The Club: Bola Padel Roma
MAGAZINE

Sexy ma non solo: le modelle-raccattapalle di Madrid

Gli organizzatori del Mutua Madrid Open erano stati accusati di sessismo. Al contrario, l'utilizzo di avvenenti modelle come raccattapalle ha funzionato: la tradizione prosegue da quasi 20 anni. Sono arrivati anche modelli uomini e l'idea è stata ripresa da diversi altri tornei.

Riccardo Bisti
6 maggio 2021

Internet era già diffuso, anche se l'ADSL era considerata quasi un bene di lusso. Era il 2004 e non esistevano ancora i social media: sarebbe stato interessante vedere la reazione odierna, da Facebook in giù, per la scelta del Masters 1000 di Madrid: portare in campo avvenenti ragazze nelle vesti di raccattapalle. Qualcuno si sarebbe indignato, parlando di sessismo e mercificazione del corpo femminile. C'è chi lo fece già allora: Soledad Murillo, sottosegretaria alle Pari Opportunità del governo spagnolo. Gli organizzatori tennero duro e oggi – a quasi 20 anni di distanza – la presenza di modelle-ball girls è ormai sdoganata, senza che più nessuno si scandalizzi. Questa storia nasce nel 2002 quando Ion Tiriac, annusando l'aria di smobilitazione in Germania, ha spostato da Stoccarda a Madrid il torneo di cui è proprietario. La Spagna era il paese rampante del tennis, e da lì a poco sarebbe arrivato un certo Rafa Nadal. Le prime edizioni si giocarono indoor, in un clima poco adatto al DNA spagnolo. È cambiato tutto nel 2009, con l'inaugurazione della poderosa Caja Magica. Tiriac la sa lunga, e sa che la pubblicità è linfa vitale per un evento. Buona o cattiva, non importa.

Ancora oggi, si ricorda l'esperimento della terra blu nel 2012. Nadal e Djokovic minacciarono il boicottaggio se non si fosse tornati al rosso, ma intanto quel torneo è passato alla storia. Qualche anno prima, andò decisamente meglio con le modelle. Trovò un partner di rilievo in Hugo Boss e iniziò un vero e proprio casting. Si presentarono 80 ragazze di età compresa tra i 19 e i 28 anni, e ne furono selezionate 25. Ma non erano belle statuine: la maggior parte di loro erano studentesse e praticanti di qualche sport. Per loro, il torneo rappresentava una splendida occasione di visibilità (oltre che di guadagno: il salario era di 900-1000 euro per 17 giorni di lavoro, due ore al giorno). Nel cuore del torneo, la Murillo inviò una lettera agli organizzatori in cui chiedeva l'immediata rimozione delle ragazze perché il loro utilizzo “contribuisce a fomentare una visione discriminatoria delle donne come semplici strumenti di arredo e divertimento. Ancora una volta, l'immagine delle donne viene utilizzata con uno scopo sessista che sta diventando quotidiano”. Alcune di loro rimasero di stucco. “Non facciamo niente fuori dall'ordinario: non indossiamo scollature provocanti né gonne corte, e non mostriamo il nostro corpo. È un lavoro che proviamo a fare nel miglior modo possibile e per cui veniamo pagate bene”.

ASICS ROMA
"Non abbiamo mai pensato di portare le ragazze a essere un oggetto sessuale: per loro è come essere in una semplice passerella di moda"
Gerard Tsobanian

Alcune delle primissime modelle-raccattapalle del Madrid Open

Tiriac e il suo braccio destro Gerard Tsobanian non sono tipi arrendevoli: la richiesta non fu neanche presa in considerazione e l'iniziativa delle model ballgirls va avanti con successo, anche se è stata ridotta alle ultime due giornate. Nei primi anni le modelle lavoravano nel primo match della sessione serale, trasmesso dalla TV in chiaro. “Abbiamo detto alle ragazze che dovevano allenarsi e imparare bene il compito – disse Tsobanian – molte di loro hanno scoperto il tennis e rimangono a vedere le partite anche oltre il loro orario di lavoro. Inoltre abbiamo regalato loro alcuni biglietti per i loro familiari. Sono trattate benissimo”. Fu una rivoluzione a tutti gli effetti: salvo poche eccezioni, i raccattapalle sono solitamente ragazzini sotto i 16 anni, allievi delle scuole tennis della zona. L'idea fu di Tsobanian in persona: la propose a Mark Miles (all'epoca CEO ATP) dopo l'edizione del 2003 e ottenne risposta positiva.

