TEST RACCHETTE

Head Radical 2021

La nuova linea Radical presenta modelli con caratteristiche ben definite: sorprende soprattutto la nuova versione della MP, un telaio agonistico che coniuga un peso (abbastanza) leggero e una consistenza da racchetta pro

di Corrado Erba
4 gennaio 2021

La Radical è una delle linee di racchetta che hanno segnato la storia, soprattutto quando a manovrarla era un certo Andy Murray. Lo scozzese ci ha vinto tornei Major, medaglie olimpiche ed è diventato numero uno del mondo, rimanendo sempre fedele a questo modello di racchetta. La collezione 2021 presenta in particolare tre modelli principali: la MP, la Pro e la S. Le abbiamo testate insieme per avere un’idea precisa dei vari modelli e capire a quale categoria di appassionati potrebbero adattarsi meglio.

HEAD RADICAL MP
La nuova versione della Radical MP è riuscita a coniugare due elementi difficili da integrare: un peso leggero (per un telaio agonistico) con una consistenza da racchetta pro. Era un obiettivo che si poneva da tempo. Il peso leggero ben si coniuga a telai potenziati dalla profilatura, dal bilanciamento in testa e dalla rigidità consistente, ma rende i telai non profilati privi di cattiveria. Come la Head sia magicamente riuscita nel mix dovremmo chiedere agli ingegneri di Kennelbach.

Ma veniamo ai dati tecnici: rispetto alle vecchie versioni, il peso è cresciuto di 5 grammi, arrivando a quota 300. Rimane il piatto classico agonistico a 98 pollici, il profilo variabile (20-23-21 mm), lo schema di incordatura da 16x19 e un bilanciamento a 32 cm, nuda (cioè senza corde, sia chiaro). È un telaio che dà subito confidenza, l’impressione che non affaticherà nemmeno dopo la terza ora di gioco. Il peso non eccessivo è rimarcato dal bilanciamento sostanzialmente neutro, che lascia la testa libera di essere mossa con il massimo agio. Non è un telaio da spin estremo, cosi come anche la struttura preannuncia (per quello rivolgetevi alla linea Extreme). La palla esce naturalmente con un leggero spin, che parte veloce e facile.

Una racchetta dalle prestazioni agonistiche che, per una volta, può essere utilizzata da quasi tutti, fino ai quarta categoria. A patto che non si vada a cercare lo spin estremo

Ma non sorprende tanto la facilità, pur soddisfacente, ma soprattutto la precisione chirurgica di certi colpi: il back è telecomandato, soprattutto in diagonale, e manovrando leggermente il polso, la traiettoria esce dritta e veloce, a tagliare il campo in maniera micidiale. Il drive fila via con ottimo controllo e precisione. Piace a chi ama controllare il gioco perché convince la decisione dei colpi e delle traiettorie, anche se il pressing è più morbido, che estremo. La difesa è agile, ma il colpo affannato esce quasi fin troppo pulito, per renderla efficace al cento per cento.

Detto dei colpi da fondocampo, scivolare a rete dietro al back micidiale, è veramente piacevole. I cambi di direzione improvvisi sono facili e colpire sotto la rete è agevole, mentre nei colpi sopra la spalla mostra ottime doti di potenza, unita a una precisione invidiabile. E anche questo surplus di potenza è sorprendente per un telaio di soli 300 grammi, al punto che diventa tremendamente efficace non solo nello smash, ma anche nel servizio. In questo colpo, raramente abbiamo riscontrato una pulizia e una precisione delle traiettorie, sia per la botta piatta sia nello slice, con la testa della racchetta che si trasforma in un mirino per colpire le righe.

Il telaio è piuttosto morbido, la stabilità assoluta, le vibrazioni inesistenti. In sintesi, una racchetta dalle prestazioni sorprendentemente agonistiche, che per una volta può essere utilizzata da quasi tutti, fino ai quarta categoria, a patto che non si vada a cercare la racchetta dallo spin facile e l’attrezzo da difesa estrema. La può usare con massima resa il contrattaccante da fondo, il giocatore all-around che ama tagliare il campo con traiettorie morbide ad aprirsi il campo, il veterano old style che cerca la manovrabilità e mal si è adattato alle moderne sparapalle, le signore, ex agoniste, di buona mano e ottime gambe, il ragazzino che sogna le movenze di Roger, ma con un attrezzo umano tra le mani.

