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Head Graphene 360+ Speed MP

È la versione 300 grammi della racchetta di Novak Djokovic. Resta comunque un telaio destinato a giocatori agonisti, anche se le forme diventano sempre meno squadrate. Precisione e controllo si fanno preferire a potenza e spin, per i quali serve colpire bene e con swing lunghi. Fondamentale trovare il giusto set up con corde e tensione

di Staff Tennis Magazine
8 giugno 2020

La nuova versione del modello più utilizzato della linea Speed (la versione Pro di Noavk Djokovic meglio lasciarla agli agonisti più spinti) è un update della precedente, con l’utilizzo del Graphene 360+ che offre maggior stabilità all’impatto e, di conseguenza, precisione nella traiettoria e una forma della sezione che tende ad abbandonare sempre più quella tipicamente squadrata di un box beam per diventare un’ideale via di mezzo con quelle ellittiche (o tubolari), favorendo spinta e giocabilità.

A livello di laboratorio, la maggior parte dei dati è nella media per questo tipo di telaio: lunghezza tradizionale, ovale da 100 pollici, peso da 300 grammi con bilanciamento centrale, profilo da 23 mm, rigidità 64RA e swingweight appena sopra i 300 kg/cmq, con l’ormai classico schema di incordatura 16 x19: sembra tutto studiato per trovare i corretti compromessi e infatti, in tutta la gamma Head, è probabilmente la linea più versatile.



Linearità, è ciò di cui si necessita per cavar fuori il meglio da questo telaio. L’impatto è infatti abbastanza duro, consistente, con la testa della racchetta che resta bella ferma: da un lato si guadagna in precisione, dall’altra non sono consentiti eccessivi svolazzi nei gesti: movimenti strappati diventano colpi leggeri e poco profondi. Si fanno dunque preferire swing lunghi e completi, lineari e rapidi, dritti per dritti. Questo perché, fin quando si colpisce nello sweet spot, un braccio allenato riesce a ottenere in cambio spinta con adeguato controllo; i colpi decentrati invece, vengono poco perdonati, così come i movimenti troppo strappati. Speed non è da confondere con power: non si tratta di una racchetta particolarmente potente (tanto più se paragonata alle tubolari) ma permette uno swing veloce. Anzi, tanto più è veloce, tanto più si guadagna in penetrazione dei colpi, senza perdere controllo, che resta la sua qualità principale.

Capitolo rotazioni: il feeling all’impatto consente di sentire bene i cambi di ritmo in back, mentre non è una spin machine, perché comunque (si torna sempre lì) bisogna comunque colpire bene nello sweet spot. Botte piatte e colpi d’incontro si fanno sicuramente preferire.

A rete la sensibilità permette di toccare bene e la stabilità di spingere con fermezza, con discreta manovrabilità. Al servizio è una bella scheggia: la testa della racchetta viaggia davvero veloce e con un gesto fluido si riescono a raggiungere velocità alte senza nemmeno troppo sforzo e con notevole precisione. La scelta del set up corretto è fondamentale in questo tipo di racchette affinché non diventi troppo complicato spingere e giocare lungo.

A livello di look, si sono invertite le proporzioni tra nero e bianco, restando comunque sul genere classico/moderno, con dettagli ben curati.

Linearità, è ciò di cui si necessita: l’impatto è consistente, con la testa della racchetta che resta bella ferma: da un lato si guadagna in precisione, dall’altra non sono consentiti eccessivi svolazzi nei gesti

Consigliata a...
Giocatori agonisti dallo swing veloce e completo, lineare e senza strappi. Piccoli Djokovic che cercano validi compromessi tra spinta e controllo (con quest’ultimo che comunque si lascia decisamente preferire). Abbastanza versatile, dovrebbe sfruttarla il giocatore completo a tutto campo, che attacca e difende, piuttosto che l’arrotino o il difensore puro. Fate attenzione a trovare il giusto set up con le corde: è fondamentale.


La corda ideale
L’agonista di buon livello (parliamo di ottimi terza categoria a salire) possono optare per un monofilo, ma meglio se tra quelli meno rigidi e comunque a tensioni basse, anche inferiore ai 20 kg, e magari dal calibro sottile (comunque da sostituire al massimo ogni dieci ore, o anche più frequentemente se non siete a abituati a cambiare spesso le palle). Nel caso si voglia utilizzare telai di questa tipologia ma si fatichi un po’ a trovare spinta e profondità, meglio affidarsi a un multifilo (in questo caso si può salire anche a 22-23 kg) o alla soluzione ibrida


On Court

Lorenzo, 48 anni, classifica 3.2
Mi piacciono i compromessi e qui ne trovo di utilissimi: si spinge se il braccio cammina, con precisione della traiettoria e controllo della profondità. Si tocca e si mena, si può usarla come spada o fioretto. Però servono swing lunghi, completi, lisci: non a caso il rovescio classico fila via come una meraviglia, il dritto nadaliano molto meno. Servono braccia e gambe per ottenere adeguata spinta e una certa precisione nell’impatto. Resta roba per agonisti.

Luca, 27 anni, classifica 2.5
Wow, gran controllo: spingo a tutta e ho la chiara sensazione che non scappi via. La botta piatta è una manna, il servizio una bomba, le rotazioni escono bene se colpisci bene. Bisogna fare attenzione al set up con le corde: io ho scelto un monofilo soft di calibro molto sottile e cambio ogni 5-6 ore.

Francesco, 24 anni, classifica 3.1
Molto duttile, mi riesce un po’ tutto, anche se controllo e precisione si fanno preferire a spin e potenza. Ci puoi dar dentro senza timori che la palla scappi ovunque, però se il braccio non asseconda rischi di tirare corto e leggero. Perdona poco i colpi decentrati.

Filippo, 30 anni, classifica 4.3
Belle sensazioni, sono queste che rischiano di fregarmi. Perché quando arrivo bene sulla palla, eseguo lo swing completo, ci metto il peso e il follow through di cui parla tanto il mio maestro, allora è pura libidine e la palla finisce esattamente dove hai pensato di spedirla. In tutti gli altri casi, e ahimè sono la maggioranza, diventa controproducente. E allora torno alla mia Extreme o alla Instinct, con la dovuta umiltà e saggezza.

Claudio, 52 anni, classifica 2.8
Non so fin quando reggo, ma gioco classico, tutto piatto, servizio doc, rovescio in back e tocchi sotto rete: mi piace perché è bella versatile e mi riesce tutto, almeno fin quando regge il fisico. Costretto al terzo set, mi accorgo che fatico a muoverla e spingere come nei primi giochi. Sono al limite: fra poco dovrò arrendermi e usare telai di maggior spinta, a costo di perdere in controllo.