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AUSTRALIAN OPEN

La grande rivincita di Aryna Sabalenka

Le prese in giro di qualche anno fa si sono trasformate in ovazioni: Aryna Sabalenka vince il suo primo Slam al termine di una bella finale, vinta grazie a 51 vincenti. Una sonora rivincita verso i suoi primi maestri, che non credevano nelle sue capacità. “Festeggerò con pizza e tanti dolci”.

Riccardo Bisti
28 gennaio 2023

Alla fine ha avuto ragione lei. Cinque anni fa, il pubblico della Rod Laver Arena se l'era presa con Aryna Sabalenka per il suo eccessivo grunting. Sfidava la padrona di casa Ashleigh Barty e la gente, indispettita per le sue urla, la scimmiottava a mò di scherno. Todd Woodbridge scrisse su Twitter che bisognava fare qualcosa per limitare il suo rumore “Ci rimasi molto male, tra me e me pensavo che sarei tornata l'anno dopo e mi avrebbero sostenuto al 100%” avrebbe poi detto la bielorussa. Magari non fanno tutti il tifo per lei, ma di certo si è presa l'ovazione della gente dopo aver vinto il suo primo Slam al termine di una bella finale. E proprio Woodbridge si è trovato a fare il cerimoniere durante la premiazione. La bielorussa (ma senza bandiera...) ha superato Elena Rybakina col punteggio di 4-6 6-3 6-4 e ha meritato di vincere, vuoi per quello che aveva fatto in avvio di stagione (non aveva ancora perso un set tra Adelaide e Melbourne), vuoi per quanto mostrato sul campo. Qualche incertezza al servizio le ha fatto scivolare di mano il primo set, ma poi è sempre stata in ragionevole controllo, sia nel secondo che nel terzo set.

È stata la Rybakina a boccheggiare nei suoi turni di servizio, mentre a partire da metà del secondo set Aryna ha messo a punto un colpo che le dà molto, ma ogni tanto le scappa di mano. L'anno scorso aveva commesso 56 doppi falli in quattro partite, stavolta il servizio è diventato un'arma. Ha limitato il numero dei doppi errori (7 in tutto) e ha trovato ben 17 ace. Nel complesso, ha tirato 51 colpi vincenti a frone di 28 errori. Ottimi numeri. Come era prevedibile, ha tremato un po' solo nell'ultimo game , durato quattordici punti prima che l'ultimo dritto della Rybakina volasse via, al quarto matchpoint. In quel momento ha potuto lasciar scorrere le emozioni, restando sdraiata per interminabili secondi prima di ricevere l'abbraccio dell'avversaria e poi andare dal suo team, ancora piena di commozione. Forse avrà pensato agli inizi: figlia di un meccanico, non ha mai avuto troppo credito nel Paese natale.

PLAY IT BOX
«Mi domandavo perché mi chiedessero autografi: in fondo non ero nessuno, non avevo vinto uno Slam. Adesso mi rispetto di più, ho capito che sono qui grazie al lavoro. E che sono una buona giocatrice» 
Aryna Sabalenka

Le fasi salienti della finale femminile dell'Australian Open

“In pochi credevano in me – ha detto in tempi non sospetti – pensavano che fossi stupida, che non avessi chance di giocare a questi livelli. Adesso però sono tutti gentili con me, ma con loro non parlo perché ricordo quello che dicevano. Li voglio comunque ringraziare perché mi hanno motivato a lavorare sempre più duramente”. Per sua fortuna c'era qualcuno che aveva scommesso su di lei: l'oligarca Alexander Shakutin le ha fatto da sponsor privato, permettendole di intraprendere l'attività professionistica dopo che aveva giocato poco a livello junior. Poi ci ha messo del suo, entrando nell'elite delle migliori nel 2018, anno in cui ha battuto diverse top-10 e scalato decine di posizioni. Faticava negli Slam, ma piano piano si avvicinava all'obiettivo. Aveva raccolto tre semifinali (due a New York, una a Londra), ma a Melbourne non era mai andata oltre gli ottavi.

Aveva compiuto un bel salto di qualità con Dmitry Tursunov, poi l'avventura era terminata e ha scelto un coach decisamente meno noto, Anton Dubrov. Ma anche con lui non è stata facile. Lo scorso febbraio, dopo il torneo di Dubai, il tecnico le disse che non sapeva più cosa fare, che forse avrebbe dovuto trovare un altro allenatore. “Ma io sapevo che il problema non era lui, bensì qualcosa che riguardava me. Dovevo capire il problema e superarlo. Sono felice che abbiamo continuato a lavorare insieme”. Il segreto della nuova Sabalenka? A quanto pare, una ritrovata autostima. Fino a qualche tempo fa, era stranita quando qualcuno le chiedeva un autografo. “Mi domandavo perché lo volessero: in fondo non ero nessuno, non avevo vinto uno Slam. Adesso mi rispetto di più, ho capito che sono qui grazie al lavoro e che sono una buona giocatrice”.

L'Australian Open è il dodicesimo titolo nella carriera di Aryna Sabalenka, di gran lunga il più importante

Aryna Sabalenka ha ricevuto il trofeo dalle mani di Billie Jean King

Come era prevedibile, i giornalisti le hanno chiesto dell'assenza di bandiere e colori della Bielorussia. “Penso che tutti sappiano che sono bielorussa” ha tagliato corto, dopo aver aggiunto di essere abbastanza nota in patria perché non ci sono troppi atleti di buon livello. Però non prevede di tornarci a breve (“Andrò a Miami, adesso vivo lì”) e ha detto che festeggerà con pizza, tanti dolci e un po' di champagne. Solo il tempo ci dirà se Aryna Sabalenka può lottare per diventare una numero 1, e magari vincere diversi Slam. Swiatek a parte, negli ultimi anni il tennis femminile ha prodotto troppe vincitrici incapaci di ripetersi, dunque non è lecito avventurarsi in previsioni. La sua vita cambierà, dunque starà a lei gestire l'ondata di popolarità in arrivo, evitando di farsi travolgere da troppe distrazioni. E poi, a differenza della Rybakina, le piace apparire e mettersi in mostra: basta dare un'occhiata al suo profilo Instagram.

Forse non è la giocatrice più elegante da vedere, e c'è stata un pizzico di malinconia nel vedere Ashleigh Barty portare il Daphne Akhurt Trophy in campo, cedendo quello che aveva conquistato con la sua classe, ma il tennis contemporaneo va così: tante botte, meno cervello. Però la stessa Sabalenka ha compiuto il salto di qualità giocando con più calma, e raffinando il suo modo di stare in campo. “Oggi è il giorno più bello della mia vita” ha detto durante la premiazione, scusandosi per un inglese un po' incerto. Quando le hanno chiesto quale fosse stato il momento più bello prima di oggi, non ha avuto incertezze: “Quando ho incontrato il mio fidanzato. Anzi, so che guarderà questa intervista, dunque...” e via un bacio a favore di telecamera e messaggio tutto per lui: “Vedi, volevi che bevessi...”. 

AUSTRALIAN OPEN 2023
Finale Donne
Aryna Sabalenka (BLR) b. Elena Rybakina (KAZ) 4-6 6-3 6-4