A chi la consigliamo
A chi cerca un telaio agonistico, consistente e performante ma non troppo pesante. Ottimo compromesso tra spinta e controllo, manovrabilità e pesantezza di palla. Solo poco adatta a chi ama lo spin estremo.

HEAD RADICAL PRO
La nuova Radical Pro è la versione aggiornata di uno dei telai più usati dai professionisti, lanciata ai tempi e mai più abbandonata da Andy Murray, ora nelle duttili mani del piccolo Diego Schwartzman e, tra gli altri, del nostro Gianluca Mager. Il brillantissimo paintjob argento e arancio la rende immediatamente riconoscibile e diventa un segno distintivo inconfondibile.

Le caratteristiche tecniche cambiano perché la Radical Pro è diventata più cattiva aggiungendo 5 grammi e attestandosi (senza corde) a 315 grammi, con un bilanciamento neutro di 31,5 cm. Il piatto rimane da 98 pollici, così come lo schema di incordatura a 16x19. Un telaio cattivo ma senza eccessi, perché il bilanciamento e la sezione variabile (20-21,5-21) permettono di non avvertire un’eccessiva rigidità e la manovrabilità rimane soddisfacente.

Il gioco che più asseconda è fatto di varianti. Con quel particolare feeling che rende il telaio pastoso e intrigante

Rimane un telaio versatile, con la palla che esce discretamente pesante anche se suona un filo vuota rispetto ad altre cattive del brand (vedi Prestige); è invece facile trovare profondità e rotazioni che escono senza fare eccessiva fatica. Il gioco che più asseconda è fatto di varianti, dritti che saltano molto, back lunghi e filanti, veloci sortite sulla rete dove si tocca con agio data l’estrema manovrabilità. All’impatto la palla rimane sulle corde quel microattimo in più necessario per sentire quel particolare feeling con la palla che rende il telaio molto pastoso e intrigante. 

È un telaio fatto su misura per gli Schwartzman della terza categoria, adatta a ribattere e ribattere per poi chiudere di sorpresa. La consigliamo a chi vuole un telaio pesante però maneggevole, consistente ma versatile. A chi non ha la palla per sfondare direttamente (non è un telaio da schema uno-due, in questo ci sono concorrenti più attrezzati, come la Blade 98, meno pesante ma più carica in testa) ma che cerca una compagna valida per controbattere con agio e non sentire in mano un giocattolo, come dicono gli uomini duri. Piace al veterano di mille battaglie che non vuole rinunciare a sentire la palla, ma soprattutto al giovanotto che corre e corre per poi uscire veloce, alla fanciulla di seconda categoria che tira forte cercando le righe.

A chi la consigliamo
A chi cerca un telaio agonistico piuttosto versatile, che ama mixare controllo, manovrabilità e sensibilità. Ideale per i giocatori a tutto campo che sanno (e vogliono) fare un po’ di tutto, senza estremismi.

HEAD RADICAL S
La Radical per bambini, mi illustrava un amico, quasi la versione S fosse una Radical in tono minore. Dunque, mi aspettavo qualcosa di scipito, un giocattolino per intenderci, quelle che ci fai due tiri ma alla fine ti ritrovi in mano un telaio leggero leggero, buono per la signora o il bambino appena adolescente. Pertanto, sono sceso in campo con modeste aspettative. Giocavo poi, contro un ribattitore pesante e già pensavo a come tirarmi indietro e rinfoderare una racchetta più tosta.

Errore: sin dai primi tiri, nonostante il peso di soli 280 grammi, non fa rimpiangere telai ben più pesanti, come stabilità e compattezza. In particolare, è sorprendente la stabilità del telaio, anche di fronte a bombe provenienti da pesanti profilate.

Venendo alle caratteristiche di laboratorio (a telaio non incordato), la S ha un piatto da 98 pollici. pesa 280 grammi con bilanciamento a 32 centimetri, profilo variabile da 22 a 25 millimetri per poi restringersi a 23 in testa. Lo schema di incordatura è l’ormai classico 16x19. Incordata con una Head Lynx a 22 kg, la S si è rivelata un attrezzo estremamente duttile.

