La carne infetta di Tara Moore: positiva all'antidoping

ATTUALITÀ

9 giugno 2022

Riccardo Bisti

Un test effettuato durante il torneo di Bogotà ha individuato tracce di nandrolone e boldenone nell'organismo di Tara Moore, ottima doppista britannica. La stessa sostanza stava per costare cara a Robert Farah, che però riuscì a dimostrare il consumo di carne contaminata. Ci riuscirà anche la britannica?

“Non ho mai assunto consapevolmente sostanze proibite in tutte la mia carriera. Sto indagando per capire come sia stato possibile risultare positiva, e non vedo l'ora di provare che sono un'atleta pulita. Sono profondamente rattristata dalla sospensione provvisoria e spero di tornare in campo il prima possibile”. Testo bianco su sfondo nero, è quanto pubblicato  su Twitter da Tara Moore, ottima giocatrice britannica (n.83 WTA in doppio), risultata positiva a un controllo antidoping. La notizia è stata diffusa dall'ITIA (International Tennis Integrity Agency, che dal 1 gennaio gestisce anche i casi di doping e non solo quelli relativi ai match combinati). La prassi è sempre la stessa: il controllo è stato effettuato lo scorso aprile durante il torneo WTA di Bogotà, e il campione è stato diviso in due parti; provetta A e provetta B.

Nelle urine della tennista sono state trovate tracce di nandrolone e boldenone, sostanze vietate dal codice mondiale antidoping. La Moore è stata avvisata della positività lo scorso 27 maggio, prima di giocare il suo match di secondo turno al Roland Garros: si spiega così il forfait prima di scendere in campo. L'ITIA comunica che la giocatrice può richiedere le controanalisi, con la verifica della provetta B. Fino ad allora, tuttavia, le sarà impedito di giocatore. È un duro colpo per una giocatrice dalla certa personalità, che peraltro sarà costretta a saltare la stagione sull'erba, la più importante per una britannica (anche se la Moore è nata a Hong Kong). C'è un precedente che sorride alla Moore: un paio d'anni fa, il forte doppista colombiano Robert Farah sfuggì alla squalifica dopo essere risultato positivo proprio al boldenone.

Il post Twitter con cui Tara Moore si proclama innocente

ASICS ROMA

In sede di processo, riuscì a dimostrare di aver mangiato carne bovina infetta. Il fatto che il test si sia svolto in Colombia fa pensare che anche la Moore abbia avuto una sfortuna simile. Per una positività del genere, l'atleta rischia fino a 4 anni di squalifica. Tuttavia, non capita quasi mai che venga comminata la pena massima. Il caso di Farah risale a un test effettuato a Cali il 17 ottobre 2019: il doppista sostenne che il giorno prima del controllo aveva mangiato carne di mucca, nella cui dieta gli agricoltori colombiani includevano steroidi. La sua tesi fu rafforzata dalla quantitativo relativamente basso di boldenone nelle analisi. Il giocatore poi riuscì a trovare le prove che il giorno prima era stato acquistato del filetto di manzo in un supermercato locale.

Il gestore del negozio contattò il fornitore, un impianto di lavorazione della carne nel nord della Colombia. In effetti, risultò che in quella regione - nonostante un formale divieto - sono ancora utilizzati gli steroidi negli allevamenti di bestiame. In precedenza, la WADA aveva fatto presente agli atleti di mettere estrema attenzione alla carne colombiana, ma Farah se la cavò. Per la Moore sarà più difficile, sia perché non è colombiana, sia perché ci sono anche precedenti non troppo favorevoli. Per intenderci, il famoso ciclista su pista Fabian Puerta ha preso una squalifica di 4 anni, punizione simile riservata al tennista messicano Cesar Ramirez nel 2018. Il boldenone viene utilizzato nello sport da circa 30 anni, principalmente nel body building e nelle arti marziali, perché avrebbe una certa efficacia nel rafforzare legamenti e articolazioni. Alla luce di questi fatti, per la Moore sarà decisamente complicato evitare un periodo di squalifica.