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LA STORIA

Korashvili, un trapianto di midollo osseo per sperare

Ad appena 24 anni, Oleksandra Korashvili è vittima di una rara malattia del sangue. L'unico sistema certo per la guarigione è un costoso trapianto del midollo osseo. Ex n.414 WTA, fa parte del team della Oklahoma University e ha lanciato un'ambiziosa campagna di crowdfunding. “Vorrei riprendere il sogno di giocare a tennis”.

Riccardo Bisti
2 gennaio 2021

Oleksandra Korashvili era una giovane promessa. Una delle tante ragazze dell'est in cerca di riscatto sociale. È stata numero 24 tra le junior, raccogliendo anche vittorie di prestigio. Come per tante, la transizione verso il professionismo non è stata facile. Ha vinto tre piccoli tornei, ma non è mai entrata tra le top-400. Si è resa conto che era dura avvicinare il professionismo vero, quello che ingrossa portafogli e conti correnti. Allora ha parzialmente cambiato strada, trasformandosi in studentessa-atleta per l'Università dell'Oklahoma. Tra i libri, sono arrivati quei successi che il tennis le aveva concesso a intermittenza. Lo scorso maggio ha completato gli studi universitari ed era stata ammessa in una scuola di specializzazione. Nel periodo estivo – apparente tregua da COVID – è tornata in Ucraina.

Ha continuato ad allenarsi, anche perché non ha abbandonato il sogno di provarci col tennis, visto che possiede ancora una classifica WTA e partecipa a tornei internazionali. “All'improvviso, ho iniziato a sentirmi stanca molto in fretta. I battiti erano troppo veloci, mentre i tempi di recupero sono cresciuti a dismisura – racconta l'ucraina – all'inizio pensavo di aver perso la mia condizione fisica, perché durante la quarantena eravamo rimasti bloccati in casa. Ma dopo aver terminato uno degli allenamenti, il mio battito non scendeva sotto i 120. Ho pensato che fosse per le condizioni climatiche di quel giorno, caldo e umido”. Non accettava – anzi, non contemplava – che potesse esserci altro. L'8 agosto, giorno del compleanno di Roger Federer, si è ammalata. Mal di testa, mancanza di respiro, fatica, perdita di appetito (e dunque di peso) e febbre a 39. Di questi tempi, viene in mente il COVID. Per una giovane atleta, sarebbe stato un problema relativo. In effetti ci ha pensato: si è isolata, si è curata, ma non ha funzionato.

ASICS ROMA
“Pensi che nessuno si preoccupi per te: alla fine agli altri cosa importa? Al massimo puoi contare solo sulla tua famiglia. Ma quando le persone iniziano ad aiutarti... è la cosa più bella dell'umanità”
Oleksandra Korashvili
La storia della Korashvili raccontata direttamente dalla sua università

Per tre settimane è riuscita a stento ad alzarsi dal letto, oltre a patire un improvviso abbassamento alla vista. In particolare, l'occhio sinistro era quasi del tutto sfocato e non riusciva a vedere nulla. “Quella è stata una delle cose più spaventose”. A farle ancora più male, la rapidità del decadimento fisico: a luglio si allenava diverse ore al giorno, a settembre era costretta a fermarsi dopo 10 metri di camminata. Gli esami del sangue hanno evidenziato che qualcosa non andava. In Ucraina, tuttavia, non hanno la tecnologia necessaria per individuare le ragioni, così si è dovuta spostare in Turchia. La sentenza è stata atroce: sindrome mielodisplastica con mielofibrosi. Quest'ultima provoca cellule anormali nel midollo osseo, laddove si formano le cellule del sangue: essendo danneggiato, molte delle cellule sanguigne sono difettose. Da lì, nasce la sindrome mielodisplastica. Se non viene curata può diventare leucemia, ma il tasso di mortalità è comunque importante. Nei casi migliori, causa una forte debilitazione.

Il medico mi ha detto che per curare questo tipo di malattie è necessario un trapianto di midollo osseo”. A oggi, la Korashvili può sottoporsi a questo tipo di trattamento senza dover ricorrere a chemioterapia. Per avviare il processo, tuttavia, c'è bisogno di una grande somma di denaro: 127.000 dollari. Per questo, ha avviato una campagna di crowdfunding in cui ha specificato che le piacerebbe continuare a giocare a tennis e – un giorno – mettere su famiglia. L'appello risale a circa tre mesi fa e ha avuto una discreta risonanza, anche perché Noah Rubin le ha concesso uno spazio sul suo sito – ormai famosissimo – Behind the Racquet. Gli ultimi aggiornamenti risalgono a novembre: due potenziali donatori turchi hanno preso contatto con la Korashvili, che in questo momento si trova proprio a Istanbul. Sembra che la raccolta di denaro sia andata a buon fine, anche se su Go Fund Me risulta ancora aperta, con meno di 50.000 dollari raccolti.

Sasha Korashvili con la divisa delle "Sooners", il team femminile della Oklahoma University
Il filmato autoprodotto con cui "Sasha" Korashvili si proponeva al mondo universitario americano

In un post di inizio novembre, la Korashvili ha spiegato a cosa servirebbe il denaro richiesto: 15 giorni di preparazione, 1 mese di isolamento in una bolla speciale, 2 mesi di esami e alloggi vicino alla clinica, oltre a una riabilitazione di circa un anno. Senza contare le spese relative a tutto quello che comporta il trapianto, compreso il pagamento per il donatore, l'intervento stesso e i successivi cicli di chemioterapia. La corsa di solidarietà è andata molto bene e ha tenuto acceso il suo sorriso. Il suo telefono si riempito di messaggi di solidarietà, che in quasi 400 casi si sono trasformati in aiuti concreti: tra i donatori, il nome più noto è quello di Varvara Lepchenko, ex top-20 WTA. “I miei piani sono improvvisamente cambiati per i prossimi due anni – ha detto – d'altra parte, quando succede qualcosa del genere le priorità cambiano molto rapidamente.

Quando ho ricevuto la diagnosi mi sono messa a piangere, ma è stato anche un sollievo perché non stavo bene da mesi e non sapevo perché. Le decine di messaggi che ho ricevuto mi hanno fornito un grande impulso. Sono pronta per la battaglia”. Il suo spirito combattivo è stato riconosciuto da Audra Cohen, capitana e allenatrice presso la Oklahoma University. Le due si sono conosciute qualche anno fa, quando l'ucraina stava cercando un ingaggio negli States. “Sapevo che aveva talento, ma conoscendola mi ha colpito la sua professionalità”. Per questo si è attivata in prima persona e ha trovato riscontri veri, reali, concreti. La pagina su Go Fund Me è stata preparata direttamente dall'università. “A volte pensi che nessuno si preoccupi per te – dice la Korashvili – alla fine agli altri cosa importa? Al massimo puoi contare solo sulla tua famiglia. Ma quando le persone iniziano ad aiutarti... è la cosa più bella dell'umanità”. La strada per il lieto fine sembra tracciata. Incrociamo le dita.