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MASTERS 100 TORONTO

Questo è un Sinner da Slam

Zero incertezze: Jannik Sinner sfrutta il tabellone favorevole e conquista il suo primo Masters 1000. La potenza dei suoi colpi ha lentamente sgretolato la resistenza di Alex De Minaur. Oggi diventa numero 6, ma questo successo è solo una linea di passaggio. “Il mio regalo di compleanno sarà trascorrerlo in campo”

Riccardo Bisti
14 agosto 2023

Il successo di Jannik Sinner al Masters 1000 di Toronto deve essere inquadrato nel modo giusto. Lasciando perdere quanto accaduto prima del 1990, quando il circuito era troppo diverso rispetto a oggi, vale la pena iniziare qualsiasi ragionamento dall'anno in cui l'ATP ha preso in mano il tennis maschile e ha codificato i nove super-tornei alle spalle degli Slam. In trentatrè anni ne avevamo vinto soltanto uno, con Fabio Fognini a Monte-Carlo, nel 2019. Basta questo a delineare l'importanza della vittoria di Sinner. Il ligure aveva quasi 32 anni e firmò il suo capolavoro battendo Rafael Nadal in semifinale e Dusan Lajovic in finale, raggiungendo l'apice della sua carriera, un picco mai più raggiunto. Al contrario, Sinner firma questo successo (alla terza finale) tre giorni prima di compiere 22 anni, già stabilmente tra i primi dieci e ormai pronto a fare un passo in più. I numeri raccontano che vale già i top-5 sul cemento all'aperto. La sua è stata una crescita impetuosa ma lineare, poderosa ma graduale. Si è costruito settimana dopo settimana, senza mai abbattersi nei momenti difficili, come quando non riusciva ad abbattere il tabù dei top-5 ATP. Ha dovuto incassare tredici sconfitte di fila prima di batterne finalmente uno (da allora, il bilancio è un dignitoso 4-6). E allora il primo titolo Masters 1000 arriva nel momento giusto, non troppo in fretta, ma ancora in fase ascendente.

Oggi è tempo di festeggiamenti e non ha senso fare proiezioni numeriche sul futuro, ovvero quello che potrà vincere. Tuttavia, ci sentiamo di ribadire quanto già affermato in passato: Jannik è sulla buona strada per diventare il più forte tennista italiano di tutti i tempi. Diventerà quello con più titoli (è ad appena due lunghezze da Panatta tra i più vincenti dell'Era Open), quello con più successi Slam (imponendosi anche lontano dal Roland Garros) e il primo a diventare numero 1 del mondo. Quest'ultimo traguardo sarebbe il più suggestivo, perché in cinquant'anni di computer non è mai successo che l'Italia portasse un suo elemento sul podio. Adriano Panatta è stato in quarta posizione, Matteo Berrettini si è arrampicato in sesta, un gradino sopra Corrado Barazzutti. Il trionfo canadese porta Sinner a superare Barazza e ad affiancare il romano, da lui battuto al primo turno. Se le suggestioni giornalistiche – peraltro avallate da tanti esperti – dovessero concretizzarsi, con la nascita dei nuovi Big Three (Sinner più Carlos Alcaraz e Holger Rune), è chiaro che prima o poi l'altoatesino raggiungerà la vetta. D'altra parte i numeri lo suggeriscono da tempo, dal nostro calcolo (un po' algebrico, un po' empirico) secondo cui Sinner aveva il 37,5% di farcela. E sarebbe davvero storia, perché Nicola Pietrangeli non è mai stato valutato come numero 1 nemmeno nei suoi anni migliori.

Lo sapevi che...

Nonostante Toronto sia il torneo più importante mai conquistato da Jannik Sinner, sul piano strettamente numerico non è stato il più difficile. La classifica media degli avversari battuti è stata di 86,5. Confrontandola con gli altri sette titoli, soltanto a Montpellier aveva battuto avversari con una classifica media inferiore. Ma i numeri non dicono tutto: la statistica è "inquinata" dal ranking attuale di Gael Monfils (n.276), ma è chiaro che il francese vale di più. Non a caso, è stato l'unico a togliergli un set. Volendo assegnare a Monfils la classifica che aveva al momento dello stop (35), il ranking medio degli avversari schizzerebbe a 26,25, rendendo di gran lunga Toronto 2023 il torneo di maggior qualità vinto da Jannik Sinner. E probabilmente è così. Qui sotto trovate il dettaglio della classifica media degli avversari battuti da Sinner nei suoi otto successi ATP.

