra che Martina le chiese se giocasse a tennis. “No, mi dedico alla danza” rispose la bambina di 9 anni. “Provaci col tennis. Hai il fisico giusto, e probabilmente anche il talento”. Per qualche misteriosa ragione, la Navratilova prese a cuore la faccenda e chiese alla giocatrice Jiri Granat di organizzare un provino. Apriti cielo: la Vavrinec aveva davvero talento. Per ringraziare la Navratilova, il padre di Mirka la omaggiò con un gioiello da lui realizzato. Il suo primo allenatore è stato Murat Gurler, un turco finito in Svizzera. Tra immigrati ci si intende, così tra i due si sviluppò un rapporto speciale. “Mi sembrava dotata, ma un po' pesante – ha raccontato Gurler – ma ho subito notato che aveva grande ambizione. Non avevo conosciuto nessuno che si impegnasse così tanto in allenamento. Se le avessi detto di correre una maratona prima di scendere in campo, lo avrebbe fatto senza fiatare”.

PRIMA
"A volte Mirka mi conosce meglio di quanto io conosca me stesso" Roger Federer
Roger Federer e Miroslava Vavrinec giocano il doppio alla Hopman Cup 2002

In piena epoca di baby-fenomeni (Capriati e Seles su tutte), non sorprende che la Vavrinec abbia giocato i primi tornei professionistici all'età di 14 anni. Nel 1993, chiuso un torneo in Slovenia, volle partecipare a tutti i costi a un evento nella penisola croata di Brac, in piena Guerra dei Balcani. Soltanto due settimane prima, la zona era stata oggetto di scontri armati. In una delle rare interviste, Mirka ha raccontato di aver visto case distrutte, veicoli bruciati e carri armati ONU in giro per le strade. “Venivamo continuamente fermati ai posti di blocco – disse – avevo paura, ma l'ambizione era ancora più grande”. La sua crescita professionale non è stata impetuosa. Ha avuto bisogno di tre anni per entrare tra le top-300 WTA, anche perché i duri allenamenti le hanno fatto pagare dazio sotto forma di infortuni. In particolare, nel 1996 si è bloccata per un fastidio al tallone. L'anno dopo, al secondo tentativo, ottenne l'agognato passaporto svizzero e lasciò la casa dei genitori, spostandosi a Bottighofen per lavorare con coach Alexander Hitzley. Risale a quel periodo un aneddoto quasi surreale, rivelato qualche anno fa da Gioia: Mirka ha incontrato un principe di Dubai che le avrebbe garantito una vita da regina. La sua ex collega Caecilia Charbonnier giura che Mirka si presentava agli allenamenti in Ferrari, o che andasse in elicottero negli Emirati. A un certo punto, però, si trovò davanti a un bivio: fare la principessa o proseguire col tennis. L'ultimatum del principe non le piacque, così scelse di continuare a giocare.

In fondo, la conoscenza con un altro principe sarebbe arrivata da lì a poco. Come è noto, la love story con Federer è sbocciata alle Olimpiadi di Sydney 2000. Chissà cosa sarebbe successo se Martina Hingis e Patty Schnyder, meglio piazzate di lei, fossero andate ai Giochi. Invece rinunciarono e la delegazione femminile era composta da lei ed Emmanuel Gagliardi. Al contrario, Federer era l'unico maschietto. Sul campo va male, con una sconfitta netta e immediata contro Elena Dementieva. Tuttavia, decise di restare a Sydney per godersi il clima a Cinque Cerchi. E sul giovane Federer disse: “Non avevo idea che fosse così divertente. Dopo questa avventura avrò i muscoli addominali più forti del mondo perché ci fa ridere tutto il tempo”. Il torneo di Federer è migliore, ma termina con una grande delusione: perde da Tommy Haas in semifinale e vede sfumare il bronzo nella finalina contro Arnaud Di Pasquale. “Avrei desiderato tanto salire sul podio – disse Roger – invece non mi resta nulla, se non il mio orgoglio”. Invece sbagliava: a Sydney, avrebbe conquistato il cuore della sua futura moglie. Il primo bacio – tra mille incertezze – sarebbe arrivato nell'ultimo giorno dei Giochi. Non fu facile. Ad allenare i tennisti svizzeri in quell'edizione c'era Sven Groeneveld: “Roger chiedeva consigli a tutti. A un certo punto chiese anche ai lottatori se era il caso di invitare Mirka. Qualcuno l'aveva dissuaso, ma per fortuna ha preso la decisione migliore della sua vita”.

