La storia

Porte 13

Porte 13? Cos’è questa Porte 13? Beh, ce l’ha spiegato Gianni Ocleppo: «Un tempo era l’ufficio che celava i segreti dei giocatori perché qualsiasi cosa veniva spedita e conservata lì. E di qualunque cosa avesse bisogno un giocatore, anche roba che non si può raccontare, bastava bussare a quella porta...»

di Staff Tennis Magazine
8 giugno 2020

Perché le nostre storie più interessanti le abbiamo raggruppate in una sezione chiamata Porte 13? Cos’è questa Porte 13? Beh, ce l’ha spiegato Gianni Ocleppo in una delle trasferte a Roland Garros per Eurosport: «Un tempo era l’ufficio che celava i segreti dei giocatori perché qualsiasi cosa veniva spedita e conservata lì. E di qualunque cosa avesse bisogno un giocatore, anche roba che non si può raccontare, bastava bussare a quella porta e si trovava quel che si cercava». Ecco, questa sezione è la nostra Porte 13, una porta che spalanca la vista verso i panorami più belli, affascinanti, talvolta drammatici del nostro sport.

La Porte 13 non esiste più, sacrificata nei lavori di ristrutturazione dell’impianto di Roland Garros. Hanno lasciato solo la scritta, a imperituro ricordo. In ogni caso, è stata spiegata anche da Eric Michel, in un breve articolo del 24 marzo 2014 sul quotidiano di Parigi, Le Parisien, che vi riproponiamo.

La conosciamo con il suo nome in codice: «Porte 13». Non potete mancarla, è quella che vi accoglie appena entrati a Roland Garros, in un angolo del campo Philippe-Chatrier. La Porte 13 è il centro nevralgico dell’intero sistema: «Se c’è un problema nello stadio, è qui che si trova la soluzione. È il nostro lavoro», spiega Jimmy Khougassian, il direttore aggiunto dell’evento. Trovare la soluzione, è il lavoro che si svolge in questo ufficio durante l’anno e durante il torneo. La Porte 13 è però anche la sala degli oggetti smarriti: «La domanda più assurda che abbiamo ricevuto è stata proprio durante il torneo: un signore in mutande è entrato chiedendoci se avevamo ritrovato i suoi pantaloni. Ignoravamo i motivi per i quali li avesse persi e, francamente, non abbiamo osato domandarglielo. Ma glieli abbiamo recuperati».

«Se c’è un problema nello stadio, è qui che si trova la soluzione. La domanda più assurda è stata di un signore che è entrato in mutande chiedendoci se avevamo ritrovato i suoi pantaloni. Ignoravamo i motivi per i quali li avesse persi e, francamente, non abbiamo osato domandarglielo. Ma glieli abbiamo recuperati» Jimmy Khougassian

Generalmente, gli impegni della Port 13 sono più semplici. Nell’ufficio trova spazio tutta la security dell’impianto, con una quarantina di telecamere di sicurezza collegate. E per aprire una delle 1.500 porte dello stadio, è qui che si viene a cercare le chiavi. Infine, la Porte 13 è anche l’ufficio postale del torneo e del tennis francese in generale, dove i giocatori vengono a cercare i loro pacchi. Per esempio, se uno sponsor invia una sacca di racchette, la trovano alla Porte 13. E infatti, durante tutto l’anno, si vedono giocatori come Gasquet, Tsonga o Simon bussare alla porta per ritirare le consegne. «Al principio era strano – dice Khougassian – ma poi ci si abitua e diventa piacevole vedere questi grandi campioni venirci a trovare».