Camila Giorgi: “Non tollero diffamazioni. Mio padre merita rispetto”

CIRCUITO WTA

16 maggio 2021

Riccardo Bisti

Camila Giorgi esprime il suo disappunto per il recente “Caffè” di Massimo Gramellini, a suo dire diffamatorio nei confronti di papà Sergio. Il fastidio, derivante dall'episodio di Roma, è comprensibile. Ma il pezzo di Gramellini non è parso così terribile.

Più che l'oggetto del contendere, le frasi di Camila Giorgi a Parma rappresentano una notizia perché – per la prima volta in tanti anni di carriera – la Giorgi ha preso una posizione forte, esprimendo emozioni di un certo tipo. I fatti: qualche giorno fa, durante il match contro Sara Sorribes Tormo, la giudice di sedia Lara Morgane ha chiamato la sicurezza perché intimorita dalle reazioni verbali di papà Sergio. Noi l'abbiamo definito eccesso di prudenza: Da un lato non deve essere piacevole sentirsi parlare alle spalle dal padre di una giocatrice (peraltro in uno stadio vuoto, in cui le parole rimbombano di più), dall'altro non c'era alcun oggettivo pericolo per la Morgane. Sergio Giorgi è noto per il suo carattere fumantino, ma non è mai stato protagonista di episodi di violenza fisica. Il fatto di Roma ha avuto una certa risonanza, al punto da incuriosire Massimo Gramellini nel suo “Caffè” sul Corriere della Sera, erede del “Buongiorno” che scriveva su La Stampa.

Gramellini ha effettuato alcune considerazioni sul rapporto genitori-figli, sostenendo la tesi che Sergio Giorgi abbia più compresso che compreso il talento della figlia. “I giornalisti hanno iniziato a diffamare me e mio padre – ha detto la Giorgi – hanno detto che era arrabbiato, ma non era così e le parole usate nei suoi confronti sono state esagerate. Lui ha creato una giocatrice da zero e l'ha portata nelle prime trenta. Solo per questo meriterebbe rispetto. Non tollero la diffamazione fatta da un giornalista in particolare che non sa niente della mia vita privata”. Nel suo articolo, Gramellini mostra di sapere che Sergio Giorgi ha combattuto la guerra delle Falkland-Malvinas, ma non è dato sapere se conosca la tragica scomparsa della sorella Antonela o il lungo girovagare dei Giorgi prima che trovassero base definitiva in Italia. Alcune considerazioni possono essere ritenute eccessive o addirittura errate, ma leggendo il suo articolo non sembrano emergere gli estremi per la diffamazione.

L'esultanza di Sergio Giorgi quando la figlia ha battuto Maria Sharapova a Indian Wells

Si potrebbe forse sindacare sulla frase “Il giocatore fallito che proietta le sue frustrazioni su un figlio più dotato è un classico del tennis”, tuttavia Gramellini l'ha inserita in un contesto generale, e poi Sergio Giorgi non è un ex tennista: difficile dimostrare che alludesse a lui. Per il resto, ci sono considerazioni che possono essere più o meno condivisibili. È certamente vero che Sergio Giorgi ha portato la figlia tra le top-30 WTA, e cosa sarebbe successo senza di lui è puro esercizio di fantasia: non avremo mai la controprova. “Tutti se la sono presa con lui e mi sembra una cosa del tutto intollerabile – ha continuato Camila – è facile scrivere cose sul giornale senza parlare direttamente con la persona, è una cosa molto ingiusta e mio padre non se lo merita”.

Sette anni fa, chi scrive ebbe qualche problema con Sergio Giorgi a seguito di un'inchiesta sui debiti lasciati negli Stati Uniti nei primi anni di carriera della figlia. Due anni dopo, la questione si è chiarita a seguito di una lunga e vivace conversazione a Parigi. In virtù di quel ricordo, è più facile comprendere la reazione di Camila. Ogni famiglia possiede dinamiche interne che un esterno non può conoscere (ed è giusto che non conosca), ma talvolta sarebbe opportuno distinguere il diritto di critica e la diffamazione. All'epoca – ovviamente – non c'era nulla di diffamatorio, visto che l'inchiesta era supportata da testimonianze e documenti di tribunale. Facciamo fatica a individuarlo anche stavolta, pur comprendendo il fastidio per certe parole, peraltro nate da un non-episodio (il gesto di Lara Morgane) un po' troppo gonfiato dai media. Al giorno d'oggi va così. Pace.

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