Da giocatrice, Miroslava Vavrinec è stata al massimo numero 76 WTA. Ha vinto tre titoli ITF e ha colto il terzo turno allo Us Open 2001
Il tenero abbraccio tra Mirka Vavrinec e Roger Federer dopo il titolo all'Australian Open 2017, primo Slam dopo quattro anni e mezzo

Si narra che dopo il primo bacio la Vavrinec non fosse troppo convinta. “Sei ancora molto giovane...”. Ma lui, con il suo umorismo naif, replicò. “Suvvia, ho quasi 18 anni e mezzo....”. Ben presto la loro relazione è diventata di dominio pubblico, salvo poi sfociare nella partecipazione alla Hopman Cup 2002. Una serie di infortuni, tuttavia, l'hanno progressivamente allontanata dal tennis giocato. L'ultima partita risale all'aprile 2002 (sconfitta contro Magdelena Zdenovcova nelle qualificazioni di Budapest), ma a convincerla a lasciar perdere fu il primo titolo a Wimbledon di Federer. Capì che poteva realizzare i suoi sogni tennistici, sia pure per interposta persona. Giusto in quel periodo, Federer aveva chiuso il suo legame con IMG e iniziò a costruire un team composto da persone fidate. Tra loro c'era anche Mirka, che per un po' gli ha fatto da agente, PR e addetto stampa. Ma ci volle poco a capire che il ruolo la esponeva alla curiosità dei media. Tutti volevano dettagli sulla loro relazione, mettendo a rischio la privacy. E così ha smesso di rilasciare interviste, non si è mai affacciata nel mondo social e col tempo si è costruita l'immagine attuale, rafforzata dal matrimonio del 2009 e la nascita di due coppie di gemelli: Myla Rose e Charlene Riva nel 2009, Leo e Lenny nel 2014. La sua devozione per il marito è emersa nelle espressioni durante i match, un po' teatrali e talvolta sopra le righe.

Una volta hanno chiesto Nick Kyrgios quale fosse la cosa più difficile nell'affrontare Federer: “Quando Mirka fischia nella tua direzione tra la prima e la seconda di servizio” rispose. Senza dimenticare l'alterco con Stan Wawrinka durante le ATP Finals 2014, una settimana prima della finale di Davis. Wawrinka dovette chiedere al giudice di sedia di farla calmare, e per qualche giorno si temette che l'incidente diplomatico potesse avere qualche ripercussione prima della storica finale contro la Francia. Per loro fortuna, tutto è rientrato a tempo di record. Si dice che l'opinione di Mirka sia molto importante nelle scelte di Federer: nel 2010 avrebbe rinunciato a una trasferta di Davis in Kazakhstan su suo suggerimento, condannando la Svizzera alla retrocessione. E anche la recente assenza all'Australian Open, al di là della versione ufficiale, sarebbe dovuta al fatto che moglie e figli non erano pronti ad affrontare la quarantena e Federer non avrebbe voluto andare in Australia senza di loro. “Devo tutto a mia moglie – ha detto Federer dopo aver vinto il suo ultimo Slam – senza il suo sostegno, avrei smesso di giocare molto tempo fa. Una volta abbiamo avuto una franca discussione sul fatto che le piaccia quello che fa. Sono felice che mi sostenga e si assuma una parte enorme nella crescita dei nostri figli. Senza Mirka, la mia vita tennistica non avrebbe avuto così tanto successo”.