Hugo Boss diede disponibilità a lanciare una linea d'abbigliamento tramite le modelle-raccattapalle, così il progetto prese forma. “Non abbiamo mai pensato di portare le ragazze a essere un oggetto sessuale: per loro è come essere in una semplice passerella di moda”. In effetti, il mondo dello sport è pieno di ragazze con ruoli di questo tipo: basti pensare alle cheerleaders negli sport americani (basket, football), le ombrelline nelle competizioni automobilistiche e le vallette durante le riunioni di pugilato. Le raccattapalle-modelle, al contrario, svolgono un ruolo ben più attivo, che richiede un minimo di capacità atletica e corretta percezione del gioco. Durante il casting, le candidate dovettero rispondere ad alcune domande sul tennis. Le prescelte fecero un training di due settimane per arrivare preparate all'evento. “Ho dovuto spiegare loro tutte le basi – raccontò il trainer Julio Nieto, prematuramente scomparso nel 2005 – prima le regole del tennis, poi come e quando dare le palline ai giocatori”. Salvo qualche piccolo imbarazzo, si è svolto tutto alla perfezione.

Maria Sharapova e Arantxa Sanchez con i modelli scelti per le edizioni madrilene delle WTA Finals

Per selezionare i propri raccattapalle, il Mutua Madrid Open organizza dei veri e propri casting

I tennisti la presero bene: alcuni sottolinearono che durante il match sono concentrati solo su palla e avversario, non certo su chi si trova fuori dal campo. Andre Agassi scherzò un po': “Non era facile concentrarsi sulla palla, ma io avevo un vantaggio: sono già abituato a giocare con mia moglie. Anzi, avrebbero dovuto indossare gonne ancora più corte!” (fu accontentato l'anno dopo, ma non per aumentare il sex appeal delle ragazze: semplicemente, studiarono abiti più comodi per farle correre meglio). Battute a parte, si mostrò un po' scettico. A suo dire, il tennis doveva fermarsi a riflettere per capire il tipo di prodotto che si stava creando. Sulla carta aveva ragione, nei fatti non è stato arrecato alcun danno. Certo, qualcuno la prese male. Oltre a politici di vario genere (in molti aderirono alla lettera menzionata qualche riga fa), anche i raccattapalle tradizionali patirono lo sfratto. “Pensiamo che questo sia molto brutto, perché nel tennis soltanto i giocatori dovrebbero essere al centro dell'attenzione. È uno sport, mica una sfilata di moda”. Per cancellare qualsiasi polemica sul sessismo, gli organizzatori dissero di puntare a organizzare un torneo femminile. “E allora convocheremo dei modelli”.

Detto, fatto: nel 2006 e nel 2007 la Madrid Arena ha ospitato le WTA Finals. Per l'occasione furono reclutati aitanti fotomodelli, peraltro dopo un casting d'eccezione: tra i selezionatori c'era anche Maria Sharapova. Pare che furono scartati i peggiori. Uno di loro non sapeva dire chi aveva vinto l'ultima edizione di Wimbledon: errore fatale. “Ho parlato con la Sharapova e mi ha detto che sono carini – disse Kim Clijsters – è fantastico, anche se sarà un po' strano. L'importante è che lavorino bene”. Anche Justine Henin si disse favorevole: “Sono molto contenta: il problema è che sono sposata, quindi dovrò limitarmi a guardare e non toccare”. L'unica a manifestare qualche perplessità fu Elena Dementieva: “Li abbiamo visti in allenamento e secondo me non sanno cosa fare. Sono costantemente distratti dalle giocatrici. Mi sembra che non capiscano bene quello che devono fare, dovrebbero stare più attenti”. Anche le due edizioni del Masters femminile, tuttavia, filarono via più o meno lisce. La tradizione è rimasta, ma ha un po' perso l'effetto novità. Come detto, oggi le modelle lavorano soltanto negli ultimi due giorni, ma svolgono una funzione decorativa prima delle finale, mettendosi in fila nel corridoio che porta in campo i giocatori. Il successo di questo esperimento, poi, è stato decretato dal suo utilizzo in altri tornei, soprattutto in Sudamerica. E si è smesso di parlare di sessismo. “In fondo è importante che se ne parli. Bene o male, non importa”. Parola di Marat Safin, playboy che vinse proprio nel 2004. Chi altri, se non lui?