The Club: Bola Padel Roma
AUSTRALIAN OPEN

47 anni, 7 mesi e 14 giorni

È il tempo trascorso dall'ultimo successo azzurro in uno Slam al maschile. Jannik Sinner può interrompere il digiuno nella notte di Melbourne, ma dovrà battere Daniil Medvedev. “Ho scoperto di essere in grado di fare cose che non credevo” dice il russo, la cui incognita riguarda il fisico. “Non sono preoccupato dagli ultimi tre precedenti”. Ma i numeri dicono Sinner.

Riccardo Bisti
28 gennaio 2024

Le quote dei bookmakers fanno impressione. Nonostante sia la prima finale Slam per Jannik Sinner, hanno deciso di dargli fiducia. Totale, assoluta. Un suo successo paga meno di 1.40: significa che l'Italia ha oltre il 60% di possibilità di festeggiare uno Slam a 47 anni, 7 mesi e 14 giorni dal successo di Adriano Panatta al Roland Garros. Gli indicatori sono tutti dalla sua parte, a partire dal tempo trascorso in campo per arrivare in finale. Quasi sei ore in meno rispetto al suo avversario, Daniil Medvedev. E poi il rendimento al servizio: Jannik ha subìto 2 break in tutto il torneo, il russo addirittura 23. Senza contare i precedenti: dopo che Medvedev ha vinto i primi sei, è come se Sinner abbia compreso l'enigma: tre vittorie nelle ultime tre partite. “A un certo punto della semifinale ho capito che non potevo correre per altre tre ore, così ho iniziato a essere più aggressivo”.

Parola del russo dopo la semifinale vittoria contro Alexander Zverev, terminata dopo la mezzanotte e in cui si è trovato a due punti dalla sconfitta dopo aver perso il primo e il secondo set. E sul 5-5 del tie-break del quarto set ha trovato una risposta vincente, un po' casuale, molto fortunata. “Sapete, fatico a cambiare impugnatura quando la 'palla arriva così veloce” ha detto, ammettendo la fortuna. Per Medvedev sarà la quinta finale Slam in carriera, la terza in Australia. Nel 2021 ha perso contro Djokovic, nel 2022 si è fatto rimontare da Nadal. È dunque un giocatore esperto, oltre ad avere uno stile di gioco che mette in difficoltà gli avversari. Strano, diremmo strambo. Per questo la finale dell'Australian Open (ore 9.30, diretta Eurosport e Discovery+) nasconde molte più insidie di quanto dicano i numeri.

«Durante le vacanze ho effettuato alcuni esercizi di respirazione, e questo mi ha permesso di conoscere meglio il mio corpo e la mia mente» 
Daniil Medvedev

Le statistiche sono utili, spesso importanti... Ma non raccontano l'anima di una partita. Per esempio, lo spirito con cui Medvedev scenderà in campo. “Mi sento più forte rispetto a inizio torneo – racconta – perchè ho scoperto di essere capace di cose che non pensavo di poter fare. Mentalmente sono più forte, anche se è meglio arrivare in finale con partite di 3-4 set, almeno sul piano fisico. Sono comunque orgoglioso e non vedo l'ora di giocare”. L'allusione è alle tre vittorie in cinque set, con due vittorie dopo aver perso i primi due set: prima la marzulliana partita contro Emil Ruusuvuori, poi la rimonta contro Zverev. In mezzo, la maratona pomeridiana contro Hubert Hurkacz. La condizione fisica di Medvedev è la discriminante numero 1. Avrà recuperato? Sarà in grado di allargare i suoi tentacoli come un polipo, (felice) soprannome datogli da Stefanos Tsitsipas?

Per sua fortuna, da qualche anno ha capito che un tennista di alto livello deve essere professionale 24 ore al giorno, non soltanto quando è in campo. In altre parole, ha imparato (in ritardo) a fare quello che Sinner effettua da quando aveva 13 anni: santificare la sua esistenza al tennis. Soltanto il campo dirà se è stato sufficiente per recuperare. In quel caso, Daniil non sembra troppo preoccupato per i precedenti. “Jannik non ha effettuato alcun cambiamento tattico – dice – adotta il serve and volley, è più aggressivo, ma lo fa con tutti. Semplicemente è migliorato. Sono state partite equilibrate, ho avuto le mie difficoltà, ma ero al 96-97% della condizione, in un periodo dell'anno in cui non ero al top. Per batterlo devi essere al 100%”.

Durante questo Australian Open, Daniil Medvedev si è scoperto maratoneta

Leggi anche: Dream Team Sinner

Tutti i matchpoint dei nove precedenti tra Sinner e Medvedev

Per riempire il serbatoio si è preso una vacanza a fine anno (non gli accadeva da tre anni), rinunciando ai tornei di preparazione. “Inoltre ho effettuato alcuni esercizi di respirazione, e questo mi ha permesso di conoscere meglio il mio corpo e la mia mente”. Scelte e strategie che stanno funzionando: prima di questo torneo, i numeri di Daniil nei match di cinque set non erano i migliori possibili. Adesso si è trasformato in un maratoneta, peraltro capace di trascinare il pubblico dalla sua parte. Niente più litigi a distanza (l'ultimo è arrivato a Torino, proprio durante un match con Sinner), ma un atteggiamento che fa arrivare al pubblico la sua intelligenza, la sua brillantezza. Come nella masterclass dopo la vittoria contro Borges, in cui ha spiegato la filosofia della sua posizione in risposta.

“Con Daniil tutto è possibile. È sempre in cerca di una soluzione, ma mi sorprende quando parliamo dopo una partita – dice il coach-amico Gilles Cervara – quando gli chiedo cosa pensava durante il match mi dà risposte da adolescente. Eppure parliamo di uno dei migliori giocatori al mondo...”. La partita? A parte la già citata questione atletica, per adesso la differenza l'ha fatta la seconda di servizio: Sinner ha raccolto il 60% dei punti contro il 48% del suo avversario. Si spiega così la differenza in termini di break incassati. Ma l'abbiamo detto: i numeri raccontano tanto, ma non tutto. Sono amici di Sinner, ma non gli daranno la vittoria. Per sollevare il Norman Brookes Trophy dovrà affidarsi ad altre qualità e nuove energie. Lui è convinto di averle.