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ROLAND GARROS

Se viene el SuperClasico!

Battendo Felix Auger Aliassime in cinque set, Rafael Nadal si garantisce il 59esimo scontro diretto contro Djokovic. Nonostante il successo, lancia messaggi preoccupanti. “Ogni volta che scendo in campo, non so se sarà il mio ultimo match a Parigi”. Dilemma: si giocherà di giorno o di sera?

Riccardo Bisti
30 maggio 2022

“Ogni volta che scendo in campo, non so se sarà il mio ultimo match qui a Parigi. La mia situazione è questa, vengo da un duro processo per l'infortunio al piede e non so cosa succederà nell'immediato futuro. Per questo voglio godermi il viaggio e vivere il sogno”. Rafael Nadal non ha avuto tempo per godersi il successo contro Felix Auger Aliassim. Oltre quattro ore di lotta sono passate quasi inosservate, poiché i giornalisti si sono subito focalizzati sul prossimo impegno. Nadal contro Djokovic, atto numero 59. Un match dalla simbologia enorme, la rivalità per eccellenza dell'Era Open. Ha avuto più episodi di Nadal-Federer e Djokovic-Federer, e poi i due si rispettano ma non si amano. Quindi si può sfrugugliare nella loro rivalità.

Per questo, è normale che l'accanita resistenza del canadese sia passata in secondo piano, così come la scelta di Toni Nadal: (super)coach di Auger Aliassime da oltre un anno, ha scelto di osservare il match dalla tribuna presidenziale, in zona neutrale, seduto accanto a Mansour Bahrami. A fine quarto set, travolto dalle emozioni, ha abbandonato il Philippe Chatrier. “Nel quinto set ho giocato meglio, soprattutto negli ultimi 3-4 game” ha detto suo nipote, parlando del 3-6 6-3 6-2 3-6 6-3 che ha sigillato la vittoria numero 109 su 112 partite al Roland Garros. Gli unici a batterlo sono stati Robin Soderling (2009) e un certo Djokovic (2015 e 2021). Sarà proprio Djokovic a cercare di batterlo di nuovo, martedì 31 maggio. Non sarà un giorno qualsiasi, anche perché la data evoca brutti ricordi a Nadal: quel giorno, tredici anni fa, ha ceduto a Soderling.

«Ogni volta che scendo in campo, non so se sarà il mio ultimo match qui a Parigi. La mia situazione è questa»
Rafael Nadal
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Quella contro Felix Auger Aliassime è stata la vittoria numero 109 di Nadal al Roland Garros

Si giocherà la chance di scendere in campo nel giorno del 36esimo compleanno, magari contro quel Carlos Alcaraz che è già stato designato come suo erede. “Nelle prossime 36 ore farò stretching, lavorerò col fisioterapista, mangerò qualcosa, dormirò il più possibile e mi allenerò. Niente di speciale, in questi casi non puoi fare molto. Lunedì spero di essere in condizioni sufficienti per effettuare un buon allenamento”. Nella sua autobiografia, uscita più di dieci anni fa, ha raccontato nel dettaglio la routine con cui recuperò all'Australian Open 2009 dopo la semifinale contro Verdasco e prima della finale contro Federer. 43 ore di lotta contro il tempo. Farà altrettanto stavolta, ma oggi è un uomo di 36 anni con mille acciacchi. E il suo avversario è più fresco di lui, reduce da 9 vittorie di fila e giunto nei quarti senza perdere un set, peraltro dopo un convincente 6-1 6-3 6-3 a Diego Schwartzman.

“Non gioco partite così importanti da tre mesi, per me sarà una grande sfida – ha detto Nadal – lui sarà in grande fiducia, io devo accettare la mia situazione e lottare. Due settimane e mezzo fa non sapevo neanche se sarei stato in grado di essere qui”. Rafa sottolinea spesso la precarietà della sua situazione. Non è maniavantismo, e non fa nemmeno la vittima. Però possiede un quintale d'orgoglio e vuole far sapere che – forse – martedì potrebbe non essere al 100%, anche perché è poco abituato a giocare cinque set a Parigi: quello contro Auger Aliassime è stato solo il terzo match al quinto che ha giocato al Roland Garros. I precedenti risalgono al 2011 (Isner) e al 2013 (Djokovic). Tutti vinti, insomma.

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In questa edizione del Roland Garros, Nadal e Djokovic hanno giocato una sessione serale a testa

Le parole di Nadal in conferenza stampa non sono state troppo incoraggianti

Da grande campione qual è, Nadal ha tirato fuori il meglio nel momento del bisogno, quando ha mischiato l'aggressività necessaria ad alcuni punti giocati da campione, capaci di far scattare in piedi i 15.000 dello Chatrier. Numeri che gli hanno garantito il pass per la sfida a Djokovic, a cui si avvicina con la solita modestia. Gli hanno chiesto cosa si prova a essere un numero 1, o se qualcuno lo chiama King of Clay in famiglia. “Assolutamente no, non mi sento così e non ho bisogno di essere chiamato “Re” di niente. Quanto al numero 1, neanche quando lo ero mi sono sentito tale. Il mio approccio è sempre stato lo stesso a prescindere dalla classifica. Non ho mai avvertito pressione extra. È bello essere in cima, ma non mi sono mai svegliato al mattinio pensando di essere il numero 1. Conduco una vita normale a prescindere dalla classifica. Nel mio caso, questa filosofia ha funzionato. E provo a migliorare”. Dovrà necessariamente farlo contro Djokovic: vincendo in Australia lo ha superato nei titoli Slam, e lo ha agganciato nella lista di quelli che hanno vinto almeno due volte tutti i Major.

Il serbo sta preparando la contraerea: in caso di vittoria a Parigi, lo riprenderebbe a quota 21 e diventerebbe l'unico nella storia ad aver vinto ogni singolo Slam per almeno tre volte. Una motivazione in più per Nadal, e c'è già attesa per la scelta degli organizzatori: collocheranno il match in sessione diurna o serale? Lo spagnolo preferisce di gran lunga giocare di giorno, al caldo e con la palla che rimbalza più alta, ma la logica suggerirebbe una collocazione serale: entrambi hanno giocato soltanto una volta di notte, mentre Alcaraz lo ha già fatto due volte e per lui (contro Zverev) sarebbe la terza. Volendo essere maliziosi, una programmazione di giorno sembrerebbe un favore (legittimo) a Nadal. L'ultima parola spetterà ad Amelie Mauresmo, chiamata a questa delicata decisione già al primo anno da direttrice. Questo Roland Garros potrebbe decidersi anche dai dettagli. Comunque vada, dopo uno spettacolo come quello contro Auger Aliassime, la speranza è che quello del 2022 non sia l'ultimo Roland Garros di Nadal.