Il gioco che più asseconda è fatto di varianti. Con quel particolare feeling che rende il telaio pastoso e intrigante

Il drive rende bene, sia leggermente coperto sia ben toppato; idem per il rovescio coperto, mentre il back è filante, ma tende a essere un filo leggero. Il controllo è discreto e la potenza apprezzabile, mentre la spinta, intesa come rapidità di uscita della palla, è su livelli da profilata. Dunque, magari n0n sfondate diretti, ma se mettete la palla sempre profonda, è facile che non torni indietro. Essendo molto maneggevole, la rete è il suo pane, anche se i colpi sopra la testa, vuoi per il peso o per il bilanciamento, non escono molto pesanti. Smash più piazzati che definitivi, volate più toccate che ficcanti. Al servizio non è una cannonball (il piattone rende poco, mentre il kick non è immediato), però lo slice esce preciso e si possono telecomandare le traiettorie arcuate sulle righe esterne.

L'utente ideale sono i veterani enneci, i quarta che fanno fatica a manovrare pesi più pesanti e le signore che amano racchette non eccessivamente profilate e ingombranti. La racchetta è facile, con un buono sweet spot, può essere valida compagna del veterano amatore che gioca in doppio tutti i giorni, del quarta amante del telaio leggero ma performante, del maestro che vuole un attrezzo facile e non troppo stancante, della giocatrice juniores principiante che preferisce il gioco classico alle profilate monotematiche. 

Per finire, un’annotazione sull’incordatura: l’abbiamo provata con dei mono non troppo rigidi, con ibridi, con multi-mono: è abbastanza duttile, starà all’appassionato trovare il proprio assetto, con il solo accorgimento di non affidarsi a tensioni troppo alte.

A chi la consigliamo
A chi cerca un telaio facile, che aiuta a spingere (pur senza eccessiva cattiveria) ma soprattutto si manovra con agio. Ideale per giocatori veterani, i quarta categoria che faticano con attrezzi più pesanti, le signore che cercano maneggevolezza.

I sound grommets aumentano il movimento delle corde verticali in tutte le direzioni, massimizzando potenza e spin.

ON COURT
Siamo scesi in campo con i tre modelli ed ecco alcuni pareri dei nostri tester.

Giovanni, 58 anni, classifica 4.1
Faccio fatica a trovare la racchetta giusta: la S è troppo leggera e alla lunga spinge poco, mentre la MP è molto maneggevole e mi aiuta con lo sweet spot ampio. Però la Pro ha un feeling da altri tempi, unito a una maneggevolezza moderna. Lasciatemi ancora un po' queste due e poi vediamo.

Fabrizio, 35 anni, classifica 3.1
La S la lascio a mia mamma. Sono rimasto indeciso a lungo tra MP e Pro, ma alla fine ho optato per la prima sostanzialmente perché non ho avvertito grandi vantaggi nell’usare la Pro in termini di potenza e pesantezza di palla e allora meglio cercare ancora maggior manovrabilità con un peso più leggero. Nel caso posso sempre customizzarla con qualche striciolina di piombo.

Claudio, 28 anni, classifica 3.3
La MP è decisamente la mia racchetta. Lo è storicamente, lo rimarrà in futuro perché ci riesco a far tutto e anche piuttosto bene (al mio livello, sia chiaro!). Spinge il giusto ma con ottimo controllo, la muovo facilmente ma l’impatto è bello stabile, è confortevole per il braccio ma si può pestare quando serve. Insomma, una racchetta molto completa.

Lucia, 45 anni, classifica 4.1
La Pro la scarto subito e la lascio a mio figlio Luigi, la S invece mi piace molto: la palla esce facile e non mi stanco mai anche perché la testa non è particolarmente pesante e nei doppi io sto sempre attaccata alla rete. Però, se dovessi giocare lunghe partite di singolare, la MP ha quella cattiveria che mi aiuterebbe a chiudere da fondo quando le mie avversarie pallettano all’infinito.

Luigi, 18 anni, classifica 2.6
Ho sempre giocato con la vecchia versione della MP, quella di parecchie stagioni fa. Nonostante sia mingherlino, ho sempre tirato forte, senza necessità di customizzare; questa nuova versione, con 5 grammi in più mi aiuterebbe a fare il salto definitivo. Ho provato anche la Pro ma ho più confidenza con la MP e gioco bene uguale. Dunque, finché non passo 2.4 mi tengo ancora il peso più leggero!

Giovanni, 50 anni, classifica 2.6
Volendo potrei giocare un giorno con la MP e un altro con la Pro perché sono entrambi telai molto versatili, che permettono un gioco completo a tutto campo, con i quali si può picchiare e toccare, spingere dal fondo e venire a prendersi il punto a rete. Credo che la differenza possa stare nel feeling che ognuno trova con una racchetta, ma alla base le caratteristiche sono quelle.