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VERSO LA RIPRESA

Us Open: braccio di ferro su protocolli e quarantena

Proseguono le trattative tra i giocatori e USTA, in cerca di un complicato equilibrio tra misure di sicurezza ed esigenze dei tennisti. Sullo sfondo, il timore di quarantena al ritorno in Europa. “Siamo in contatto con le autorità e siamo fiduciosi che si possa evitare” dice il portavoce della federtennis americana. La stagione WTA potrebbe terminare con il Roland Garros.

Riccardo Bisti
11 agosto 2020

Tra meno di una settimana, molti tennisti prenderanno un aereo per gli Stati Uniti. Il 22 agosto (il 20 per le qualificazioni) scatterà il Western & Southern Open di Cincinnati, eccezionalmente collocato a New York, dopodiché ci sarà l'atteso Us Open. Gli organizzatori hanno messo in moto importanti misure di sicurezza, peraltro tutelandosi con il documento di cui vi abbiamo parlato ieri (un totale scarico di responsabilità per qualsiasi evento accidentale, sia pure entro i limiti previsti dalla legge). Tuttavia, i giocatori non sono ancora convinti della bolla predisposta al Billie Jean King National Tennis Center, nonché di alcuni protocolli di sicurezza. Secondo il quotidiano spagnolo Marca, uno riguarda l'intenzione di estromettere un giocatore se un membro del suo team risultasse positivo al COVID-19. I tennisti replicano dicendo che sarebbe un'ingiustizia: con diversi casi di falsi positivi, potrebbe esserci l'esclusione di un qualcuno non realmente contagiato. Visto che i ritmi del torneo sono piuttosto serrati, non ci sarebbe il tempo per riammettere l'eventuale falso positivo. In altre parole: se un giocatore fosse escluso, si potrebbe scoprire che era stato un errore. Ma il danno sarebbe già stato fatto.

Tra i più attivi in questa battaglia, che ha già portato a una riunione d'urgenza, c'è il presidente del player council Novak Djokovic. Pienamente recuperato dalla positività, il numero 1 ATP si sta allenando in Spagna (con sparring come Feliciano Lopez, Alejandro Davidovich Fokina e Andrey Kuznetsov) e punta a vincere il suo diciottesimo Slam. Per lui è una grande occasione, soprattutto dopo il forfait di Rafael Nadal. La sua presenza a New York è incerta: deciderà all'ultimo, in base alle scelte della USTA. Pretende protocolli più flessibili e una maggiore tutela dei giocatori. In questo momento, è in vigore un documento di dieci pagine e mezzo distribuito dalla USTA, con tutta una serie di regole a cui attenersi, anche se non è specificato quanti giocatori dovrebbero risultare positivi affinché il torneo venga annullato (in caso di forfait o eliminazioni forzate, i lucky loser saranno i doppisti).

I giocatori dovranno superare due tamponi a distanza di 48 ore. Tuttavia, dopo il primo esito negativo potranno recarsi nella sede del torneo per allenarsi. La USTA promette di fornire i risultati entro 24 ore.

Novak Djokovic esprime le sue perplessità a Tennis Channel

Ecco le fasi salienti del protocollo: i giocatori e gli accompagnatori (non più di tre per ciascun singolarista) dovranno superare due tamponi a distanza di 48 ore. Tuttavia, dopo il primo esito negativo potranno recarsi nella sede del torneo per allenarsi. La USTA promette di fornire i risultati entro 24 ore. “Se possibile, anche meno”. Ci sono poi i test sierologici, che permettono di verificare se si sono sviluppati gli anticorpi. Non sono obbligatori, ma fortemente raccomandati. Chi risulta positivo dovrà ripeterlo ogni sette giorni, mentre chi risulta negativo avrà l'incombenza ogni quattro giorni. Dopo i fatti del World Team Tennis, con la squalifica di Danielle Collins, hanno preso molto sul serio la questione della bolla: chiunque vorrà uscirne dovrà ottenere autorizzazione scritta della direttrice del torneo Stacey Allaster. Ogni contravvenzione costerà una multa e l'immediata esclusione dal torneo. Se invece l'infrazione è commessa da un accompagnatore, vedrà ritirarsi l'accredito e non lo avrà neanche nel 2021. Per la sistemazione, oltre ai due hotel ufficiali, i tennisti potranno affittare un alloggio privato.

Le misure di sicurezza saranno analoghe, ma chi sceglie questa opzione dovrà assumere (e pagare) un servizio di vigilanza per 24 ore al giorno, oltre a tenere costantemente informata la USTA sugli spostamenti. Insomma, non sarà una passeggiata. Per questo, i giocatori stanno cercando di strappare condizioni più permissive. C'è poi l'annosa questione della quarantena a cui dovrebbero sottoporsi al rientro in Europa. Con l'obbligo di 14 giorni di isolamento, molti tennisti non farebbero in tempo a giocare a Roma (ma sul Foro è arrivata la fumata bianca grazie all'ultimo DPCM) e si presenterebbero al Roland Garros con pochissimi allenamenti sulle gambe. I giocatori e le istituzioni stanno lavorando per trovare una soluzione che elimini l'obbligo. Qualche giorno fa, era circolata l'indiscrezione secondo cui i top-20 avrebbero boicottato il torneo se non avessero ottenuto l'esenzione.

Gli ultimi forfait sono stati quelli di Elina Svitolina e Kiki Bertens
I tennisti hanno chiesto una lettera di transito che consentirebbe di evitare la quarantena al rientro in Europa. La USTA ha preso sul serio la richiesta, mettendosi in contatto con ATP, WTA, federazione francese e governi italiano e francese.

La cancellazione del torneo di Madrid ha messo pressione su Austria e Italia, sedi dei tornei di Kitzbuhel e Roma. Come detto, e come riportiamo altrove, l'Italia ha stabilito che basterà un tampone negativo per competere. Nel frattempo circola una voce per i tennisti americani: secondo un supervisor, gli yankees potrebbero entrare in Europa passando dalla Croazia, laddove le norme sono decisamente più elastiche. A seguito della riunione d'urgenza, i tennisti hanno chiesto una lettera di transito che consentirebbe di evitare la quarantena al rientro in Europa. La USTA ha preso sul serio la richiesta, mettendosi in contatto con ATP, WTA, federazione francese e governi italiano e francese.

Lavorando con questo gruppo allargato di interlocutori, siamo fiduciosi di poter ottenere le garanzie richieste” ha detto Chris Widmaier, portavoce della USTA. Nel frattempo emerge un'altra indiscrezione: si fa sempre più strada l'ipotesi che la stagione femminile possa terminare con la finale del Roland Garros. Persi tutti i tornei asiatici, si sono resi conto delle difficoltà nell'organizzare tornei in Europa. Ci sarebbero le tappe di Linz e Mosca, ma in questo momento la capitale russa non ha ancora la struttura pronta. Linz era già stato cancellato, ma sperava di essere reinserito in extremis. Per questo, la WTA potrebbe fermare tutto e dare appuntamento a gennaio. Senza la possibilità di organizzare le WTA Finals, lo svolgimento degli ultimi tornei sarebbe soprattutto un costo, peraltro con l'impossibilità di azzerare i rischi. E allora si sta ragionando su uno stop anticipato.