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ROLAND GARROS

Musetti gioca da Re, poi finisce la benzina

Lorenzo Musetti abbaglia per oltre due ore, portandosi avanti di due set contro Novak Djokovic, poi resta senza energie e non finisce il match. Ma la sensazione è che sia un punto di partenza: anche Djokovic si era ritirato nelle prime due apparizioni a Parigi...

Riccardo Bisti
7 giugno 2021

A un certo punto, qualcuno ha ricordato il 1997. Un 21enne spensierato, dai capelli riccioli, iniziò la sua storia d'amore con Parigi. Gustavo Kuerten non aveva mai messo piede nel main draw del Roland Garros e finì per trionfare, battendo i vincitori delle ultime quattro edizioni (Muster, Kafelnikov e Bruguera). Fu una ventata d'aria fresca, scandita dalla spensieratezza del suo tennis bailado. Nei primi due set del match contro Novak Djokovic, Lorenzo Musetti ha fatto impazzire il serbo e messo in allerta le redazioni di mezzo mondo. A un certo punto, la home page del Corriere della Sera lo aveva messo come prima notizia. Non poteva essere altrimenti: opposto al numero 1 del mondo, si è porttato in vantaggio perché ha giocato meglio di lui. Solo con il tennis, senza altri mezzucci. Puro tennis. E che tennis! Per 141 minuti (il tempo del 7-6 7-6 Musetti), il match è stato un proliferare di highlights, di circoletti rossi, per dirla con Rino Tommasi.

Quasi tutti del carrarino, a partire da un rovescio lungolinea che è una bordata di rara potenza e precisione. Lo spot più efficace per la sopravvivenza di un colpo in via d'estinzione. E poi la veronica con cui ha azzeccato un angolo paranormale. Era sullo stesso campo, nello stesso lato, e dalla stessa posizione da cui Adriano Panatta cancellò il matchpoint a Pavel Hutka nel primo turno del 1976, quando poi vinse il torneo. Musetti ha tirato direttamente il colpo vincente, senza bisogno di giocare la volèe in tuffo come accadde a Panatta, ma la suggestione rimane fortissima. E allora i pensieri sono volati molto in alto, a corsi e ricorsi storici da brividi. Senza nessuna paura, Musetti ha affrontato il palcoscenico del Campo Chatrier. Djokovic ci aveva giocato decine di volte, ci aveva alzato la Coppa dei Moschettieri cinque anni fa, mentre lui lo aveva annusato per una mezz'oretta al mattino, in un riscaldamento con Andreas Seppi. Quel Seppi che nove anni fa (sempre negli ottavi) si trovò avanti di due set con lo stesso giocatore.

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Oggi non contano i numeri, le statistiche e i paragoni. Ciò che conta sono le sensazioni. E la sensazione è che il 7 giugno 2021, per Lorenzo Musetti, sia stato un punto di partenza.

L'incredibile veronica in Panatta Style giocata da Lorenzo Musetti

I numeri raccontano che Andreas andò più vicino al successo di quanto abbia fatto Musetti. Motivo? Lorenzo ha letteralmente finito la benzina, fisica e mentale, dopo aver vinto il secondo set. Djokovic ha avuto il merito di non fare una piega, è uscito dal campo ed è tornato più vivo che mai. Ha ritrovato i colpi, ha quasi azzerato gli errori gratuiti (troppi con il rovescio, nei primi due set), mentre Musetti ha improvvisamente perso energia. Come se all'improvviso il serbatoio avesse esaurito ogni riserva. Il punteggio è fin troppo severo per Musetti: travolto da dolori in tutto il corpo, ha scelto la via del ritiro. La speranza di risollevarsi nel quinto set è svanita nel primo punto, quando Djokovic ha ripreso un punto dopo essere caduto, giocando un dritto da sdraiato.

Si è anche tagliato un dito. In quel momento, Musetti ha capito che era finita. Gli archivi ricorderanno lo score di 6-7 6-7 6-1 6-0 4-0 e ritiro, punteggio un po' severo per lo splendore mostrato nei primi due set. Se affrontato nel modo giusto, tuttavia, può diventare uno stimolo per migliorare laddove Lorenzo non è ancora pronto: le battaglie infinite. Ci può stare, era la quarta volta che giocava sulla lunga distanza, e solo due giorni prima era rimasto in campo per cinque set contro Marco Cecchinato. Non è così inusuale, per un diciannovenne: le prime due partecipazioni di Djokovic al Roland Garros sono terminate con un ritiro. Nel 2005 contro Guillermo Coria, nel 2006 contro lo stesso Nadal. E aveva grossomodo la sua età.

Travolto da fatica e dolori in tutto il corpo, Lorenzo Musetti non è riuscito a finire la partita

Le fasi salienti dell'indimenticabile Musetti-Djokovic

Per un attimo si è accarezzato il sogno di un'impresa che sarebbe entrata tra le prime 3 nella storia del tennis italiano, limitandosi ai singoli match, ma crediamo che Musetti lasci Parigi più che soddisfatto. E quella pallina scagliata in cielo nel cuore del quinto set, quando ha capito che i buoi erano scappati dalla stalla, non è necessariamente un fatto negativo. Poteva risparmiarsi il gesto, vero, ma significa che ci aveva creduto per davvero. Che nelle gambe, nella testa e nel cuore aveva avuto la sensazione di poter battere Djokovic sul Centrale del Roland Garros. E così il mondo ha scoperto Lorenzo Musetti, intervistato nientemeno che da Tennis Channel domenica (e durante l'intervista ha avuto l'umiltà di non ricordare che aveva scippato un set a Djokovic in allenamento).

Per noi non è certo una sorpresa, visto che abbiamo assistito alla sua crescita sin da quando era un cucciolo di tennista. Adesso sta diventando uomo, in tutti i sensi. Tra qualche settimana, potrà dire di aver raggiunto la maturità anche a scuola. Nel tennis c'è ancora tanta strada da fare, a partire da un vigoroso aumento dell'autonomia in match come questo, visto che ne giocherà parecchi. A Parigi c'era Roberto Petrignani, il preparatore atletico messogli a disposizione dalla FIT. Proviene dall'atletica leggera, saprà dove mettere le mani. Ma oggi non contano i numeri, le statistiche e i paragoni. Ciò che conta sono le sensazioni. E la sensazione è che il 7 giugno 2021, per Lorenzo Musetti, sia stato un punto di partenza. Un battesimo di fuoco.