Anversa 2021: 69 - 65 - 32 - 13 MEDIA: 44,75
Sofia 2021: 112 - 56 - 37 - 20 MEDIA: 56,25
Sofia 2020: 55 - 149 - 25 -35 - 74 MEDIA: 67,6
Umago 2022: 59 - 86 - 136 - 5 MEDIA: 71,5
Melbourne 2021: 195 - 58 - 42 - 20 - 71 MEDIA: 77,2
Washington 2021: 69 - 45 - 81 - 130 - 107 MEDIA: 86,4
TORONTO 2023: 38 - 276 - 14 - 18 MEDIA: 86,5
Montpellier 2023: 56 - 163 - 51 MEDIA: 90

ASICS ROMA

Per sollevare il trofeo (bruttarello) del Canadian Open ha dovuto battere Matteo Berrettini (n.38 ATP), Gael Monfils (276), Tommy Paul (14) e Alex De Minaur (18). Tutta gente contro cui partiva favorito. Per vincere non ha avuto bisogno di compiere chissà quale impresa, ma non è certo colpa sua se gli altri si sono fatti battere prima. Di certo non poteva perdere la finale contro De Minaur, domato col punteggio di 6-4 6-1 in un'ora e mezzo, stritolato dopo un primo set in cui è andato fuori ritmo per restare a galla. Lo ha perso comunque, poi ha inevitabilmente deragliato. “Jannik è un giocatore eccezionale – ha sussurrato l'australiano – ad essere onesto, possiede alcuni dei più incisivi colpi da fondocampo che abbia mai fronteggiato. Sapevo cosa aspettarmi, ma lui ha eseguito il suo piano di gioco meglio di me. E poi ha risposto benissimo, ero costantemente sotto pressione sul mio servizio”.

L'australiano ha incassato cinque break e non ha mai dato l'impressione di poter vincere. D'altra parte, i precedenti parlavano chiaro. “Sono orgoglioso di come ho gestito la situazione nel suo complesso – dice Sinner – ho sentito la pressione, ma credo di averla gestita bene. Ho giocato un punto alla volta, concedendo il massimo rispetto a tutti”. Sul match c'è poco da aggiungere: a parte un po' di vento all'inizio, la pesantezza di palla di Sinner era troppo superiore. E lui ha avuto l'intelligenza di gestirla nel modo giusto. “Alex è velocissimo, quindi in alcuni casi era meglio utilizzare il contropiede. E poi bisognava capire quando spingere: di sicuro potevo picchiare di più quando ero controvento, mentre col vento a favore dovevo stare più attento. Nel primo set è stata una grande battaglia, poi nel secondo ho giocato più libero”.

Sinner ha aumentato la velocità media del suo servizio. Adesso ha bisogno di trovare maggiore continuità

Sinner ha mantenuto la sua proverbiale sobrietà anche nel celebrare il successo sui social media

Ciò che colpisce di Sinner è il mix tra mentalità e ambizione. Non conosce – anzi, non contempla – alcun tipo di distrazione. Non c'è spazio per festeggiare, nemmeno pensando che mercoledì sarà il suo compleanno. Gli hanno chiesto se il successo a Toronto è un bel regalo, ma lui guarda già avanti. “A Cincinnati chiederò di giocare mercoledì. Se sarà possibile, sarà il terzo anno di fila che giocherò nel giorno del mio compleanno. Sarebbe un bel regalo perché è quello che amo, è la mia passione. Credo che il regalo più bello sarebbe un match da giocare”. Niente celebrazioni, niente follie, niente eccessi. Stiamo comunque parlando di un ragazzo che non ha mai messo piede in un pub o in discoteca e non contempla un certo tipo di distrazioni. “L'anno scorso ho iniziato a credere alla possibilità di vincere un Masters 1000. Sentivo di avere il livello per andare sempre più avanti”. Lo ha conquistato con il lavoro, sublimando un progetto iniziato negli anni trascorsi con Riccardo Piatti, quando aveva un fisico mingherlino e dunque ha lavorato tecnicamente per costruirsi un gesto fluido per far scorrere ugualmente la palla. “Adesso sono più forte sul piano atletico, quindi adesso sto cercando la giusta combinazione tra fluidità, potenza e flessibilità”.

I numeri sono tutti dalla sua parte: durante la finale, la potenza media dei suoi colpi è stata nettamente superiore rispetto a De Minaur (127 km/h contro 110 con il dritto, 120 contro 102 con il rovescio). Tuttavia, quello che sta facendo la differenza nella carriera di Jannik è l'efficacia nei colpi di inizio gioco. Sia pure con qualche difficoltà, sta cercando di costruirsi un servizio robusto. Oggi la palla viaggia di più rispetto a un tempo, anche se deve trovare la giusta continuità. Al contrario, continua ad essere implacabile in risposta. Ha raccolto il 60% dei punti sulla seconda di De Minaur e un (ancora più) impressionante 54% sulla prima. È pronto per vincere uno Slam, magari quello Us Open che l'anno scorso gli è sfuggito per un soffio, sfumando su quel matchpoint fallito durante la maratona contro Alcaraz? Probabilmente sì. Questo non significa che lo vincerà di sicuro, ma oggi i bookmakers lo collocano già come quarto favorito, alle spalle di Alcaraz, Djokovic e Medvedev. Non crediamo che l'esito del torneo di Cincinnati (laddove potrebbe trovare Djokovic nei quarti) possa cambiare troppo la percezione in vista di New York. E allora prepariamoci a vivere due settimane ad alta intensità. Toronto ha presentato domande inedite, tra cui l'obbligo di vincere. Le risposte sono arrivate, puntuali e fragorose. Sì, Jannik è da corsa.

MASTERS 1000 TORONTO – Finale
Jannik Sinner (ITA) b. Alex De Minaur (AUS) 6-4 6-1