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Melbourne esulta: Australian Open fino al 2039

I tanti sacrifici per organizzare l'Australian Open sono stati ripagati: il governo del Victoria ha strappato un prolungamento triennale per il ospitare il primo Slam stagionale, a Melbourne dal 1972. A febbraio ci saranno 400.000 spettatori (il 50% della capienza), mentre l'host broadcaster Nine ha strappato uno sconto del 10%.

Riccardo Bisti
20 dicembre 2020

La notizia vera e propria non c'era, perché le indiscrezioni avevano già svelato tutto. Con oltre due mesi di ritardo, Craig Tiley ha potuto effettuare la conferenza stampa di presentazione dell'Australian Open. Di solito l'appuntamento è a inizio ottobre, mentre stavolta ha radunato i giornalisti il 19 dicembre. E la vendita dei biglietti è ulteriormente slittata al 23. C'è però un dato importante: visto che difficilmente vedremo grosse riaperture in Europa, farà un certo effetto vedere l'Australian Open con il 50% della capienza. Salvo imprevisti, nelle due settimane di Melbourne Park ci saranno ben 400.000 spettatori. Per noi, quasi straniti di fronte alle immagini pre-COVID, sembreranno immagini provenienti da un altro pianeta. La verità è che il governo australiano ha chiesto immensi sacrifici ai suoi cittadini. Risultato: contagio zero da quasi due mesi.

Proprio per preservarlo, le trattative per lo svolgimento del torneo sono durate ben otto mesi. Anche se la notizia principe era già uscita (le date: si giocherà dall'8 al 21 febbraio), sono comunque emersi dettagli interessanti. Intanto, il torneo non esclude di giocarsi a porte chiuse qualora dovesse esserci una risalita dei contagi. Sarà un'edizione in perdita, ma non poteva essere altrimenti dopo la decisione di pagare il viaggio alle 1.100 persone che sbarcheranno a Melbourne. Circa 40 milioni australiani di spesa, ma cruciali per evitare di riempire i (pochi) voli commerciali che devono essere a disposizione dei cittadini.

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"Chi arriverà nel Paese non lo farà con voli ordinari, ma prenderà i nostri voli charter. Se avessimo avuto un impatto sui cittadini, non l'avremmo fatto”
Craig Tiley
L'ultima edizione dell'Australian Open lontana da Melbourne si è giocata nel 1971, al White City Stadium di Sydney. Vinse Ken Rosewall in finale su Arthur Ashe

Tiley ha insistito su questo punto. “Il contingente del tennis non influenzerà in nessun modo gli australiani che, per qualsiasi ragione, vogliono tornare a casa – ha detto – Chi arriverà nel Paese non lo farà con voli ordinari, ma prenderà i nostri voli charter. Se avessimo avuto un impatto sui cittadini, non l'avremmo fatto”. Lo sforzo della federtennis australiana è impressionante: a differenza dei tornei del circuito, sono riusciti a mantenere intatto il montepremi (71 milioni australiani), aumentando a 100.000 il premio per gli sconfitti al primo turno e, in generale, per chi viene eliminato nelle prime battute. A Melbourne sbarcheranno singolaristi, doppisti e giocatori wheelchair, mentre le qualificazioni – come è noto – sono state spostate a Doha (uomini) e Dubai (donne). Il torneo junior si giocherà in altro periodo dell'anno. Dopo tanti sforzi è arrivato un piccolo premio, anzi due: Lo Stato del Victoria è riuscito a strappare una proroga per mantenere il torneo a Melbourne.

Il prolungamento di tre anni farà sì che l'Australian Open si giochi a Melbourne Park fino al 2039. È la giusta ricompensa per un lavoro di squadra, che nel decennio appena terminato ha modernizzato la sede con investimenti sostanziosi e mirati. Melbourne Park gode di strutture straordinarie, a partire dai tre campi principali dotati di tetto retrattile. Da anni si sussurra sulla possibilità di spostare il torneo laddove ci sono più possibilità economiche, magari in Cina. In effetti, l'Australian Open è stato il più itinerante degli Slam: se Londra e Parigi sono sedi granitiche, e anche New York non viene intaccato da oltre un secolo (ha preso il posto di Newport nel 1915), l'Australian Open si è giocato in ben sette città (cinque australiane e due neozelandesi). Anche se Melbourne è fissa dal 1972, certe voci emergono periodicamente.

Craig Tiley può sorridere: l'Australian Open 2021 si giocherà regolarmente
La costruzione di Melbourne Park (allora Flinders Park) è stata una mossa decisiva per garantire un futuro all'Australian Open

Il secondo premio è uno sconto sull'affitto dell'impianto da parte dei proprietari (The Melbourne e Olympic Park Trust). Il prolungamento dà forza alle scelte e agli investimenti di Tennis Australia. Insomma, si giocherà regolarmente. E pazienza se la stessa federazione intascherà meno soldi dal partner televisivo Nine. Qualche anno fa, l'emittente aveva strappato i diritti a Channel Seven siglando un contratto di 300 milioni per cinque anni.

Tuttavia, lo spostamento a febbraio mette in difficoltà i palinsesti. Il torneo sarebbe servito per lanciare la stagione televisiva al via da febbraio: al contrario, il rinvio metterà in difficoltà il lancio di Married at First Sight, uno degli show di maggior successo del canale. Per questo hanno chiesto uno sconto, ottenendo una riduzione del 10% per questa edizione, quantificata in circa 6 milioni di dollari australiani. Dall'anno prossimo si tornerà alla cifra siglata nel 2018. Insomma, si parte. È stata una faticaccia, non tutti ci guadagneranno, ma ci sono ottime ragioni per sorridere.