Quella mancata stretta di mano che ha salvato Boris Becker

CURIOSITÀ
30 dicembre 2020
Riccardo Bisti

Durante la leggendaria cavalcata a Wimbledon 1985, il tedesco aveva deciso di ritirarsi contro Tim Mayotte: troppo forte il dolore alla caviglia. L'americano non si accorse delle sue intenzioni, così Becker andò avanti e finì col vincere il torneo. E cambiare la storia del tennis.

Una delle date più importanti del tennis contemporaneo rimane domenica 7 luglio 1985, giorno del primo successo di Boris Becker a Wimbledon, ad appena 17 anni di età. Sempre a caccia di nuove iniziative (forse perché bisognoso di soldi a causa dei tanti debiti), il tedesco ha appena lanciato un podcast intitolato: “Boris Becker – Der Fünfte Satz”, disponibile su Amazon Music, in cui ha ricordato alcuni aneddoti riguardanti quello storico successo. Becker ha raccontato di quanto sia stato difficile convincere i genitori a dargli la possibilità di concentrarsi sul tennis, mettendo in secondo piano la scuola. Alla fine, li convinse a concedergli due anni di tempo per tentare l'avventura.

Il talento emerse già a Wimbledon 1984, quando giunse al terzo turno ma si fece male a una caviglia, restando fermo quasi cinque mesi. Anche in quel periodo rinunciò alla tentazione di smettere e tornare sui libri, salvo poi venire premiato l'anno dopo. Ma l'aneddoto più incredibile – anche se non del tutto inedito – riguarda il match di ottavi contro Tim Mayotte. Già reduce da un 9-7 al quinto contro Joakim Nystrom (che aveva servito due volte per il match), lunedì 1 luglio 1985, sull'orlo della sconfitta, aveva ormai deciso di ritirarsi. Motivo: un altro infortunio alla caviglia, stavolta la sinistra. “Avevo un dolore incredibile e ho pensato che non avrei potuto continuare a giocare”.

Becker-Mayotte a Wimbledon 1985: dal minuto 2.43.30 ci sono gli attimi descritti da Becker. Attimi che avrebbero potuto cambiare la storia

A un paio di game dalla sconfitta, un dolorante Becker gironzola nei pressi della rete e sta per dare la mano allo statunitense. Lo avesse fatto, sarebbe stato l'addio al torneo. Il destino volle che Mayotte, dandogli casualmente le spalle in quel momento, non si accorse delle intenzioni del tedesco. “Non ci ha proprio fatto caso. Se fosse stato più vicino alla rete, avrei allungato il braccio e avrebbe vinto per ritiro”. Invece Becker andò avanti, spinto da Ion Tiriac e Gunther Bosch, i quali gli consigliarono di prendersi un po' di tempo e chiamare il fisioterapista.

L'intero match è stato caricato su Youtube e, in effetti, il racconto di Becker trova conferma nelle immagini. Sul 6-5 per lui al quarto, dopo essersi storto la caviglia, fa l'inequivocabile gesto che il match è finito. La telecamera inquadra solo lui, ma pare evidente che Mayotte non se ne sia accorto. Il resto è storia, archiviata col punteggio di 6-3 4-6 6-7 7-6 6-2. Nel giorno della finale, l'intera Germania si mise davanti alla TV per il match contro Kevin Curren: persino il presidente della Germania Federale Richard von Weizsacker sarebbe andato a Wimbledon. Era nato il mito di Bum Bum.

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