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IL CASO

Camila Giorgi, il mistero si tinge di giallo

Improvvisa irreperibilità di Camila Giorgi e della sua famiglia. Più che la questione vaccini, circola voce di un contenzioso con l'Agenzia delle Entrate. Fosse vero, si spiegherebbe la necessità di risultare irreperibile anche per gli addetti antidoping. E dunque ritirarsi.

Riccardo Bisti
10 maggio 2024

Sembra tingersi di giallo la vicenda del ritiro di Camila Giorgi. Pur essendo un corpo estraneo rispetto alle colleghe, un ritiro senza annunci né comunicazioni (con il solo nome che compare nella lista ITIA degli atleti ritirati) sembra troppo anche per lei. A maggior ragione in virtù dell'irreperibilità dopo la divulgazione della notizia. L'ha cercata la WTA, l'hanno cercata i giornalisti, l'ha cercata un po' chiunque. Camila non si trova ed è lo stesso per la sua famiglia: papà Sergio, mamma Claudia e i fratelli Leandro e Amadeus. Nelle ultime ore – scenario menzionato anche dalla Gazzetta dello Sport, in un articolo di Federica Cocchi – emerge la tesi che il ritiro sarebbe un modo per garantirsi l'irreperibilità. Un'irreperibilità che non avrebbe alcuna ragione tennistica, ma sarebbe funzionale ad altri scopi. È un dato di fatto che la Giorgi è stata rinviata a giudizio per l'indagine vicentina sulla questione dei finti vaccini, in cui è coinvolta anche la cantante Madame. Nelle rare dichiarazioni pubbliche sul tema, oltre un anno fa, Camila si disse tranquilla e di essersi regolarmente vaccinata.

Come detto, il sostituto procuratore Gianni Pipeschi non la pensa così e ne ha richiesto il rinvio a giudizio. La notizia – confermata da ADNKronos – è che è stata fissata l'udienza con il GIP. L'appuntamento è per martedì 16 luglio. Pur fastidiosa, tuttavia, questa incombenza non giustificherebbe quanto sta accadendo in queste ore (anche perché è difficile immaginare chissà quale pena). E allora trapela uno scenario che invece spiegherebbe il perché del silenzio e dei telefoni spenti: ci sarebbero problemi di natura fiscale. Residente in Italia ormai da diversi anni (a Calenzano, nei pressi di Firenze), non avrebbe adempiuto a determinati obblighi e la questione si sarebbe fatta insostenibile. Di certo non si trova a Calenzano, laddove la villetta (che tre anni fa fu lo scenario di un furto: i ladri si intrufolarono in casa mentre i Giorgi dormivano e portarono via oggetti per 80.000 euro di valore) è disabitata e – scrive La Nazione – "pare proprio che all'interno della casa siano in corso interventi di ripristino". E allora c'è chi sostiene la tesi di un allontanamento per ragioni legate a un contenzioso con l'Agenzia delle Entrate.

I fatti di dieci anni fa

Dieci anni fa, prima Sports Illustrated e poi Tennis Magazine raccontarono la vicenda dei debiti lasciati dai Giorgi presso alcune strutture americane. Le varie testimonianze (Sandy Mittleman, Dominic Owen, Pablo Arraya) sembravano identificare un modus operandi più o meno comune. Noi venimmo in possesso della sentenza di un tribunale che condannava Camila Giorgi al pagamento di una somma tutto sommato contenuta. La vicenda, oltre a far arrabbiare moltissimo Sergio Giorgi, ebbe scarsissima risonanza sui media italiani. 

Detto che si tratta di voci incontrollate e per nulla confermate, non è uno scenario inverosimile. A maggior ragione ripensando ai fatti di qualche anno fa, quando l'Italia fu l'approdo dei Giorgi dopo il tempo passato negli Stati Uniti, laddove aveva lasciato debiti di vario genere. In effetti, le modalità del ritiro lasciano perplessi. Più che il desiderio di lasciare il tennis (che peraltro è una straordinaria fonte di reddito, soprattutto per una giocatrice così forte) sembrerebbe esserci la necessità di non farsi trovare. E qui – accidentalmente – entrano in scena i regolamenti antidoping. Da anni, il tennis si è adeguato al protocollo WADA e i tennisti d'elite devono garantire la reperibilità per almeno un'ora al giorno, 365 giorni all'anno. Chi salta tre controlli in meno di dodici mesi viene sanzionato come se fosse risultato positivo (gli ultimi casi riguardano Mikael Ymer e Jenson Brooksby).

