The Club: Bola Padel Roma
US OPEN

Un miracolo di nome Canada

Con tre giocatori negli ottavi, il Canada è il Paese più rappresentato nella seconda settimana dello Us Open maschile. Senza dimenticare il titolo 2019 di Bianca Andreescu. L'exploit di Auger-Aliassime, Shapovalov e Pospisil è il frutto di un percorso iniziato nel 2006, quando misero in mano il loro sistema a un francese. Che ha portato in Canada... la terra battuta.

Riccardo Bisti
7 settembre 2020

Molti avevano paura. Pensavano che lo Us Open sarebbe stato travolto da una pioggia di forfait, rischiando di diventare una sorta di campionato americano. Non è andata così: a parte qualche assenza, il torneo ha mantenuto una forte dimensione internazionale. La crisi del tennis americano è simboleggiata dalla presenza del solo Frances Tiafoe nella seconda settimana. Ma l'onore del continente è salvato dal Canada. Il Paese della Foglia d'Acero ha piazzato tre tennisti negli ottavi, più di qualsiasi altro. Già storica per varie ragioni, questa edizione lo è doppiamente per i canadesi, che soltanto dodici mesi fa festeggiavano il successo di Bianca Andreescu tra le donne. Le punte di diamante di questo successo sono Felix Auger Aliassime e Denis Shapovalov, ventenni terribili. Insieme a loro, l'esperto Vasek Pospisil. Dopo aver vinto il derby contro Milos Raonic, ha infilato una gran sorpresa contro Roberto Bautista Agut. Felix & Denis sono i più giovani tra i top-50 ed erano andati avanti a braccetto un anno e mezzo fa, sempre in America, semifinalisti al Miami Open. Stavolta hanno alzato l'asticella.

Auger Aliassime non era mai stato negli ottavi di uno Slam. È un caso che ce l'abbia fatta dopo una lunga pausa? Forse no. Ha sfruttato questi mesi per ragionare. “Considerando le qualità fisiche, la mia mente deve essere all'altezza. Devo essere capace di impormi. Fuori dal campo penso di essere una bella persona, ma in campo devo impormi. Devo mostrare fiducia. Deve prevalere il killer istinct”. Tale presa di coscienza è stata accompagnata da un'accurata analisi degli insuccessi passati. Nel 2019, ha toppato il terzo turno a Wimbledon perdendo contro Ugo Humbert. “Avevo proiettato troppi pensieri su quella partita e ho perso. Stavolta ho continuato a fare le cose per bene, mantenendo concentrazione e disciplina. Mi alleno e ho la sensazione di essere nel posto giusto. Ho il livello per essere constantemente nella seconda settimana di uno Slam, adesso voglio vedere fino a dove posso arrivare”.

"Non so in quali proporzioni, ma sono sicuro che questi risultati avranno un impatto: il successo genera successo. Speriamo di trovare presto altre superstar" 
Vasek Pospisil
L'exploit di Pospisil contro Roberto Bautista Agut

Un anno più grande di lui, Denis Shapovalov ha già vinto partite importanti. Nel 2017 (ancora diciottenne), si fece notare al Masters 1000 di Montreal battendo Juan Martin Del Potro e Rafael Nadal, poi si sarebbe confermato allo Us Open, cogliendo gli ottavi. Per ora è il suo miglior risultato in uno Slam. Nella notte italiana ha sfidato David Goffin per fare un passo in più, onorando la scelta di Nike: tra tanti testimonial, hanno scelto proprio lui per indossare la replica del completo utilizzato da Andre Agassi nel 1990. “Credo che il pubblico avrebbe fatto il tifo per il mio avversario – aveva detto dopo la rimonta su Taylor Fritz – quindi credo che l'assenza di spettatori sia stata un vantaggio, anche se a New York avverto sempre molto affetto”. Questo Us Open rappresenta comunque una svolta positiva, giusto premio per un periodo in cui ha studiato molto. “Non ho partecipato a nessuna esibizione, mi sono solo allenato molto. Presentarmi al top per uno Slam è stata una bella sfida mentale”. Lui e Auger Aliassime sono considerati gemelli. “Siamo sempre stati amici e rivali, sin dai tornei giovanili. Abbiamo sempre giocato uno contro l'altro, ci siamo motivati a vicenda e sono sicuro che continueremo”.

La vera sorpresa di questa settimana si chiama Vasek Pospisil, numero 94 ATP e co-presidente dela nuova PTPA insieme a Novak Djokovic. Per nulla distrato dalle faccende sindacali, ha bloccato il connazionale Raonic (finalista al Western & Southern Open), poi ha infilato una vera impresa contro Roberto Bautista Agut. Specialista dei campi veloci, si era spinto fino ai quarti a Wimbledon 2015. Dotato di una certa personalità, ha riconosciuto il lavoro a lungo termine messo in atto da Tennis Canada. “La prima ondata di giocatori comprendeva Bouchard, Raonic e il sottoscritto. Adesso ci sono Felix e Denis, senza dimenticare Bianca Andreescu. Direi che siamo in un'età dell'oro”. Il grande cambiamento è stato l'arrivo di Louis Borfiga a capo del settore tecnico, nel lontano 2006. Fu lui a individuare i talenti di Raonic e Bouchard, portandoli al Centro Tecnico di Montreal. Anni dopo, il Canada sta ottenendo risultati storici e tutto fa pensare che non si fermerà. “Non so in quali proporzioni, ma sono sicuro che questi risultati avranno un impatto – dice Pospisil – il successo genera successo. Speriamo di trovare presto altre superstar” ha chiuso Pospisil, che lunedì se la vedrà con Alex De Minaur. E non parte battuto.
Vasek Pospisil si divide tra campo, impegni sindacali e la conduzione di "Tennis United" insieme a Bethanie Mattek Sands
Pospisil-Shapovalov portano il Canada in finale di Coppa Davis

Ma come è stato possibile un tale fenomeno in un Paese senza particolare tradizione, che fino a qualche anno fa aveva i miti sportivi nella dinastia dei Villeneuve, nel cestista Steve Nash e nell'hockeista Wayne Gretzky? Tutto nasce dalla lungimiranza di Louis Borfiga. Oltre al centro di Montreal (inaugurato nel settembre 2007) ha voluto creare tre centri periferici a Toronto, Vancouver e Calgary, in modo da coprire tutto il territorio e ridurre il rischio di perdere i migliori talenti. Facendosi affiancare da validi tecnici francesi, ha preteso che fossero costruiti parecchi campi in terra battuta.

A suo dire, il rosso sviluppa pazienza, tattica e fisico. La capacità di giocare su tutte le superficie ha aiutato i giovani canadesi a essere competitivi ovunque, e ha regalato una decade d'oro. Ma non è finita qui: oltre ai giocatori appena citati, il laboratorio di Montreal continua a sfornare talenti. L'ultimo nome è Leylah Annie Fernandez: lo scorso anno ha vinto il Roland Garros junior e quest'anno si è fatta notare con i primi risultati nel circuito. Come a dire che in Canada non si siedono sugli allori. E la Foglia d'Acero brilla, splendente, sul tennis mondiale. I vicini statunitensi dovrebbero prendere esempio. E non solo loro.

Louis Borfiga e il suo staff hanno dato una svolta al tennis canadese