Si può supporre che l'onere della reperibilità non fosse più sostenibile per la Giorgi, al punto da costringerla a scegliere l'unica strada percorribile per evitarla: il ritiro. Una sorta di valutazione tra costi e benefici: pur di non essere più reperibile, avrebbe scelto di mettere in standby la sua carriera. Infilarsi nella lista degli atleti ritirati non è uno scherzo, una giostra da cui si può salire e scendere a piacimento. Il giocatore che comunica (in forma scritta) il ritiro non è più soggetto ai controlli dal momento in cui l'ITIA riceve la notizia. Nel caso di Camila, martedì 7 maggio 2024. Tuttavia, non può tornare a gareggiare quando vuole. L'articolo 1.4.3 del Tennis Anti-Doping Program (TADP), oltre 130 pagine di norme e cavilli, prevede che un giocatore possa tornare a competere dopo un avviso scritto, in cui comunica con almeno sei mesi d'anticipo l'intenzione di riprendere l'attività (e rendersi disponibile ai controlli antidoping).

Camila Giorgi con i fratelli Leandro e Amadeus. Entrambi sembrano aver cancellato i rispettivi profili Instagram

Viene da pensare, dunque, che la Giorgi abbia sacrificato almeno sei mesi della sua carriera per risolvere alcuni problemi, qualunque essi siano. In realtà ci sarebbe una scappatoia: l'articolo successivo (1.4.4) fornisce alla WADA (dopo essersi consultata con ITIA e l'Agenzia Antidoping del Paese del giocatore) la possibilità di esentare dall'obbligo di preavviso, laddove “la rigorosa applicazione del requisito sarebbe ingiusta nei confronti del giocatore”. Tale decisione, tra l'altro, è appellabile. Se la Giorgi volesse riprendere a giocare, dunque, potrebbe chiedere di farlo subito (o con un preavviso inferiore) sperando nell'accoglimento dell'istanza. Il tema è delicato: uscendo dal caso specifico, con tale esenzione un giocatore potrebbe doparsi a volontà fino a pochi giorni prima della ripresa e trarne i vantaggi del caso dopo essere tornato “pulito”. Non siamo a conoscenza di esenzioni di questo tipo. L'ultimo caso riguarda Lucie Safarova, che il 6 giugno sarà di nuovo eleggibile. Lo scorso anno giocò un torneo ITF senza conoscere le regole e fu subito fermata.

Qualche mese dopo, stuzzicata dall'idea di tornare a fare coppia con Bethenie Mattek-Sands, ha avvisato l'ITIA e ha chiesto uno sconto (tornare a giocare con un avviso di tre mesi). Gliel'hanno negato. Nell'ipotetico caso di un rientro della Giorgi, la WADA sarebbe in difficoltà: fossero confermate le indiscrezioni di queste ore, il suo ritiro non avrebbe a che fare con i controlli antidoping, dunque l'esenzione potrebbe anche esserle concessa. Ma si creerebbe un precedente pericoloso: ogni atleta potrebbe annunciare il ritiro per qualsiasi ragione e poi tornare senza “scontare” il preavviso. Una faccenda davvero ingarbugliata. Per adesso, l'unica certezza è che nessuno sa dove si trovino Camila, Sergio, Leandro e Amadeus Giorgi, oltre a mamma Claudia. L'ultima traccia social della giocatrice è una story pubblicata martedì, poche ore prima che emergesse la notizia del ritiro. Un selfie allo specchio, che la ritrae con top e gonnellino bianco, contenuto in linea con la gestione del suo account. Prima o poi ne sapremo di più: fortunatamente non ci sono di mezzo le autorità cinesi, come nel – diversissimo – caso di Shuai Peng.